Professore, le devo confessare che la mia ricerca sessuale è un buco profondo e credo vada molto oltre la sua immaginazione. (Moana Pozzi in Buco profondo – L’insaziabile viziosa)
Questi giorni, fra gente che senza alcun titolo, esperienza o buon senso si fa garante di promuovere nuove leggi elettorali che segneranno il paese per i prossimi venti anni e pazzi furiosi che arringano alle folle proponendo rivolte da salotto per rimpinguarsi il portafogli, in varie occasioni, mi sono ritrovato a pensare ai tempi in cui in Italia c’era il pentapartito, quel sistema politico per il quale, chiunque vincesse le elezioni, alla fine a governare erano sempre gli stessi, ma con talmente tanti veti incrociati da rendere improbabile qualunque deriva autoritaria e comunque sempre sotto l’attenta vigilanza internazionale, insomma mi sono ritrovato a pensare alla situazione socio-politica degli anni ’80.
Ma questo non vuole essere, non è, un post politico, non lo è perché ormai da tempo, vuoi perché invecchio, vuoi perché in fondo penso che gli italiani non meritino nulla di diverso da quello hanno, la voglia di fare analisi politiche ha lasciato il posto a quella di cazzeggio, dunque passare dal pentapartito a Craxi, fino a Moana Pozzi è davvero un attimo.
Moana Pozzi nasce a Genova il 27 aprile 1961, oggi, se un male incurabile non l’avesse portata via, avrebbe dunque 53 anni e probabilmente sarebbe da 15 anni deputato della Repubblica, magari pure con giusti meriti. Ma io non voglio parlare della sua carriera di opinionista, showgirl, scrittrice, opinion leader, politico e via discorrendo; voglio ricordare Moana Pozzi per la sua incommensurabile carriera di pornostar.
Sì, perché Moana Pozzi è stata, più della sua collega Ilona Staller, la donna che ha, in un certo senso, sdoganato la pornografia in Italia facendone passare l’aspetto pruriginoso in secondo piano rispetto a quello meramente ludico, trasformandola in una sorta di fenomeno di costume e questo grazie sopratutto alle sue doti comunicative e alla fortuna di avere, fra scandali più o meno orchestrati ad arte e ospitate in RAI, a disposizione media diversi dal giornaletto nascosto dentro il Corriere della Sera.
Tutto questo, però, non fa di Moana Pozzi una santa e per chi non c’era o per chi se ne fosse dimenticato, i grandi successi di Moana Pozzi non erano quei noiosi polpettoni erotici alla Tinto Brass, anch’essi fenomeni di costume, ma sostanzialmente tanto fumo attorno a due grosse tette(chi ha parlato di Deborah Caprioglio?) e un bel culo, ma film del calibro di “Valentina, ragazza in calore“, “Moana, la bella di giorno”, “Chiamami – Sarò la tua bestia”, “Una calda femmina da letto”, “I vizi transessuali di Moana”, “La ragazza e… lo stallone nero” o l’indimenticabile “Moana il trans e la tettona”, film pornografici senza trame coerenti e con l’unico scopo di raffigurare in maniera esplicita atti sessuali di vario tipo e natura.
Non è mia intenzione, però, smitizzare la figura di Moana Pozzi, al contrario, lei rappresenta una vera icona degli anni ’80, nonostante il suo carattere sostanzialmente schivo, ed è questo che voglio ribadire al di là delle teorie più o meno complottiste sulla sua morte, su eventuali rapporti con i servizi segreti e sulle ovvie frequentazioni con i politici dell’epoca. Moana è stata per un’intera generazione, la mia, molto più di una pornostar, faceva parte dell’immaginario collettivo, un po’ come il Cornetto Algida ne “I Ragazzi della Terza C” o la Crostatina del Mulino Bianco, solo che faceva parte di un immaginario più trasgressivo a cavallo fra quello che era vietato e quello di cui era meglio non parlare.
Gli anni ’80: ipocrisia, sesso e videoclip.
Vi lascio ora con una galleria fotografica di Moana Pozzi, occhio che c’è anche qualche foto del suo lavoro, e ad un intervista di Moana con Pippo Baudo.
Non ho grandissima stima per il personaggio… però diede una risposta assai spiazzante a una showgirl italiana (più castigata di lei) che l’aveva definita “una puttana.”
“Io una puttana?” disse, “che banalità!”
Come ho detto era una pornostar, o meglio la pornostar. La santificazione e i riconoscimenti postumi lasciano il tempo che trovano.