Ieri ci ha lasciato un altro mito della mia adolescenza anni ’80. Bubba Smith ( vero nome Charles Aaron Smith) è stato trovato morto nella sua casa di Los Angels, presumibilmente per cause naturali all’età di 66 anni. Dopo la sua esperienza nel footbal americano alla fine degli anni ’60 che gli è valsa anche un Super Bowl nel 1971 come difensore nei Baltimora Colts, Bubba Smith diventa una star del cinema cult, interpretando il poliziotto gigante buono (era alto più di due metri) nella meravigliosa saga parodistica Scuola di Polizia e ha recitato nel mitico “Balle Spaziali” di Mel Brooks. Innumerevoli sono state le sue apparizioni nelle serie degli anni ’80, da Wonder Woman a Tuono Blu, da McGyver a 8 sotto un tetto.
Qualche tempo fa avevo preannunciato l’uscita di Space Battleship Yamato, il live movie di uno degli anime più famosi degli anni ’70, Uchū Senkan Yamato.
Questo anime, il primo di science fiction, realizzato da Leiji Matsumoto fu trasmesso sulla TV Svizzera Italiana nei primi anni ’80 riadattando la versione distribuita sul mercato statunitense con nomi di fantasia made in USA. Così il capitano Jūzō Okita diventa Avatar e Susumu Kodai diventa Derek Wildstar (fra l’altro in italiano pronunciato esattamente come si scrive).
Furono prodotte tre serie La ricerca di Iscandar (26 episodi, 1974), L’Impero della Cometa (26 episodi, 1978) e Le guerre di Polar (25 episodi, 1981) tutte trasmesse nel nostro paese; in seguito furono prodotte cinque pellicole cinematografiche d’animazione e il live movie del 2010 che riprende le vicende della prima serie: la Terra dopo un conflitto col pianeta Gamilas nel 2199 è totalmente devastata dalle radiazioni e solo un dispositivo, offerto dalla regina Starsha del pianeta Iskandar, denominato Cosmo DNA, è in grado di riportare l’atmosfera e il suolo del pianeta alle condizioni originarie. L’unico problema è che il pianeta Iskandar dista dalla Terra qualcosa come 148.000 anni luce e che il nostro pianeta ha solo un anno di vita prima di essere devastato in maniera irrecuperabile. Niente paura, Iskandar fornisce anche i piani per un motore in grado di fornire l’energia sufficiente ad effettuare i balzi interstellari; viene recuperata, così, la nave da battaglia Yamato affondata durante la Seconda Guerra Mondiale e modificata in modo da poter viaggiare nello spazio e diventare una vera e propria astronave, l'”Astronave Argo”. La Argo è equipaggiata da varie batterie di cannoni a raggi oltre che dal cannone a onde moventi un arma micidiale in grado di emettere un potentissimo raggio di energia che si sprigiona da una bocca di fuoco al centro della nave. Per emettere il raggio la Argo deve collegare al cannone il motore interstellare (bella la sequenza animata in cui si vede il motore connesso al cannone) e il consumo di energia è tale che la nave ne resterà priva per un’ora, La nave Argo è equipaggiata inoltre con varie squadriglie di caccia leggeri in grado di combattere nello spazio. La Argo viene affidata ai “Guerrieri delle Stelle” con al comando il capitano Avatar(Ammiraglio Juzo Okita). Altri personaggi sono Derek Wilstar(Sasumu Kodai, che diventa capitano nella 2a serie), Mark Venture (Daisuke Shima), dr. Sane (dr. Sado), Nova (Yuki Mori). Ovviamente il viaggio della Argo non sarà facile e sarà ostacolato dal Leader Supremo Desslock. Tuttavia la nave riuscirà nella sua missione anche se alla fine il capitano Avatar soccomberà e Derek Wilstar prenderà il comando.
Il film del 2010 non è molto diverso dalla trama originale della prima serie. Siamo sempre nel 2199, dal pianeta Iskandar giunge una capsula con i piani per la costruzione di una nave alimentata da un motore ad onde moventi in grado di compiere balzi interstellari. La capsula racchiude in se la promessa di ripulire il mondo dalle radiazioni generate dalle bombe dell’impero di Gamilas, apparso dal nulla 5 anni prima, per attaccare la Terra (si scoprirà in seguito che le bombe sono solo un metodo di Gamilas-formazione del nostro pianeta per adattarlo alle loro forme di vita in fuga dal proprio pianeta morente).
La Terra e ormai alo stremo e Iskandar è l’ultima speranza dell’umanità, ridotta ad elemosinare cibo, fra le macerie e la distruzione. Viene costruita, così, l’astronave Yamato, riprendendo il nome della famosa corazzata della Marina Imperiale Giapponese affondata dagli americani nel 1945, che viene lanciata verso il pianeta Iskandar alle coordinate del messaggio presente nella capsula. Sulla Yamato si arruola, fra i volontari, Sasumu Kodai, più che altro per conoscere il capitano Okita, secondo lui responsabile della morte del fratello durante una battaglia contro i Gamilas su Marte.
La Yamato si fa strada fra salti interstellari e battaglie con i Gamilas, a colpi di cannone a onde moventi, fino al pianeta Iskandar solo per scoprire che Iskandar e Gamilas sono due facce della stessa medaglia, due correnti di pensiero nate in una forma di vita altamente interconnessa su un pianeta morente. Iskandar è disposta ad accettare il proprio destino di morte, Gamilas vuole impossessarsi della Terra e adeguarla alla propria forma di vita. Iskandar darà, dopo una dura battaglia fra i Gamilas e i Terrestri, ai superstiti della Yamato, gli strumenti per salvare la Terra. La Yamato, così, dopo essersi sacrificata insieme al suo capitano Sasumu Kodai(che durante il viaggio aveva preso il posto di Okita malato terminale) nella sua ultima battaglia con Gamilas e con Deslar alle porte della Terra porterà a termine la sua missione di distruggere gli alieni e riportare il nostro pianeta agli antichi fasti.
Beh guardare questo film non è stato facile, dura 130 minuti e per me è difficile stare tranquillo per due ore consecutive. Nonostante, dunque, l’abbia guardato “a puntate”, se non ci si aspetta un capolavoro, il film è godibilissimo e anche gli effetti speciali tutto sommato non sono malaccio; il fatto stesso di poter vedere la Yamato combattere in un film mi ha fatto rimanere tutto il tempo con un sorrisino idiota stampato sulla faccia. Ovviamente non esiste (ancora?) una versione italiana del film.
Il film è stato diretto da Takashi Yamazaki e scritto da Leiji Matsumoto.
La famiglia Addams è una delle sit-com più riproposte dalle TV italiane, nella sua prima versione in bianco e nero, già dagli anni ’60. Il telefilm in realtà ripropone una serie di personaggi creati da Charles Addams, già pubblicati negli anni ’30 in una striscia a fumetti sul New Yorker.
LA STORIA
La Famiglia Addams utilizza la satira e lo humor nero per sbeffeggiare la società borghese americana degli anni ’60 e ci riesce così bene che molte trovate sono ancora oggi attuali. Gli Addams sono una pococlassica famiglia americana decisamente controcorrente rispetto agli standard, pur essendo immensamente ricchi, infatti vivono in una sorta di enorme, lugubre, casa stregata con tanto di cancello rugginoso e cigolante.
Il Capofamiglia Gomez Addams è un uomo d’affari con la passione per i trenini elettrici e per il francese pronunciato dalla sua affascinante quanto inquietante moglie Morticia, sempre vestita di nero e intenta a curare le sue piante carnivore. Figli di Gomez e Morticia sono Pugsley con i suoi giocattoli esplosivi e Mercoledi intenta a decapitare la sua bambola Maria Antonietta. Con loro vivono Nonna Addams una sorta di strega capace di volare sulla scopa e preparare pozioni misteriose, l’elettrico Zio Fester, in grado di accendere una lampadina tenendola in bocca e il “capellone” cugino Itt (una strana creatura che parla un linguaggio incomprensibile a tutti tranne che agli Addams e con capelli lunghi fino ai piedi che nascondono completamente il suo corpo). Completano il quadro il maggiordomo Lurch, tanto somigliante al Mostro di Frankenstein cinematrografico, e che si esprime a monosillabi e Mano, una vera e propria mano mozzata che compare da ogni anfratto della casa per soddisfare le richieste dei vari componenti della famiglia.
Le storie sono molto divertenti e spesso si basano su equivoci che nascono dallo scontro dello stile di vita degli Addams con quello del resto del mondo scontro dal quale emerge, spessissimo, che non è detto che i “normali” non abbiano, anche loro, un lato terrificante.
CRONOLOGIA
Della Famiglia Addams, oltre ai telefilm, sono state realizzati cartoni animati, film e videogames.
Di seguito una breve cronologia delle varie produzioni.
1964-1966 – La famiglia Addams (serie TV) 1973 – The Addams Family (Cartone Animato) 1977 – Halloween with the New Addams Family (Film TV) 1991 – La Famiglia Addams (Film) 1992 – The Addams Family (Cartone Animato) 1993 – La Famiglia Addams 2 (Film) 1998 – The Addams Family Reunion (Film) 1998-1999 – The New Addams Family (serie TV)
IL CAST
Gomez Addams – Ted Cassidy Morticia Addams – Carolyn Jones Lurch – Ted Cassidy Zio Fester – Jackie Coogan Pugsley Addams – Ken Weatherwax Mercoledi Addams – Lisa Loring Nonna Addams – Marie Blake
https://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2011/07/Addams-Family-1.jpg400300Arcangelohttps://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2021/08/ucronia.pngArcangelo2011-07-03 11:00:302013-10-26 23:30:52La Famiglia Addams
Gli anni ’80 hanno portato in TV tantissime serie di avventura. Sul filone di Magnum P.I. e Simon & Simon, nel sottogenere poliziesco/investigatore privato, a metà degli anni ’80, tutti i giorni, su Italia 1, c’era Riptide. Non un capolavoro, certo, ma una serie leggera e godibilissima, replicata così tante volte sa sembrare infinita..
Protagonisti del telefilm tre investigatori privati che lavorano insieme nell’Agenzia Investigativa Riptide, agenzia che prende il nome della barca ancorata al molo 56 di King Arbor in California, di proprietà di Cody Allen e sede dell’agenzia oltre che casa dei nostri tre, improbabili, investigatori privati.
La serie non ha una sottotrama a legare gli episodi che sono dunque autoconclusivi e con un plot abbastanza ripetitivo: ci sono i nostri tre investigatori, i buoni, costantemente alle prese con intrighi malavitosi più o meno complessi, che alla fine riescono sempre a sgominare il cattivo di turno nonostante gli ostacoli della stessa polizia locale con i suoi agenti ottusi e ostili. Il tenente Quinlan della LAPD, infatti, non perde occasione per mettere i bastoni fra le ruote dei nostri eroi salvo, alla fine di ogni episodio, finire immancabilmente ridicolizzato.
La particolarità di Riptide, rispetto alle infinite serie simili,risiede nella caratterizzazione dei personaggi che formano la squadra di investigatori che, di fatto, hanno decretato il successo della serie.
Nick e Cody sono due aitanti ragazzi muscolosi e perennemente abbronzati, due fighi insomma, il cui aspetto stride con quello da nerd dell’impacciato mago dei computer Murray; proprio questa improbabile combinazione, tuttavia, fa di loro una squadra vincente sia nel telefilm che come presa sul pubblico.
Nick e Cody, reduci del Vietnam (tema ricorrente nelle serie dei primi anni ’80) si sono conosciuti nell’esercito mentre prestavano servizio per la Polizia Militare con l’incarico di scortare, agli arresti, il colonnello Murray Bozynsky reo, a causa della sua irascibilità, di aver tentato di colpire un superiore. Anche Murray, ex ragazzo prodigio, entrato nel MIT a 14 anni, infatti, ha servito nell’esercito come esperto di guerra elettronica. Congedatisi dalle forze armate Nick e Cody (che rimangono fra i riservisti) sono costretti a sbarcare il lunario come investigatori privati e guide turistiche fino a quando Murray non ritorna sul loro cammino. Nick e Cody, infatti, ritrovano il genio dei computer alle prese con una multinazionale, che l’aveva sequestrato, e lo aiutano a fuggire. Da questo episodio nasce un’amicizia che vedrà i tre legati nella vita e nel lavoro per l’Agenzia Investigativa Riptide per la quale Bozo(come viene amichevolmente chiamato Murray), impiega il suo indiscutibile ingegno e le sue diavolerie elettroniche.
Una delle peculiarità della serie (un po’ come tutte le serie del periodo) sono i mezzi di trasporto utilizzati.
Oltre al già citato cabinato Riptide, Cody possiede, infatti, un motoscafo veloce chiamato EbbTide e un Pick Up rosso e bianco(nella prima stagione guidava un’auto d’epoca), Nick invece è proprietario di una slendida Corvette rossa anni ’60 e del mitico elicottero chiamato Screaming Mimi in realtà un residuato bellico (uno Sikrosky S-58T da trasporto truppe) dipinto di rosa con una bocca spalacata disegnata sul muso.
Murray, poi, ha allestito in una cabina della Riptide un vero e proprio Centro di Elaborazione Dati con sistemi informatici in grado di penetrare qualunque computer (con tanto di accoppiatore acustico); inoltre ad aiutare i nostri eroi c’è Roboz un buffo robot arancione, progettato e costruito da Bozo, dotato di intelligenza artificiale che più di una volta ha tolto ai tre investigatori le castagne dal fuoco.
Nella prima stagione, come vicini di barca dei tre protagonisti, ci sono Mama Jo e le bellissime e prosperose ragazze della Contessa, uno yacht utilizzato per gite turistiche e d’affari. Naturalmente i nostri aitanti Nick e Cody non potranno non essere attratti dalle bellezze californiane della barca vicina e questo creerà spesso equivoci ed esilaranti gag.
Nell’ultima stagione il tenente Quinlan viene sostituito dal tenente Joanna Parisi biondissima, bellissima e decisamente più malleabile dai nostri eroi.
La serie ha avuto anche un cross-over con Simon & Simon, con Rick ed A.J. che hanno preso parte ad un episodio.
La serie è stata distribuita in DVD per il mercato americano e canadese.
CREDITS Titolo Originale: “Riptide” Executive Producers: Stephen J. Cannell Frank Lupo Babs Greyhosky Supervising Producer: Jo Swerling, Jr. Producers: J. Rickley Dumm, Tom Blomquist Associate Producers: Gary Winter, Alan Cassidy, David G. Phinney, Rob S. Bowman, Larry Shaw, Janice Cooke-Leonard Created by: Stephen J. Cannell e Frank Lupo Music by: Mike Post e Pete Carpenter Episodi:56 episodi della durata di circa 1 ora andati in onda per la prima volta in tre stagioni dal 1984 al 1986 sulla NBC (in Italia trasmessi da Italia 1 a partire dal 1986)
CAST
Nick Ryder – Joe Penny
Cody Allen – Perry King
Murray “Bozo” Bozinsky – Thom Bray
Tenente Ted Quinlan – Jack Ging (1984-1985)
Tenente Joanna Parisi – June Chadwick (1985-1986)
Dooley Wilson – Ken Olandt (1984-1985)
Mama Jo – Anne Francis (1984)
Tammy – Robin Evans (1984)
Nel panorama delle sit-com americane un posto d’onore spetta indubbiamente ad Happy Days. La serie nasce negli anni ’70, un periodo molto particolare per gli Stati Uniti che dopo la Guerra in Corea si andava ad impantanare nel conflitto in Vietnam e in una Guerra Fredda sempre più in stallo. In quegli anni, in America, c’è voglia di riscatto, voglia di tornare ai fasti degli anni ’50, voglia di tornare a “Tempi Felici” ad “Happy Days”.
Lo show-biz, come sempre, fa presto ad adeguarsi a quelli che sono i sentimenti popolari e mentre sul grande schermo appaiono film come “American Graffiti” e “Grease”, mentre le radio tornano a suonare il rock’n roll, le famiglie americane non possono perdere il loro appuntamento settimanale con Happy Days che si confermerà dal ’74 al ’79 nella top ten degli show più visti sul piccolo schermo americano.
LA STORIA
Happy Days è ambientato a Milwaukee nel Wisconsim fra il 1954 e il 1964 e ci racconta la storia della famiglia Cunningham, una famiglia medio-borghese americana degli anni cinquanta che si trova ad affrontare i problemi tipici del vivere quotidiano: dalle crisi di mezza età ai problemi economici, dalle turbe adolescienziali al razzismo. Centrali dunque le tematiche giovanili, i primi amori, le scelte sbagliate dei giovani, le cattive compagnie…
Raccontato così il plot della serie potrebbe apparire noioso; stessa cosa avranno pensato gli sceneggiatori quando in questo tranquillo quadretto hanno introdotto Fonzie.
I PROTAGONISTI
Ma andiamo con ordine e vediamo ad uno ad uno i protagonisti della storia:
• Richie Cunningham, interpretato da Ron Howard è un tipico bravo ragazzo, con la faccia pulita e un po’ secchione; di questi tempi si direbbe uno sfigato ma all’epoca era definito semplicemente un “pivello”. Queste sue caratteristiche non lo rendono certo popolare con le ragazze che lui, con i suoi amici “pivelli”, cerca disperatamente e infruttuosamente di abbordare. Studia alla Jefferson High School e passa il suo tempo libero con gli amici nel locale/fast food Arnold.
• Howard Cunningham, interpretato da Tom Bosley è il padre di Richie, figura di riferimento per lui e per tutti i suoi amici, è sempre pronto a dispensare buoni consigli. Anche Howard, però,non potrà fare a meno di imparare dai ragazzi e scoprirà, man mano che i suoi figli cresceranno, che il mondo non è più quello di quando faceva il cuoco nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale.
Howard è un piccolo imprenditore proprietario di una ferramenta, molto integrato nella comunità ed è membro della “Loggia del Leopardo“, una sorta di confraternita di quarantenni benpensanti che quando si riuniscono indossano ridicoli copricapi. La Loggia del Leopardo ricorre frequentemente nelle vicende di Happy Days.
• Marion Cunningham, interpretata da Marion Ross è la madre di Richie e Joanie, una donna che vive per il marito e i figli, la tipica casalinga degli anno ’50. Marion accetterà con difficoltà di vedere i propri bambini diventare adulti, che Richie possa farsi crescere i baffi e che possa, persino, arruolarsi nell’esercito ed essere spedito in Groenlandia. Marion, in un epoca dove trionfa il femminismo, è il simbolo delle donne che hanno “dovuto” abbandonare il lavoro per accudire i figli e un marito pantofolaio e tendenzialmente maschilista, di quelle donne che, tuttavia hanno scelto questa strada e, che, in fondo, ne sono orgogliose.
• Joanie Cunningham, interpretata da Erin Moran è la sorellina teenager di Richie. Come tutte le sorelle più piccole Joanie è dispettosa e rompiscatole e, sopratutto nelle prime stagioni, fa di tutto per rendere la vita impossibile al fratello. Joanie, via via, rivestirà un ruolo sempre più di primo piano all’interno della serie fino ad ottenere una serie tutta sua, spin-off, di Happy Days (“Joanie loves Chucky”)
• Warren “Potsie” Weber, interpretato da Anson Williams è il miglior amico di Richie e come lui è un “pivello”. Insieme a Richie è sempre a caccia di ragazze, e come il suo amico colleziona un’innumerevole sequela di “due di picche”. Potsie è molto ingenuo, alle volte totalmente idiota ma ha una gran bella voce tanto da essere il cantante del piccolo complessino di Arnold, con Richie al sax e Ralph alla batteria.
• Ralph Malph, interpretato da Don Most è un altro amico di Richie ed è il simpaticone del gruppo che con la sua verve comica cerca, con scarso successo, di far colpo sulle ragazze.
• Arthur “Fonzie” Fonzarelli, interpretato da Henry Winkler è forse il vero protagonista di Happy Days. Sulla figura di Fonzie sono stati scritti interi volumi. Fonzie viene introdotto come elemento destabilizzante della serie ricoprendo la figura del teppista appartenente alle classiche gang degli anni cinquanta. Man mano, tuttavia, il personaggio dismette il ruolo del disadattato e diviene il fulcro delle storie di Happy Days. Fonzie crede in Dio, nella Patria e nella Famiglia e questi valori lo portano sempre più ad avvicinarsi alla famiglia Cunningham che, in un certo senso, diviene la sua famiglia adottiva, lui orfano di entrambi i genitori e cresciuto, per strada, fra mille difficoltà. Fonzie insomma finisce per interpretare i valori positivi di un ragazzo che pur non avendo potuto frequentare il liceo è cresciuto senza finire troppo nei guai e facendosi rispettare lavorando prima nel garage di Bronco come meccanico, aprendo poi un suo garage, fino ad acquisire una partecipazione nel locale Arnold e ad insegnare meccanica al liceo Jefferson dopo aver preso il diploma alle scuole serali. Nonostante ciò, Fonzie, resterà sempre ad abitare sopra il garage dei Cunningham anche quando Richie sarà partito per la Groenlandia.
Alcune caratteristiche di Fonzie che lo hanno fatto entrare nella leggenda:
– il suo pollice in alto: magnifico l’episodio in cui troviamo Fonzie contro Mork (sì proprio quello di Mork&Mindy) dove al pollice di Fonzie si contrappone l’indice di Mork.
– il suo schioccare le dita e far accorrere tutte le ragazze nelle vicinanze. Fonzie è famoso a Milwaukee per avere una lunga lista di attesa per le ragazze, tanto che queste fanno i turni per pulirgli l’appartamento.
– Il colpo al Jukebox con cui immediamente questo cominciava a suonare.
– La sua splendida Harley Davidson con cui una volta saltò un numero imprecisato di automobili.
– L’abbigliamento di Fonzie è composto da una t-shirt generalmente bianca ma spesso anche nera, un paio di jeans e un giubbotto (chiodo) di pelle nera. Fonzie metterà sempre il giubbotto di pelle anche sullo smoking o col costume da bagno. L’inizio della serie, tuttavia, ha visto un Fonzie in giacca a vento grigio chiaro, forse per mitigare un po’ la sua figura di teppista.
– L’ufficio di Fonzie nel bagno di Arnold’s. Quando il locale viene ricostruito dopo un incendio, nei bagni compare persino la scrivania.
• Chuchi Arcola, interpretato da Scott Baio è il cugino di Fonzie. Più volte nella serie si cercò di far entrare elementi appartenenti alla famiglia Fonzarelli, ricordo il mitico nipotino Spadino, un bimbo di dieci anni che vestiva come Fonzie e si comportava come lui. Ma Chuchi è stato l’unico a resistere nella serie fino ad assumere un ruolo di primo piano come fidanzato di Joanie dopo la partenza di Richie.
• Arnold(Matsuo Takahashi), interpretato da Pat Morita è il proprietario di Arnold’s il locale dove si incontrano i ragazzi del serial. Successivamente fu sostuito alla direzione del locale (che rimase Arnold’s) da Alfred Del Vecchio interpretato da Al Molinaro per tornare nelle ultime stagioni.
Il rapporto fra Fonzie e Richie è, probabilmente, il cardine del telefilm. Inizialmente Fonzie si erge a protettore del ragazzo, lo aiuta ad abbordare le ragazze e lo salva più volte da pestaggi senza nemmeno dover usare la forza, ma soltanto utilizzando la propria “presenza scenica”. Successivamente anche questo rapporto evolve, Richie cresce ed è lui spesso ad aiutare Fonzie nei suoi problemi di adattamento ad una società americana sempre più borghese e che ha difficoltà ad integrare un ex-teppista.
E’ interessante osservare il ruolo che ha l’automobile all’interno di Happy Days. L’auto viene vista come un vero status symbol, un pivello senza nemmeno un automobile e poco più di zero. Nella serie troveremo dunque delle splendide automobili anni ’50. La cabriolet di Ralph gialla con le fiamme sulle fiancate, la DeSoto anni quaranta tuitta chiusa di Howard, la decapottabile (prima rossa e poi di un piu’ sobrio azzurro) di Richie.
CURIOSITA’
• Nelle prime due serie la famiglia Cunningham è composta da cinque persone. Richie ha un fratello più grande Chuck Cunningham giocatore di basket. Chuck scomparirà poi senza nessuna spiegazione nelle serie successive.
• Happy Days vanta vari spin-off, ricordiamo: Laverne&Shirley (che compaiono nella serie come delle amiche di Fonzie), Mork&Mindy (in Happy Days compare Mork, caratterizzato un po’ diversamente che nella serie successiva ma sempre interpretato dal grandissimo Robin Williams), Joanie loves Chuchi.
• Nella serie ha fatto un’apparizione Chaterine Kelly Lang l’attrice che in Beautiful interpreta Brooke Logan Forrester
•In un episodio fa la sua apparizione il premio oscar Tom Hanks nelle vesti di una specie di karateka che sfida Fonzie a duello per un oltraggio subito da bambino.
CREDITS
Titolo Originale: Happy Days”, “Happy Days Again”, “New Family in Town” Ideato da: Garry Marshall Casa di Produzione: Miller-Milkis-Boyett Productions, Paramount Television, Henderson Productions, Miller-Milkis Productions. Musiche: John Beal, Charles Fox, Norman Gimbel Episodi: durata circa 30 minuti. 255 episodi trasmessi per la prima volta sulla ABC dal 1974 al 1984.
CAST
Ron Howard: Richie Cunningham
Henry Winkler: Arthur “Fonzie” Fonzarelli
Marion Ross: Marion Cunningham
Tom Bosley: Howard Cunningham
Anson Williams: Warren “Potsie” Weber
Donny Most: Ralph Malph
Erin Moran: Joanie Cunningham
Pat Morita: Matsuo “Arnold” Takahashi (s. 2-3, 10-11)
Al Molinaro: Alfred Delvecchio (s. 4-9)
Scott Baio: Charles “Chachi” Arcola (s. 5-11)
Lynda Goodfriend: Lori Beth Allen (s. 5-9)
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