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Si fanno sempre più insistenti le voci di un remake di U.F.O.  S.H.A.D.O.  la bellissima serie inglese degli anni ’70 targata Gerry & Sylvia Anderson. Pare che la rivisitazione cinematografica potrebbe vedere la luce nel 2013 con la regia dello stesso Gerry Anderson.

Nell’attesa di andare al cinema e nella speranza di spendere bene i soldi del biglietto, voglio ricordare brevemente la storia. Siamo nel 1980, la Terra è sotto attacco da parte di misteriosi alieni intenzionati a depredare corpi umani da usare come “parti di ricambio”. Per fronteggiare la minaccia, viene istituita una organizzazione militare segreta, la S.H.A.D.O. (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation) attrezzata con le armi più sofisticate e in grado di contrastare la tecnologia aliene. La S.H.A.D.O.  e il suo comandante, Straker, oltre ad avere a disposizione mezzi avanzatissimi: intercettori spaziali dotati di armi nucleari(Interceptor), sottomarini (SkyDiver), aerei (SkyOne), blindati(Shado Mobile), dispone di un satellite di sorveglianza SID (Space Intruder Detector) e persino di una base lunare (Base Luna), nel Mare Imbrium sul nostro satellite.

Come fare a raggiungere Base Luna dalla Terra senza sopportare i costi elevatissimi del lancio di un vettore tradizionale? Semplice: con il Lunar Carrier(foto sopra), un grosso aeromobile VTOL che decolla dalle basi SHADO per sganciare il Modulo Lunare nella parte alta dell’atmosfera, inserendolo così in orbita.

Non so se Paul Allen, co-fondatore di Microsoft, abbia mai visto UFO  S.H.A.D.O. né quanto questo possa averlo influenzato nelle sue scelte, pare, tuttavia, che abbia intenzione di costruire, insieme a Burt Rutan, un enorme aereo in grado di lanciare nello spazio una navicella per il trasporto di persone e merci, colmando, con essa, il vuoto lasciato dal compianto programma Space Shuttle.

L’aereo che sarà spinto da 6 motori di Jumbo Jet, avrà un’apertura alare di 117 metri e peserà 544.000 Kg, trasporterà un razzo costruito da SpaceX, una società specializzata nel campo dei trasporti aerospaziali fondata da Elon Musk (che ha contribuito alla nascita Paypal). Allen non è nuovo ad imprese del genere. Già nel 2004 aveva realizzato il progetto sperimentale SpaceShipOne , una sorta di velivolo sub-orbitale che ha ottenuto grandi risultati.

Personalmente non credo che l’idea dello Stratolaunch-System avrà il successo sperato ed è interessante notare quante iniziative stiano nascendo dopo la chiusura del programma Space Shuttle; però leggere sul Corriere.it di un “nerd” miliardario che vuole conquistare lo spazio (Allen, fra le altre cose ha fatto una grossa donazione al Seti Institute, il centro per l’analisi delle onde radio alla ricerca di messaggi extraterrestri, voluto da Carl Sagan) utilizzando la tecnologia di uno dei più bei telefilm di science fiction degli anni ’70 mi risolleva la giornata.

 

L’altro giorno, ad una fiera, Pierpaolo ha “insistito” perché gli comprassi dei pesci rossi. Vuoi che era domenica e la domenica siamo (quasi) tutti più buoni, vuoi che la durata di un pesce rosso comprato in fiera si attesta intorno alle 48 ore gli compro due simpatiche bestiole. Dopo 15 giorni trascorsi a cambiargli l’acqua tutte le mattine e a improvvisarmi “nutrizionista di pesci rossi”, i maledetti animali non ne volevano proprio sapere di tirare le cuoia, anzi erano più vispi e “simpatici” che mai. Allora decido di trasferirli in un mini acquario (due euro di carassius auratus auratus e più di cinquanta fra vasca e ammennicoli vari) , il Getta-Acquario di Pierpaolo.

Che poi in realtà quello che passa più tempo a guardare i pesci è Gabriele che rimane ipnotizzato a vedere scivolare nell’acqua le simpatiche bestiole. Il rischio per me, amante di gadget inutili (è cos’è più inutile di  un acquario?), adesso, è quello di entrare in un tunnel da cui uscirò molto più povero :-)

Il Black Getter si vede in TV, la prima volta, nell’anime Getter Robot: The Last Day.

Ryoma durante il combattimento contro il (perfido in The Last Day) dottor Saotome, dopo un’esplosione a deutoni si ritrova perso nel cosmo e catapultato 13 anni nel futuro. Si risveglia sulla Luna nel cockpit di un Getter 1 abbandonato dopo il primo scontro con gli invasori. Ripresosi dal terribile shock, Ryoma, decide di riparare il Getter 1 e lo potenzia installandogli artigli, una maschera a protezione del pilota e modificandone la forma delle corna. Dopo gli “aggiornamenti” il Getter 1 ne viene fuori più forte che mai anche se non è in più in grado di trasformarsi.

Ryoma torna così sulla Terra per sconfiggere gli Invasori e il perfido Dottor Saotome; durante il rientro nell’atmosfera il Getter 1 perde la sua caratteristica colorazione rossa e diventa nero,  appunto il Black Getter, cattivo e incazzato un po’ come il personaggio di Ryoma in questoo universo Getter alternativo.

In questi giorni, come personale colonna sonora automobilistica, sta girando la discografia di Edoardo Bennato se non altro perché al bimbo piace riascoltare ad libitum l’album “Sono solo Canzonette” e in particolare “Rockcoccodrillo”.

Ieri sera, così, mi è tornato alla mente Joe Sarnataro. Era l’A.D. 1992 e in TV apparve un lungometraggio, trasmesso in pillole nel primo pomeriggio , con protagonista un bluesman napoletano che, tornato dall’America, si mette in testa di esportare la democra.. ehm il rock&blues a Mergellina. Così, insieme a un gruppo napoletano, i Blue Staff e con l’aiuto di suo nonno Vincenzo(interpretato dallo stesso Edoardo Bennato), che elargisce perle di qualunquismo e saggezza partenopea  “ricevute in sogno” e che diventano parte dei suoi testi, in un certo senso, riesce nell’intento. La fiction era intitolata “Joe e suo nonno”, per la regia di Giacomo De Simone, e pur non essendo certamente il più grande capolavoro di RaiUno vede la partecipazione di attori “famosi” nel panorama televisivo italiano come Lino Banfi/Nicola Scarola o Renzo Arbore/Cav.Renzo e denuncia una Napoli di corruzione e malcostumi.  In realtà il film tv faceva parte di un progetto più ampio di un geniale Joe Sarnataro/Edoardo Bennato, insieme all’uscita di un album rock/blues dal titolo “È asciuto pazzo ‘o padrone” pubblicato dall’etichetta Virgin da Joe Sarnataro e i Blue Staff,  seguito da un tour europeo durato oltre due anni. Anche il disco, a dire il vero, musicalmente, per quanto godibile, è tutt’altro che originale, per quanto parlando di rock&blues c’è ben poco da essere originali, ma i testi, tutti in dialetto partenopeo, richiamano il Bennato delle origini, la denuncia dei limiti e delle carenze strutturali di una Napoli dove alla fine “nun se salva nisciuno” insieme agli elogi per quella napoletanità che la rende una delle città più belle del mondo.

Inutile dire che io comprai la musicassetta nel 1992 e, dopo averla letteralmente consumata, adesso torno a riascoltarmela… intanto un consiglio:

E’asciuto pazzo ‘o padrone!…
…E chiste sò nummere, sò nemmere buone
dieci, quindici, vintidoje e trentuno
joteville a jocà !…

e chiudo con uno stralcio del film TV, un pezzo che anche oggi è davvero “potente”

Avrei da scrivere un compendio sulla (mala)sanità italiana, sulla fottuta pazzia dei vecchi, sugli effetti della paura della morte, sul terrore dell’abbandono, ma preferisco argomenti dal tono più leggero, argomenti più frivoli… parliamo dunque del nuovo idolo della sinistra: Manuela Arcuri.

Le (sempre siano lodate) intercettazioni telefoniche apparse sui giornali in questi giorni ci fanno sapere che la nostra nuova eroina nazionale avrebbe rifiutato, niente meno, che le avance proferitele dal miglior “t(R)ombuer de femmes” degli ultimi 150 anni. Trasmissioni televisive, fiction TV, favori di vario genere, niente è riuscito a convincere la nostra Manuela a darla al seduttore del consiglio, lei, eroina indefessa delle fiction TV, portatrice del vessillo delle femministe pronte a manifestare ai piedi della statua innalzata in suo onore in quel di Porto Cesareo ha rinunciato a tutto per preservare la sua purezza ed ora… ora la inviteranno alla Festa dell’Unità… ophs dei Democratici. Siamo ormai ad un tale paradosso da considerare eroico un comportamento assolutamente normale e considerare un simbolo di integrità un’attrice di fiction TV e idolo dei camionisti (niente di male in questo, ma non mi sembra sufficiente per proporne la beatificazione)
Intanto voglio segnalare, agli stessi che osannano i nuovi eroi, qualora non fosse ancora chiaro, l’inutilità totale dell’Istituto Referendario. Ho rinunciato a capire quanto ci sia di approvato e quanto sia nella testa di Tremonti, ma se ho ben recepito una delle svariate Manovre Finanziarie di questi giorni prevederebbe la vendita delle ex-Municipalizzate (che, ricordo, erogano servizi pubblici), sostanzialmente per fare cassa, contravvenendo di fatto ad almeno uno (se non tutti e due) dei, così detti, referendum sull’acqua che in realtà riguardavano i servizi di pubblica utilità; notizia di oggi, invece, è quella relativa ad un esponente del Governo(non ricordo nemmeno il nome, tanto son tutti uguali) che vorrebbe rimettere in discussione l’esito del Referendum proprio per quanto riguarda la cessione delle aziende che erogano servizi idrici.
Il referendum più simpaticamente disatteso, tuttavia, è quello sul legittimo impedimento. L’unto del signore, infatti, chiamato dalla procura di Napoli, come persona informata sui fatti in merito al giro di puttane che bazzicavano le sue ville, fatti per i quali la procura lo considera parte lesa, seguendo il noto detto barese(visto che ormai la città è conosciuta internazionalmente per San Nicola, la Fiera del Levante e le puttane d’alto bordo) “‘na parol’ chiu’ pic’ e ritirat a cast” letteralmente “meglio dire una parola di meno e ritirarsi a casa integro” ha deciso di opporre un legittimo impedimento alla chiamata dei magistrati e andare in tour a presentare la sua meravigliosa manovra economica ai vertici dell’UE.

E mentre fuori il mondo va amorevolmente a rotoli e questi non costruiscono una centrale nucleare solo perché Tremonti gli ha detto che non c’è una lira, io sono in un ospedale fatiscente a chiedermi come si fa ad essere così coglioni da pensare di lasciarsi morire per un ascesso ad una coscia.