Ne hanno parlato giornali TV, Twitter e Facebook sono piene della notizia. E’ morto Raimondo Vianello. Devo dire che qusta cosa mi mette decisamente tristezza. Ho tantissimi ricordi legati alla figura di Raimondo, in un certo senso rispetto a Mike Bongiorno o Pippo Baudo lui è stata una figura di secondo piano nel panorama televisivo italiano, ma ripenso a lui con dolcezza, quasi fosse un nonno, anche perchè me lo ricordo sempre vecchio. Il suo senso dell’umorismo, quasi british, le battute sagaci con significati diversi a seconda del livello culturale dello spettatore con me hanno sempre colpito nel segno ed è raro che accada.
Voglio ricordarlo con la sigla di “Tante Scuse”, mi ci ha fatto pensare un amico oggi pomeriggio ed è abbastanza emblematica del personaggio.
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Dexter è un serial killer. Lui non prova sentimenti, uccidere è il suo unico piacere, ne sente il bisogno viscerale, come una fame insaziabile che non riesce mai a placare del tutto. Dexter però uccide secondo un codice, il codice di Henry (suo padre adottivo), una specie di galateo della morte che lo porta ad ammazzare solo persone che si sono macchiate di orribili delitti, altri serial killer o comunque omicidi pronti a reiterare il reato e che in qualche modo sono sfuggiti alla giustizia. Dexter li segue, li addormenta, li lega nudi su un tavolo avvolti nel cellophane, prende loro un campione di sangue da uno zigomo, che conserva in un vetrino quasi come una reliquia, aspetta che si sveglino per metterli di fronte alle foto delle loro vittime e dopo semplicemente li ammazza e li fa letteralmente a pezzi. Alla fine usa delle buste dell’immondizia per conservare i pezzi di corpi per poi buttare tutto in mare. Non c’è cattiveria in Dexter, solo fame.
Dexter è una delle più belle serie TV degli ultimi anni e al contrario di quanto sembrerebbe da ciò che ho scritto sopra è tutt’altro che una serie cupa. Dexter, per tutta la vita, è stato addestrato da Henry, suo padre adottivo, a mantenere un basso profilo, a nascondere la sua vera natura cercando di avere un comportamento “normale”. Così Dexter finge di voler bene alla sorella adottiva Debra, finge di avere un normale rapporto di coppia con Rita, finge di amare i bambini della sua compagna, finge di provare disgusto di fronte ai reati di cui è testimone lavorando per la scientifica della polizia di Miami. In realtà Dexter non prova sentimenti è solo come un lupo affamato, con uno strano codice etico, che cerca di ritrovare se stesso vittima dopo vittima, cerca di sapere cosa si prova ad avere il cuore che batte all’impazzata. Nella prima stagione, pian piano si scopre che il comportamento di Dexter dipende da quello che gli è successo prima di essere adottato da Henry e che forse chiunque di noi in quelle condizioni sarebbe diventato uno psicopatico, un serial killer, o tutti e due. La sigla iniziale della serie, poi è un vero capolavoro, che ne riassume esattamente lo spirito; se non l’avete ancora visto, guardate Dexter, ne vale la pena.
Ho finalmente visto Yatterman live action movie, il film di Yattaman. E’ inutile raccontare la storia di uno degli anime più esilaranti degli anni ’80 di cui oltre allo splendito remake animato è stato realizzato un film a dir poco meraviglioso.
Mentre scrivo queste righe ho un sorriso ebete stampato sulla faccia a ripensare al film. E’ praticamente identico al cartone animato e gli attori sono incredibilmente azzeccati, specie la bellissima Doronjo interpretata dalla splendida Kyoko Fukada, attrice e cantante j-pop. Il finale del film, che ha sbancato i botteghini, naturalmente in Giappone, lascerebbe anche presagire un secono capitolo con Yatter-pellicano, lo spero tanto.
Intanto godetevi il filmato col balletto esilarante del trio Drombo e un grazie anche a Dnotomista per i sub-ita non propriamente “girellari” ma curatissimi.
Un pensiero sugli anni ’70 prendendo spunto da Life on Mars. Life on Mars è la canzone di David Bowie da cui il titolo di una fra le serie inglesi, fra le più innovative degli utlimi anni. In questi giorni sto, invecem guardando il remake made in USA della serie, tutto sommato nemmeno cattivo per essere un remake fatto dopo poco più di un anno dalla serie originale. La serie è ambientata nel 1973, casualmente il mio anno di nascita e da qualche giorno, vedendo Pierpaolo sempre più presente, non posso fare a meno di pensare che, proprio negli anni 70 avevo l’età di mio figlio e non riesco a non provare nostalgia per quel periodo. Certo non posso dire di aver vissuto pienamente gli anni ’70, ero troppo piccolo, ma ci vivrei adesso, cavolo se vorrei essere nel 1973. Negli anni settanta erano tutti convinti che nel 2000 le macchine, che allora viaggiavano a targhe alterne per la crisi del petrolio, avrebbero solcato i cieli. Oggi quelle stesse macchine non solo non volano, ma viaggiano a targhe alterne semplicemenbte perchè sono troppe.Nel 1973 andava in onda per la prima volta, in Giappone, Mazinga Z, oggi, guarda caso, in Giappone va in onda Shin Mazinger Z-Hen ma non è la stessa cosa. Ovvio Shin Mazinger è più bello(oddio le animazioni non è che siano ‘sto granchè), la storia è più coerente, ma forse allora Mazinga per un bambino poteva essere quasi una credibile ipotesi futuristica, di sicuro generava fiducia in un futuro migliore dove il male veniva sempre sconfitto, oggi… beh oggi è solo un altro cartone animato, se pure molto bello. Io ci vivrei negli anni ’70, quando per fare un tema c’era bisogno del vocabolario e le ricerche si facevano sulle enciclopedie, quando il sapere non era a portata di click e la televisione era la sola finestra sul mondo e aveva pure le sbarre. Ci vivrei non perchè penso che così fosse meglio; no accidenti, ci vivrei perchè l’uomo allora era diverso, migliore, cercava di superare i propri limiti, non c’era il buonismo imperante oggi ne il bigotto moralismo che si contrappone al progresso; in Italia erano tutti un po’ più provinciali, certamente più ignoranti, ma non era colpa loro. Oggi in italia le persone sono colpevolmente ignoranti: tutti noi disponiamo di strumenti inimagginabili solo trenta anni fa ma continuano esserci molti, troppi, analfabeti educati dalla TV non più finestra, per quanto piccola sul mondo, ma strumento di persuasione e propaganda da far quasi credere che i cosidetti manager di questo enorme carrozzone mediatico usino come libro di testo 1984 di Orwell.
Molte misteriose sparizioni, avvenute nell’ultimo secolo, in tutto il mondo vengono “spiegate” tutte insieme in una sera del 2004 quando una sfera di luce colpisce la Terra per svanire sulle rive di un lago e lasciare al suo posto 4400 persone, incredule e spaesate.
Questi “ritornati”, vengono immediatamente posti in quarantena per poi essere rilasciati, sia pure sotto stretta sorveglianza dell’NTAC una delle tante sigle di improbabili agenzie facenti capo alla sicurezza nazionale che circolano negli USA.
Questi “ritornati, provenienti dalle varie epoche, pian piano cominciano ad adattarsi alla società del XI secolo ognuno con i propri drammi e i propri problemi. Ben presto però si scopre che alcune di queste persone stanno sviluppando dei poteri superumani, poteri che, ovviamente possono essere usati per il bene o per il male e poteri che come nella trama di X-Men spaventano le persone “normali” che tendono dunque ad emarginare i “ritornati”.
Dopo varie vicissitudine sfuma l’ipotesi del rapimento alieno alla base del mistero dei 4400 e si scopre che in realtà questo sono stati rapiti e potenziati da essere umani provenienti da un futuro, un futuro di distruzione e di morte che potrà essere salvato solo da questi 4400 individui e dai loro nuovi poteri, poteri che in realtà avevano tutti i “ritornati” ma che il governo aveva sopito con un inibitore della sostanza che sviluppa il potere dei 4400, la proimicina. Il futuro però è più complesso di quello che appare e a fronte di una fazione che vuole salvarlo dalla distruzione esiste una fazione decisa a mantenere il proprio status quo e che non esita a mandare una sorta di anticristo, nella forma di una splendida ragazza, Isabelle, indietro nel tempo per fermare i 4400. Tutte e quattro le, brevi, stagioni si snodano fra la lotta fra il bene e il male nel passato e nel futuro dove al centro di tutto ci sono due investigatori dell’NTAC, Tom Baldwin e Diana Skouris le cui vicende personali saranno intrecciate a quelle dei “ritornati”.
Che dire della serie, per alcuni aspetti l’idea non era malvagia, anche se è stata sviluppata in maniera a volte troppo sbrigativa e semplicistica. Inoltre nella trama delle quattro stagioni ci sono spesso delle incongruenze narrative che lasciano lo spettatore un po’ perplesso. Degni di nota, invece, alcuni poteri, uno per tutti l’episodio in cui partecipa come guest star Robert Picardo (il medico olografico di ST:Voyager) in cui il “ritornato” Picardo è in grado di accelerare il metabolismo degli individui che vengono in contatto con la sua saliva permettendo a loro di dimagrire e a lui di creare il business del dimagrimento rapido. Nel complesso una serie godibile, per quanto nulla di indimenticabile.
Cast:
Jacqueline McKenzie – Diana Skouris
Joel Gretsch – Tom Baldwin
Patrick Flueger – Shawn Farrell
Conchita Campbell – Maia Rutledge
Chad Faust – Kyle Baldwin
Mahershalalhashbaz Ali – Richard Tyler
Bill Campbell – Jordan Collier
Megalyn Echikunwoke – Isabelle Tyler