Ci eravamo lasciati, in Caprica, con una serie di circostanze fortuite che avevano portato Daniel Graystone, a dare alla luce la più grande minaccia per l’umanità, i cylon. Questi androidi, macchine nate per scopi militari, grazie anche alla realtà virtuale degli oloband, giocattoli di intrattenimento sempre di casa Graystrone, una volta raggiunta l’autocoscienza, decidono di sterminare il genere umano. Da qui comincia una guerra senza quartiere fra uomini e tostapane.
LA STORIA
Blood & Chrome ci catapulta una ventina d’anni dopo le vicende di Caprica, quando William Adama, il secondo figlio di quel Joseph Adama, responsabile, almeno in parte, anch’egli, della nascita della minaccia androide e avvocato della mafia della Colonia di Tauron decide di arruolarsi, come pilota, nella guerra che da dieci anni è in corso fra le 12 colonie e i cylon.
William Adama è il miglior pilota del suo corso con un’abilità e un istinto straordinari, ma è anche un giovane arrogante e presuntuoso che non ha ancora conosciuto gli orrori della guerra e che crede che tutto sia un gioco al simulatore; in questo senso è molto diverso dal veterano Bill Adama, Comandante del Galactica, e a cui i resti dell’umanità sterminata dai “lavori in pelle” guarderà come unica guida verso la salvezza.
Nei primi quattro episodi della web series vediamo l’imbarco di Bill Adama nella Battlestar Galactica e la sua prima assegnazione come pilota di Raptor per quella che sembra un banale trasporto passeggeri ma che in breve si trasforma in una missione pericolosissima e vitale per l’intero andamento della guerra.
BLOOD & CHROME
La serie nasce come ulteriore spin-off di Battlestar Galactica 2003 e, come detto, dovrebbe narrare le vicende del giovane Bill Adama durante la Prima Guerra con i Cylon ponendosi temporalmente, a metà fra Caprica e la serie di cui è il prequel. Purtroppo SyFy, che ormai la science-fiction non ce l’ha più nemmeno nel nome, ha deciso di cancellare la serie ancora prima di mettere in onda il pilot di 90 minuti. Il numero zero, però si è trasformato in una web series di 10 espisodi di circa 10 minuti in onda dal 9 novembre sul canale Youtube Machinima e incredibilmente non disponibile per l’Italia. Dal 2013 il pilot sarà trasmesso su SyFy e il 19 Febbraio 2013 uscirà il cofanetto “Unrated” nel quale sarà inclusa la versione Blu-ray e DVD con scene tagliate ed effetti speciali.
La qualità di Blood & Chrome, per quello che ho visto fin’ora, è davvero elevatissima e spero, anche se ho molti dubbi, che il riscontro sia tale da convincere SyFy a produrne almeno mezza stagione. Intanto se avete nostalgia di quella vecchia carretta che è la Battlestar Galactica non potete perdervi questa web series.
E” incredibile pensare che siano passati 25 anni dalla prima messa in onda di Star Trek: The Next Generation(TNG), nell’ormai lontano 28 settembre 1987. In verità la serie arrivò in Italia nel 1991 ma a me sembra davvero come fosse ieri; mi sembra passato un secolo, invece, dalla prima volta che vidi la serie classica (TOS), in bianco e nero, sul vecchio Phonola di mio padre.
TNG nasce venti anni dopo la chiusura della serie classica: grazie alle repliche di TOS e ai successivi film con protagonisti Kirk & C il fandom di Star Trek continua a crescere. La Paramount decide così di riproporre la serie aggiornata agli anni ’80 (sarebbe stato difficile far entrare Shatner in una tutina aderente per altri sette anni) ambientandola un secolo dopo, con nuovi protagonisti e una nuova più moderna astronave.
LA STORIA
La nuova serie ricalca in parte il tema dominante della serie classica: una nave stellare, la nuova Enterprise, di classe Galaxy, matricola NCC 1701D e un equipaggio in missione nel quadrante Alfa per conto della Federazione dei Pianeti Uniti. Sono passati cento anni dalla missione quinquennalle della NCC1701 Enterprise; la Federazione è più matura e nuovi pericoli minacciano la pace nel quadrante. Questa volta i Klingon sono alleati, sulla plancia della nuova Enterprise è persino presente uno di loro, Worf, mentre i romulani continuano ad essere arroccati dietro la zona neutrale e a minacciare saltuariamente i territori federali.
Altri nemici si delineano ai margini del quadrante i Cardassiani con la loro sete di conquista ma sopratutto gli spietati Borg, una razza di cyborg, provenienti dal quadrante Delta, con l’unico obiettivo di “assimilare” ogni forma di vita organica. La nuova Enterprise e il nuovo equipaggio comandato dal capitano Picard viaggierà in missioni diplomatiche (importantissima per le sorti della Federazione la mediazione di Picard nella successione dell’impero Klingon) ma anche in vere e proprie missioni militari.
Nonostante il sub-plot simile, in TNG la parte avventurosa, pur presente, è meno centrale e la nuova serie dimostra una maturità, di fronte a certe tematiche anche “sociali” che TOS non ha mai raggiunto; c’è da dire che, a differenza di TOS, TNG ha avuto più tempo per poter crescere, la prima stagione, in realtà, è decisamente fiacca e solo dalla terza stagione si sono visti episodi realmente memorabili.
L’EQUIPAGGIO
Questo poster mi accompagna da oltre 20 anni
Voler azzardare un paragone fra gli equipaggi di TNG e TOS è impresa ardua.
Picard introverso e riflessivo è diversissimo dall’impulsivo donnaiolo Kirk personaggio in parte ripreso dal primo ufficiale Riker(anche lui nelle ultime stagioni comincia ad avere difficoltà con le tutine),
Spock non ha un vero e proprio omologo anche se Data l’androide alla ricerca dell’umanita, probabilmente ci andrebbe molto d’accordo.
Scotty è stato sostituito da un LaForge spesso troppo ingessato per poterne prendere il posto nel cuore dei fan (per quanto Levar Burton sia davvero simpatico) e il burbero dottor McCoy è stato sostituito indegnamente dalla dottoressa Crusher (nella seconda stagione dalla dottoressa Pulanski) che non ha realmente ragione di esistere se non per la noiosa storia d’amore mai cominciata con Picard.
Ci sono poi personaggi che non trovano nessun omologo nella TOS.
Il capo della sicurezza della nave: Tasha Yar nella prima stagione e il klingon Worf dalla seconda in poi. Tasha esce dalla serie troppo presto e il suo personaggio, che avrebbe potuto avere un’evoluzione positiva, verrà presto dimenticato per essere sostituito da Worf, un klingon cresciuto in una famiglia umana, il cui personaggio sarà al centro di moltissimi episodi ed evolverà nel corso delle sette stagioni per poi ritrovarsi in Star Trek: Deep Space Nine.
Il Consigliere della Nave, Deanna Troi, in parte betazoide, è dotata di una fortissima empatia: aiuta l’equipaggio in missione nello spazio ad attenuare la tensione, ma in moltissime occasioni è indispensabile a Picard nelle sue missioni diplomatiche.
CURIOSITA’
Nella nuova serie fanno apparizioni come guest star alcuni personaggi della serie classica. Nel pilot “Incontro a Farpoint” appare DeForest Kelley nei panni di un anziano Dottor McCoy, inoltre nella serie appariranno Spock(Leonard Nimoy) e Scotty(James Doohan). Dalla seconda stagione fa la sua apparizione Guinan (Whoopy Goldberg) che gestirà il bar di prora della nave. Principali innovazioni tecnologiche della nuova serie sono:
– i comunicatori, non più portatili (tipo cellulare) ma integrati nel badge sul petto dell’uniforme;
– i replicatori particolari dispositivi basati sulla stessa tecnologia del teletrasporto in grado di comporre insieme le molecole per costruire cibo e utensili
– i ponti olografici, particolari habitat dove viene riprodotto un ambiente virtuale utilizzando degli proiezioni olografiche e dei campi di forza
la nuova nave stellare, oltre a tutte le innovazioni, ha un sistema per ricostruire i cristalli di dilitio, indispensabili per la navigazione a curvatura e che spesso lasciavano in panne la vecchia Enterprise di Kirk; da non dimenticare l‘LCARS, la particolare interfaccia full touch-screen dei computer della Federazione.
CREDITS
Capitano Jean-Luc Picard – Patrick Stewart Comandante William T. Riker – Jonathan Frakes Tenente Comandante Data – Brent Spiner Tenente comandante Geordi LaForge – Levar Burton Tenente Worf – Michael Dorn Dr. Beverly Crusher – Gates McFadden (1987-1988 / 1989-1994) Consigliere Deanna Troi – Marina Sirtis Tenente Natasha Yar – Denise Crosby (1987-1988) Wesley Crusher – Wil Wheaton (1987-1990) Dr.Katherine Pulaski – Diana Muldaur (1988-1989) Capo Miles Edward O’Brien – Colm Meaney (1987-1993) Guinan – Whoopi Goldberg (1988-1992) Tenente Ro Laren – Michelle Forbes (1991-1992) Keiko Ishikawa O’Brien – Rosalind Chao (1991-1993)
Titolo Originale: “Star Trek: The Next Generation” Creato da: Gene Roddenberry Produttore Esecutivo: Gene Roddenberry Prodotto da: Burton Armus, Ira Steven Behr Effetti Speciali: Dick Brownfield Musiche: Jay Chattaway, Alexander Courage, Don Davis, John Debney, Ron Jones, Dennis McCarthy, George Romanis, Fred Steiner, Jerry Goldsmith Episodi: 278 episodi da circa un ora in sette stagioni andate in onda la prima volta dal 1987 al 1994 (in Italia su Italia 1 dal 1991 al 1997)
https://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2012/09/tng012.jpg375600Arcangelohttps://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2021/08/ucronia.pngArcangelo2012-09-28 23:05:142012-10-06 11:03:42The Next Generation compie 25 anni
Da qualche giorno ho cominciato a guardare questo telefilm prodotto per la TV americana TNT e riconfermato già per la quinta stagione. Il serial TV prodotto da John Rogers e Chris Downey, a partire dal 2008, è una serie d’azione e d’avventura con episodi di circa 45 minuti.
Leverage è il nome di una squadra eterogenea formata da un ex-investigatore assicurativo caduto in disgrazia e da quattro criminali professionisti specializzati in truffe, furti e effrazioni che insieme formano una squadra unita al motto di “I ricchi e i potenti si prendono quello che vogliono, noi vi ridaremo il mal tolt0” ed è proprio quello che fanno i ragazzi di Leverage, letteralmente “leva finanziaria” quella stessa che permette al potere di sovrastare la gente comune.
Ogni episodio del telefilm si svolge secondo una trama ben definita. Il team, di quelli che si autodefinsicono “consulenti” , incontra il “cliente” e accetta il caso. Viene studiato il cattivo di turno e viene elaborato un “piano” che consiste in un qualche genere di truffa volta a ristabilire le giuste proporzioni. Le operazioni procedono e i ragazzi di Leverage sembrano inizialmente avere la peggio, la truffa è nascosta anche al punto di vista di quello che guarda dal divano. Nel finale miracolosamente le parti si invertono e il bene trionfa mentre allo spettatore vengono spiegati, attraverso una serie di flashback, le fasi e le evoluzioni della truffa che erano state in precedenza celate.
Per i canoni attuali, Leverage, con il suo plot ripetitivo, la mancanza di un unico filo conduttore che si svela, piano piano, dietro ogni storia e i suoi enormi buchi di sceneggiatura può essere ricondotto ad un telefilm di serie B, ma è proprio questo il segreto del successo programma.
Leverage è una serie leggera che non prende mai troppo sul serio; non è necessario seguire ogni episodio nel giusto ordine per capirci qualcosa (La7 infatti li ha trasmessi a caso), non ci sono trame oscure e , complotti immaginari, sembra di tornare ai tempi di A-Team con tutta la spensieratezza di una serie dove, nonostante le ambiguità di fondo, è chiaro chi sono i buoni, chi sono i cattivi e dove il lieto fine è assicurato.
Vediamo chi sono i protagonisti di Leverage:
Mastermind: Nathan Ford (Timothy Hutton) un ex investigatore assicurativo che dopo la perdita del figlio a causa del rifiuto della IYS, l’assicurazione per cui lavorava, di supportare le cure sperimentali che avrebbero salvato il bambino piomba in un periodo di crisi e depressione. Divorzia dalla moglie, lascia la compagnia, diventa un alcolista. Riesce a ritrovare, in parte, se stesso solo grazie alla squadra Leverage, di fatto una nuova famiglia, e grazie alla nuova attività dove non più servo di una multinazionale riesce realmente ad aiutare i bisognosi e a punire i malvagi là dove la legge non può arrivare.
Grifter: Sophie Devereaux (Gina Bellman) è un’aspirante attrice anche se nessuno ha mai avuto il coraggio di dirle che non è assolutamente portata per il palcoscenico ma, dotata di una naturale empatia e di una profonda conoscenza dell’animo umano, quando lavora come truffatrice e come ladra di opere d’arte, è in grado di far venir fuori tutta la sua vena artistica riuscendo ad immedesimarsi in qualunque personaggio al punto di dimenticare, quasi, la sua vera identità che non è nemmeno quella di Sophie con cui è conosciuta dai compagni di Leverage. Sophie e Nathan hanno una chiara attrazione reciproca che per vari motivi stenta a decollare durante la serie
Hitter: Eliot Spencer ( Christian Kane), picchiatore, guardia del corpo, ladro, assassino, cecchino, soldato. Imbattibile nel corpo a corpo ed esperto di armi si autodefinisce “esperto di recupero”. Lui è il braccio armato di Leverage, quando c’è da menare le mani arriva Eliot; in diverse occasioni, tuttavia, si scoprono di lui dei lati sorprendenti sia dal punto di vista sentimentale che da quello più meramente intellettuale che lo portano in molte occasioni a tirare fuori dai guai i compagni.
Hacker: Alec Hardison (Aldis Hodge) esperto di informatica e di tecnologia è in grado di maneggiare qualunque tipo di apparecchiatura elettronica per metterla al servizio dei compagni. Non c’è banca dati in cui non possa entrare, non c’è sistema di videosorveglianza che non possa violare. Ama i trucchetti scenografici e le esagerazioni; il suo ruolo è indispensabile nella squadra.
Thief:Parker (Beth Riesgraf) ladra, acrobata, borseggiatrice. Orfana e vittima di un’infanzia difficile è diventata una ladra per necessità. Parker è in grado di forzare cassaforti, camminare su cornicioni, calarsi da un grattacielo con la stessa disinvoltura con la quale noi prenderemmo un caffè. Di fronte ad una situazione che implichi un carico emotivo, però, finisce in preda al panico. Nel telefilm si nota una certa attrazione con Hardison ma le circostanze e il carattere introverso di Parker non aiuta ad uno sviluppo in senso sentimentale della loro amicizia.
Beh vi lascio proprio con una galleria della bellisima Beth Riesgraf
Reboot, remake, rebuild… Hollywood non risparmia niente e nessuno e cosa c’è più facile che ravanare nel mondo delle serie TV per riproporre una delle storie più avvincenti degli anni ’80? Parlo, naturalmente, del remake cinematografico di “The A-Team“.
L’A-Team ha lasciato in tanti ex-adolescenti negli anni ’80 un ricordo indissolubilmente legato al taglio alla moicana e al furgone di P.E.Baracus, al sigaro e ai piani di Hannibal, alla Corvette e al sorriso di Sberla e alla follia di Murdok; francamente riproporne una versione cinematografica non deve essere stata un’operazione semplice e, oggettivamente, ha avuto un successo parziale.
Il film del 2010, prodotto da Ridley Scott oltre che da Stephen J.Cannel (creatore e produttore della serie originale) in sè non è brutto; Liam Neeson è abbastanza credibile nel ruolo di Hannibal e anche gli altri attori non se la cavano male, a dirla tutta solo Sharlto Copley fa rimpiangere il “Matto Urlante” Murdok della serie TV, ma penso che rimpiazzare Dwight Shultz in quel ruolo sia semplicemente impossibile.
La storia, tuttavia, sarebbe più adatta ad una buon episodio del vecchio telefilm piuttosto che ad una pellicola cinematografica, il film sembra quasi il pilot di una nuova serie, ma, alla fine, come ho detto, l’ora e mezza della durata della pellicola passa piacevolmente fra scazzottate, sparatorie e improbabili combattimenti aerei fra droni telecomandati e carri armati in caduta libera.
Rispetto alla serie originale, il plot cambia di poco. L’A-Team rimane una ex-squadra speciale delle Forze Armate USA che ha prestato servizio Medio Oriente anziché in Vietnam e, a differenza della serie TV, alla fine del film l’A-Team trova le prove per scagionarsi da un reato mai commesso ma, purtroppo, serve un capro espiatorio, e dopo un lungo concatenarsi di eventi il film non potrà fare altro che terminare così:
“Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere e se riuscite a trovarli forse potrete ingaggiare il famoso A-Team”
Tutto sommato è stato un piacevole tuffo nel passato e i cameo di Dirk Benedict e Dwight Shultz (riproposti anche dopo i titoli di coda) è quasi commovente :-)
https://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2012/06/The-A-Team-2072-595x446.jpg450600Arcangelohttps://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2021/08/ucronia.pngArcangelo2012-06-23 00:12:042012-06-23 00:12:04A-Team, il film
Dopo aver parlato di Caprica, non posso non fare una speciale menzione per Alessandra Torresani (Alessandra Olivia Toreson) l’attrice che interpreta Zoe Graystone nella serie.
Alessandra Torresani nasce il 29 maggio del 1987 a Palo Alto in California, figlia di immigranti italiani. Prima di diventare attrice ha studiato danza e canto dall’età di due anni. Il suo debutto televisivo avviene all’età di nove anni in “Kids’ WB Club” del Canale KBWB di San Francisco. Successivamente ha lavotato come guest star, fra gli altri, in JAG, ER, The War at Home, Malcolm In The Middle, Arrested Development, Terminator: The Sarah Connor Chronicles e CSI.
A maggio 2008 entra a far parte del cast regolare di Caprica nel ruolo di Zoe Graystone e diventa una sorta di novella Hayden Panettiere, a cui assomiglia anche fisicamente.
Vi lascio con la scontata gallery della Torresani :-)