Su giornali e siti web leggo in questi giorni la notizia che 20 anni fa sarebbe nata Internet, confondendola come al solito con Internet Explorer. La nascita di Intenet può farsi risalire tranquillamente alla rete militare Arpanet negli anni ’60, altro che venti anni, anche se è nella RFC65 del dicembre 1975, relativa alle specifiche del protocollo TCP, che compare per la prima volta il termine Internet (non usato come sostantivo). Che cos’è Internet, in realtà? Detto molto semplicemente e senza voler entrare nel merito di questioni etimologiche si può tranquillamente definire Internet l’unica rete di computer mondiale ad accesso pubblico. Cosa nasce venti anni fa, invece? Il 13 marzo del 1989, al Cern, il fisico Tim Berners-Lee pubblica un documento, “Information Management: A Proposal”, in cui, sostanzialmente, vengono gettate le basi per uno standard di comunicazione ipertestuale fra sistemi diversi, che doveva, nelle intenzioni servire a comunicare i dati provenienti dall’Acceleratore di Particelle del Cern agli scienziati di tutto il mondo, che utilizzavano computer diversi e diversi sistemi operativi. Un paio d’anni dopo, dallo sviluppo di quel documento sempre Tim Berners-Lee diede vita al primo server web(nella foto) e al primo sito Internet. Di fatto Berners-Lee non ha inventato nulla, studi su sistemi di comunicazione ipertestuali andavano avanti dagli anni ’40 anche se ha avuto il grande merito dell’idea di applicare questo concetto alla rete Internet (ma non era questo lo scopo del progetto iniziale) e il buon gusto di non chiederne i diritti d’autore. Ad ogni modo dal 1993 esiste un nuovo servizio Internet, il World Wide Web (WWW) che ha fatto la fortuna di questo strumento di comunicazione. Quando si parla di Intenet, dunque, è bene sempre ricordarlo, stiamo parlando di qualcosa di ben più grande e complesso di un semplice standard di comunicazione, il “WWW” è solo un servizio, come lo è Usenet, la Posta Elettronica o Skype. Quindi Buon Compleanno World Wide Web.
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Nel 1987 fu indetto un referendum per l’abrogazione di una serie di leggi che incentivavano la produzione di energia nucleare in italia, decretando, di fatto la fine dello sviluppo di qualunque programma nucleare e la chiusura delle centrali esistenti. In realtà l’unica centrale effettivamente dismessa fu quella di Caorso mentre le altre tre in attività dagli anni 50 avrebbero comunque terminato il loro ciclo vitale di li a poco. Il referendum fu indetto sull’onda emotiva dell’esplosione del reattore di Chernobyl che nel 1986 tornò ad alimentare in tutto il mondo il terrore del nucleare e la paura della radioattività che andava pian piano assopendosi dopo la guerra e le bombe in Giappone.
Oggi siamo di nuovo pronti a riprendere il programma nucleare ma è probabilmente troppo tardi. Abbiamo bisogno di energia ora non tra vent’anni, inoltre se devo credere a qualcuno preferisco stare a sentire Rubbia piuttosto che qualunque politico, politicante o ricercatore al soldo di questi ultimi. In un’interessante intervista dell’anno scorso, il premio nobel per la fisica, sostanzialmene dice tre cose: non è possibile costruire una centrale nucleare che possa definirsi sicura e a bassa produzione di scorie, che non è una grande idea continuare a produrre energia utilizando materie prime tendenzialmente in via di esaurimento come il petrolio e l’uranio e che il costo di gestione delle centrali nucleari è elevatissimo, tanto da ripercuotersi per un 20% sul ricavo derivante dall’energia prodotta.
Se quanto detto non bastasse vorrei aggiungere che siamo in italia dove hanno seppellito rifiuti speciali nelle discariche di Napoli, dove sono stati messi rifiuti tossici sul fondo delle nuove autostrade e dove veniva usato cemento “impoverito” nelle grandi opere; l’italia non ha più nemmeno professionalità già formate al trattamento dell’energia atomica da quando l’ENEA è stata riformata. A fronte di tutto e in barba al referendum dell’87 (ma questo ci può anche stare) abbiamo appena concluso una serie di accordi con La Francia per la costruzione di 4 nuove centrali di III generazione (che detto così sembrerebbero più innovative delle altre) entro una ventina d’anni o poco meno… brrrrrr…
La prima volta che sentii parlare di Darwin facevo la terza elementare. Quelle teorie all’epoca mi sebravano talmente scontate e banali che non riuscivo a capire percè diavolo si perdesse tempo ad insegnarle a scuola.
Non avrei mai creduto, a quei tempi, che dopo quasi trenta anni ci potessero essere degli imbecilli capaci di mettere in dubbio Darwin, non sapevo a 8 anni quanto stupida, abietta e meschina potesse essere la razza umana.
Ricordiamo i 200 anni dalla nascita di Charles Darwin sperando che il mio bambino potrà continuare a studiarne a scuola le teorie.
La foto l’ho scattata di nascosto all’Abbazia di Westminster sotto lo sguardo minaccioso di un custode.
Dopo l’ultima bolletta Enel ho deciso di superare la mia pigrizia e cercare di far luce sui misteri del dove cavolo vada a finire l’energia che pago. Come prima cosa ho preso il dettaglio degli importi in bolletta e sto cercando di decifrarli. Francamente non è affatto facile, mi sembra di capire che i Kwh consumati vengano ripartiti nelle verie fasce di costo in base ai consumi annui (non ho capito se presunti o se facendo riferimento all’anno precedente). Non è chiaro come vengano ripartiti i Kwh, suppongo in proporzione agli scaglioni e in base al consumo annuo, e ancora non capisco in che modo vegano aggiunte le voci A, UC, MCT che sembrano quasi messe lì in maniera random. Ad ogni modo ho conforntato la bolletta con quella di mio padre è vedo che consumo circa il doppio di lui pagando più del triplo. Facendo un rapido calcolo in base alle tariffe il costo ci può stare adesso tocca capire il perchè di tali consumi. OK ho praticamente due server accesi, faccio una lavastoviglie al giorno una lavatrice al giorno, ci sono troppe alogene e poi TV, VCR, DVD, Home Theatre, Playstation, Box Multimediale, Digitale terrestre… però sono tutte cose che avevo anche quando pagavo molto meno della metà. Ad ogni modo ancora una volta LIDL ci da una mano. Ho appena acqistato il misuratore di consumi elettrici in vendita nella famosa catena tedesca, l’aggeggio messo fra la presa e l’utilizzatore è in grado di misurare i consumi istantanei e nel periodo. Ho cominciato con la lavastoviglie…
Ospite d’eccezione al corteo inaugurale della nuova presidenza USA del 20 gennaio scorso il prototipo del LER (Lunar Electric Rover) il nuovo rover lunare che verrà utilizzato presumibilmente nelle future missioni lunari nel 2020.
Obiettivo delle nuove missioni sulla Luna sono quelli di creare un insediamento stabile e di esplorare il terreno del nostro satellite. Il LER è stato progettato allo scopo di muoversi su grandi distanze. Il nuovo rover è uno veicolo completamente versatile e configurabile. Il modulo base del LER è una piattaforma con 6 coppie di ruote indipendenti alimentati da motori elettrici in grado di muoverere il veicolo in tutte le direzioni Il rover può essere pilotato dagli astronauti in tuta spaziale come accadeva negli anni sessanta e può essere equipaggiato per il trasporto di merci. Una delle configurazioni possibili quella più interessante, però, è quella che trasforma il rover in una sorta di camper pressurizzato. In questa configurazione due astronauti possono vivere per 14 giorni all’interno del rover senza indossare una tuta spaziale. Per le evenutuali missioni EVA agganciati all’esterno del LER, per non togliere spazio vitale all’interno, ci sono due tute; gli astronauti possono indossare la tuta spaziale passando attraverso un portello pressurizzato agganciato alla schiena del sistema di sopravvivenza extraveicolare. Il LER è in grado di agganciarsi alla base lunare per un apposito portello che consente agli astronauti di entrare e uscire dal rover. Ad ottobre del 2008 il LER è stato testato con un viaggio di 140 km nel deserto.