In questi giorni al salone dell’automobile di Nuova Delhi è stata presentata niente meno che da Ratan Tata l’auto che dovrebbe rivoluzionare il concetto di mobilità nei paesi emergenti: la Tata Nano. Ora quest’auto ha scatenato un vero e proprio caso mediatico con tanti commenti cretini da parte dei vari sedicenti esperti che davvero non se ne può più.
Ora il concetto di automobile dalle nostre parti non è molto legato alla mobilità. Per noi italiani e più in generale nella parte ricca del mondo, l’auto è ormai considerata uno status symbol e deve avere certe caratteristiche. Poi il marketing ci fa credere che siano indispendabili le cinque stelle euroncap, e scarozzare un bambino magari in una vecchia Panda è considerato tentato omicidio colposo con l’aggravante della giovane età. In realtà mio padre da piccolo aveva una NSU Prinz 4L: serbatoio anteriore, trazione posteriore, motore di 598cc per 30 Cv e una velocità massima di circa 110Km/h. Io ci sono cresciuto dentro quella macchina e non ricordo di essere mai morto eppure dubito che avrebbe passato un qualunque moderno crash test. Fra l’altro ho personalmente avuto per qualche anno una Panda 30 con simili caratteristiche e sono sopravvisuto pure a quella. QUal’è (si lo so che la maestra dice che non ci sta l’apostrofo ma sbaglia) il punto? Il punto è che un’automobile con caratteristiche simili alla Tata Nano è una manna dal cielo per tutti i paesi in via di sviluppo visto il costo di 2500 dollari e potrebbe cambiare l’economia di molti centri come fece la Fiat 500 da noi o la Ford T in USA. Ora sento i vari ambientalisti dire che una macchina che, potenzialmente, potrebbe essere acquistata da un miliardo di persone ciporterebbe ad un incremento enorme dell’emissioni di gas tossici (quali gas, quanto sarebbe l’aumento e quali sarebbero i danni per l’ambiente ci viene tuttavia celato e comunque perchè agli indiani o a Ratan Tata dovrebbe fregare qualcosa non è dato sapere), poi i propritati di orrendi SUV che si preoccupano della sicurezza dei poveri indiani dicendo che il serbatoio anteriore potrebbe esplodere in caso di urto o peggio e infine queli che si preoccupano, giustamente, delle condizioni di lavoro degli operai delle fabbriche che producono la Tata (che adesso stanno strumentalmente manifestando) ma che pensano a dove vengono assemblate le auto dei vari blasoni e non si preoccupano delle condizioni di lavoro di quelli che producono i tanti manufatti importati dalla Cina e rivenduti a costo centuplicato dalle nostre aziende. Ovviamente se la Nano dovesse arrivare da noi io non la comprerei mai, ma solo perchè per entrare nel nostro mercato dovrebbe avere una serie di accessori inutili e tanta elettronica e si distorcerebbe il concetto di auto semplice facendo lievitare il prezzo ad almeno 4500 Euro. Poi però siamo tutti a lamentarci che le macchine costano care.
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Da un paio di giorni sto attraversando una fase di pessimismo, dovrei controllare i bioritmi non lo faccio da quando guardavo “I Ragazzi del Computer” e copiai un floppy disk da 5 e 1/4 sul vecchio drive compatibile C=1571 contenente un programmino per C=64 totalmente in basic per il calcolo dei bioritmi; fino ad allora non sapevo assolutamente cosa diavolo fossero e devo dire che anche dopo non me ne è mai fregato niente. Da dove spuntano i bioritmi, ah la mia fase negativa. Troppo lavoro forse o il mio caratteraccio che me lo fa pesare, più probabilmente, ma oggi pensavo a come si è evoluto il concetto di famiglia nel nostro “bel” paese. Non voglio andare troppo indietro, diciamo ai tempi dei miei genitori c’era un papà che lavorava per mantenere la famiglia, una mamma casalinga e due-tre figli che crescevano sereni a casa accuditi amorevolmente. Poi vennero i divorzi e le famiglie distrutte, parlo di metà anni ’80, poi le famiglie allargate metà anni ’90, oggi? Oggi se si decide di mettere su famiglia difficilmente si sceglie il matrimonio e quando lo si fa è una scelta molto più matura e consapevole perchè, fra l’altro, sempre più spesso arriva in tarda età. Il problema è che tutte le tutele sulla famiglia mal si adattano ai cambiamenti di una società in evoluzione; tutt’altro, le leggi in materia sono fatte per un modello di famiglia, che praticamente non esiste più, che è quello dei miei genitori. Solo che da allora di acqua ne è passata sotto i ponti. Negli anni c’è stata una evoluzione delle opportunità femminili nei campi una volta a totale appannaggio degli uomini ma questa acquisizione di “diritti” è stata colpevolmente trasformata in un ammortizzatore sociale. Oggi vuoi per un accrescersi dei bisogni ma sopratutto per una perdita del potere di acquisto dei salari semplicemente, chi appartiene al modello di famiglia di mio padre si ritrova alla soglia della povertà. Chi è tutelato? Chi i diritti gli ha ormai acquisiti ed ormai è vecchio e spesso rincoglionito; una donna che lavora, per esmpio, non ha alcun aiuto da parte dello stato quando ha un figlio, qualche mese di maternità, un relativamente breve periodo di allattamento e poi? Poi molti ricorrono alla famiglia, mamme, zie, nonne per accudire i pargoli e tornare “serenamente” a lavorare; altri che non hanno questa possibilità o che decidono che i parenti non potranno mai dare nessun tipo di educazione ai propri figli devono rivolgersi agli asili nido. Ma esistono asili nido statali? Esistono asili nido aziendali? Ci sono aiuti sotto forma di sgravi fiscali per pagare la retta di un asilo nido? La risposta a tutte e tre queste domande è sostanzialmente: no. (O meglio quello che c’è è altamente insufficente il che, alla fine, fa lo stesso). Lo ammetto, sono alla ricerca di un nido per il cucciolo per quando la mamma terminerà le ferie, ma la cosa non mi fa affatto piacere. Del resto, a chi il post dovesse sembrare leggermente interessato, ricordo che il sito è mio.
P.S. Non ci credo lo stesso ma nell’immagine il mio bioritmo, calcolato su Yahoo, la curva verde rappresenta il ciclo emotivo (sentimenti emozioni) :-)
Non ho mai capito il senso dei saldi. Più volte hanno cercato di spiegarmelo ma non ci arrivo, non capisco perchè debba esserci una regolamentazione precisa dei periodi in cui uno può fare sconti per svuotare i magazzini prima di riassortire, capisco regolamentare i sottocosto ma i saldi proprio no. Comunque resta il fatto che ci sono due periodi dell’anno in cui per l’abbigliamento si possono fare buoni affari e tutto sommato perchè non approfittarne. Non mi era mai capitato però di andare per negozi il primo giorno dei saldi ma quest’anno il primo giorno coincide col sabato e col bimbo piccolo se vuoi uscire tocca andare in un luogo chiuso. Eccoci così diretti al centro commerciale alle due e mezza del pomeriggio:-prendiamo qualcosa al ristorante, sperando che sia ancora aperto, e poi ci facciamo un giro nei negozi visto che ci sono i saldi-.
Arriviamo e già la difficoltà a trovare parcheggio non fa presagire nulla di buono. Entriamo ci dirigiamo al ristorante e… una fila chilometrica per entrare e tutti i tavoli occupati… OK andiamo a MacDonald… almeno due ore di coda. Fanculo andiamo via ci fermiamo in un self service che chiude appena entriamo; mangiamo gli ultimi due hamburger con patatine rimasti (buoni però) e decidiamo di passare da quel negozio alla zona industriale che avrà i cappotti in saldo. Anche li un casino di gente, tutto al 50% ma mezz’ora di coda per pagare. Troviamo l’agognato cappotto, andiamo alla cassa per scoprire che la gente spendeva anche più di mille euro di abbigliamento (no non eravamo ad un outlet di Armani). Ora vabbè che ci sono i saldi ma francamente sei sicuro che ti serva tutta la roba che hai preso?
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Un riccone avaro e vecchio dice: ahimè così non và vedo nero nello specchio chissà come finirà…”ah la crisi…mmh la crisi mmmm”
Ma cos’è questa crisi…ma cos’è questa crisi…
Cali fuori il portafogli metta in giro i grossi fogli e vedrà…che la crisi finiràà!!
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Ogni tanto una buona notizia. Secondo una ricerca del Politecnico di Milano e della Nielsen, pare che il 54% degli italiani, nelle ore del cosidetto prime-time, preferisca internet alla TV. Il dato è ancora più eclatante se osservato qualitativamente, dal momento che sembra che non siano solo i giovani delle grandi città a spostare le proprie preferenze verso il web ma anche la mite casalinga di Voghera.
Chi l’avrebbe detto solo nel 1983, l’anno di pubblicazione dell’albo di Topolino da dove ho ripescato questa pagina.
La pubblicità recita:
VIC 20 è il computer più diffuso nel mondo, oltre un milione di esemplari venduti. Perchè?
1. VIC20 è facile da usare: lo colleghi alla TV e premi i tasti. Tutto qui. – 2. Ci puoi giocare dagli scacchi agli invasori spaziali, e puoi inventarti i tuoi giochi. – 3. Lo usi per la scuola, per risolvere problemi e compiti. – 4. Lo impieghi in casa per la contabilità entrate-uscite, ma anche per le ricette e il bioritmo… – 5. Costa solo 423.000 lire più iva. – 6. Puoi imparare a programmare in Basic, la lingua del futuro. – 7. E’ stato scelto come computer dell’anno dalle migliori riviste internazionali di informatica. – 8. E’ della Commodore, la N.1 in Europa nel campo dei Personal Computer. Perchè non farti un regalo intelligente?
In effetti il VIC 20 è stato il primo home computer ad entrare nelle case della gente e nonostante le sue caratteristiche tecniche ridicole confrontate con quelle di qualunque cellulare da pochi euro faceva esattamente quel che prometteva e anche il prezzo non è che sia cambiato rispetto ai moderni PC. Considerando uno stpendio medio di circa un milione di lire nel 1983 parlare di 423 mila lire è come paragonare i 600 euro attuali di un PC decente con uno stipendio medio di 1.200 Euro.
Dunque cominciamo col dire che per il nuovo anno devo cercarmi una tastiera retroilluminata che sia decente, ne ho già una molto bella ma che necessita di martellare i tasti per farla funzionare e quindi sta attaccata ad un pc che uso solo come server e fa anche la sua porca figura quando vengono gli amici; del resto fare come sto facendo adesso, scrivere, cioè, con la luce del monitor su una tastiera nera non è il massimo per l’ortografia e la vista.
Intanto il primo giorno del 2008 si conclude col solito bilancio delle vittime da botti e imbecillità. Ma è possibile che il genere umano sia, complessivamente, talmente idiota che puntualmente la notte di capodanno ci siano circa 500 feriti e quasi sempre ci scappi il morto a causa di fuochi pirotecnici e colpi d’arma da fuoco? Eppure sembra quasi un rito che debba ripetersi ogni anno, era meglio quando ci si limitava a gettare via i vecchi servizi di piatti giù dal quarto piano.
Tornando al capodanno: nel solito tour de force telefonico per i classici auguri mi hanno comunicato che il 2008 sarà l’anno del Toro… che culo! Ma insomma, e torniamo alla sostanziale imbecillita complessiva del genere umano, nel 2008, dico otto anni dopo il fatidico 2000 come diavolo si può ancora credere che le stelle o i pianeti possano predire o peggio influenzare il futuro di un individuo? Eppure è così, cosidetti astrologi spopolano in TV, sui giornali, alla radio, su internet e non solo nel periodo di fine anno ma sempre. La gente continua a buttare via una fortuna fra tarocchi, maghi e numeri telefonici a pagamento per sentire ciò di cui ha bisogno da un sedicente mago (e dire che basterebbe un qualsiasi telefono amico), salvo poi lamentarsi di essere stati truffati.
Beh considerando che i prossimi mesi saranno abbastanza duri concludo con una nota di ottimismo: fra sette mesi si va a mare!!! (Quelli che si sono buttati nelle acque ghiacciate di Rimini o nel Tevere stamattina non contano eh!)