Fra gli interventi per una mobilità sostenibile che i vari comuni italiani stanno mettendo in atto, sicuramente uno dei più visibili è la creazione di nuove rotatorie per sostituire i semafori. Le rotatorie rendono il traffico più fluido, riducono l’inquinamento, hanno minori costi di gestione degli impianti semaforici, insomma sembrano la panacea per il traffico cittadino e non.
Oggi pomeriggio vado a LIDL (ho comprato un magnifico telecomando 8 in 1), non ci andavo da tempo ed ecco sulla solita strada una rotonda; quando ero costretto a fare il volontario durante il servizio civile, dove ora c’è quella rotonda ho dovuto tirare fuori gente dalle lamiere delle auto, quindi bene. Proseguo lungo la strada, cinquanta metri ed ecco un’altra rotonda ma… ma… ma… a che cazzo serve? La rotonda ha soltanto un’entrata e un’uscita, non riesco a crederci. Insomma va bene fare le rotonde ma qui si esagera, basta rotatorie inutili, basta rotonde da 30 cm che creano soltanto più casini e ancora basta con le rotatorie con orribili fontane o sculture di dubbio gusto.
Ah già che ci sono in Italia il codice della strada non dice nulla a proposito delle rotatorie quindi si circola seguendo le normali regole e si da la precedenza a destra se non ci sono indicazioni diverse. In realtà le nuove installazioni seguono il modello francese e quindi ha la precendenza chi circola nella rotonda ma è tutto segnalato.
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Ma quanto rosicano… Io sono convinto, l’ho già scritto, che in questo paese se fallisse definitivamente la piccola impresa si risolverebbero tre quarti dei problemi. C’è un’enorme quantità di piccolissime aziende destrutturate, senza specifiche competenze, che pagano (quando si ricordano) i dipendenti in nero o li assumono con contratti che avrebbero fatto la gioia degli industriali del 700 e che non fanno altro che destabilizzare il mercato, facendo concorrenza in ambiti dove non dovrebbero neppure avvicinarsi, svendendo prodotti e servizi a prezzi da cinesi salvo poi non riuscire, ovviamente, a stare dietro alla commessa. Queste aziende sono generalmente guidate da un tuttologo imprenditore generalmente viscido, con le capacità intellettive di un macaco e che rosica come un castoro. Rosica perchè idea comune sarebbe che il macaco sia un benefattore dell’umanità, un dispensatore di posti di lavoro e se ne convince (lui non assume perchè ha bisogno, no… assume per le statistiche sulla disoccupazione eh) e proprio non capisce perchè anche lui, poverino, debba (scandalo) pagare le tasse. Il rosicamento è tanto più energico quando ci sono faccende come quella dell’Alitalia.
Come tutte le aziende di stato l’Alitalia nel corso degli anni è stata gestita in maniera clientelare ed è servita ai vari politici sopratutto come bacino elettorale, ma la compagnia di bandiera rimane, nonostante tutto, una grande azienda dove esistono ancora i sindacati ed è anche un’azienda particolare, un’azienda dove il core business è gestito da una categoria, quella dei piloti, che se ne fotte di perdere il posto di lavoro… eh si non sono schiavi con contratti a progetto ma sono professionisti con una formazione rivendibile in qualunque momento e in qualunque posto, senza contare che se (speriamo) Alitalia fallisse, qualcuno dovrà pur farle quelle tratte. Quindi i piloti e in generale il personale di bordo NON è ricattabile. Da qui l’esultanza dei dipendenti Alitalia al fallimento di un accordo che avrebbe visto non solo più esuberi del necessario ma un peggioramento delle condizioni economiche e di lavoro. Quando il TG5 delle 22.00 propone al macaco (che ha avuto una dura giornata di sbattimenti in giro nella Mercedes in leasing ma non è riuscito a proporre i suoi inutili prodotti/servzi a nessuna azienda pubblica) queste scene di esultanza parte il rosicamento. Ma come si permettono guadagnano 5 anzi 8 anzi 12, anzi 18 mila euro al mese a spese dei contribuenti adesso hanno fatto fallire un meraviglioso accordo ideato dal nostro Presidente… è tutta colpa dei sindacati… sinistri rossi… CGIL…CGlkd…sdssdfkmc…ugh ugh… si alla fine non riesce più ad esprimersi compiutamente tale è l’invidia e la rabbia del macaco. Al castoro non passa minimamente per l’encefalo di trovarsi di fronte proprio a quelle leggi di mercato da lui troppo spesso citate in discorsi da bar, che solo le puttane che carica il venerdi nella Mercedes fingono di ascoltare, stronzate su quanto è stato bravo a creare la sua azienda e sullo stato cattivo che crea degli impedimenti alla sua crescita e meno male che adesso c’è berlusconi e… bla… bla… bla.]]>
Torniamo al tema di qualche giorno fa, fare il favore al conoscente che ha un problema al PC, a pagamento si intende(argh!). Normalmente la mia risposta è: “io faccio un altro lavoro, vai da un tecnico perchè non sei certamente disposto a pagare quello che potrei chiederti”. Naturalmente ciò non vale per gli amici e qualche volta ci scappa l’intervento. Mi chiama mia sorella per chiedermi se sul suo portatile fosse possibile togliere Vista per mettere Xp (ultiamente va giustamente di moda); voleva solo un consiglio, l’avrebbe fatto qualcun altro… Date le mie scarsissime doti di chiaroveggenza la mia risposta non poteva essere che “boh, penso di si portami il ferro e vediamo” e lei “ma me lo hai consigliato tu dovresti saperlo” e io “Ah beh… fottiti a portarmelo che almeno mi devi dire cosa vuoi salvare, ah è inutile che li cerchi tanto lo so che hai perso i dischi originali”
Ora la cosa più rognosa da fare ultimamente è togliere Vista per mettere Xp su un portatile. Innanzi tutto bisogna cercare i driver delle diecimila periferiche integrate nel laptop, OK Asus li mette a disposizione ma bisogna scaricarli singolarmente; poi vanno salvati i vari giga di dati che sono sul portatile e che il proprietario non sa di avere, ok collego Vista alla mia rete e salvo i dati sotto la guida di mia sorella. Bene cominciamo, dentro il disco di Xp, riavviamo, parte l’installazione e… schermata blu della morte… ma come in fase di installazione… Giù tutti i santi e su tutti i demoni sarà un cazzo di problema hardware. Ricerca su Google e salta fuori che… l’installer di Xp non riconosce i dischi SATA II(fin qui…) e invece di non far vedere i dischi si pianta in una schermata blu. Meglio così ma (porca di Eva)… tocca creare un apposito disco di installazione comprendente i driver e visto che ci sono il SP3. Bene l’installazione va. Terminata l’installazione si passa all’attivazione tramite downgrade chiamando Microsoft. OK ho finito ora installiamo tutti i driver (uno alla volta), antivirus, cazzatine varie, ripristino dati salvati… sono andate via più di quattro ore fra una cosa e l’altra. Bene io non conosco nessuno(privato) disposto a pagare più di 200 euro per installare Xp sul suo portatile e quindi… preferisco farlo gratis se devo altrimenti che se lo faccia da se visto che è così semplice.
PS. BREVE TUTORIAL
Visto che ci ho perso una mezz’oretta se dovesse capitare a qualcun altro ecco come risolvere il problema.
L’errore è nel riconoscimento dei dischi SATA che porta l’installer di XP a bloccarsi in una schermata blu restituendo un errore relativo al file pci.sys.
Per risolvere:
– scaricare e installare Nlite(freeware);
– scaricare i driver SATA da qui;
– copiare il disco di Xp in una cartella sull’hd;
– integrare tutto con Nlite;
– masterizzare.
Lo scorso week-end uno dei nostri elettrodomestici preferiti ci ha improvvisamente mollato. Si è tentato tutto per rianimarlo, persino leggere il manuale, ma la nostra lavastoviglie ha deciso, dopo solo tre anni di vita, di entrare in coma. La morte di un parente, probabilmente, ci avrebbe causato meno dolore ma non ci siamo persi d’animo e subito abbiamo chiamato il Dottor House delle lavastoviglie all’apposito numero a pagamento e dopo una breve trattativa abbiamo convinto il call center che la nostra vita dipendeva da quella lavastoviglie e a mandarci il dottore dopo solo quattro giorni (non c’era prtroppo una guardia medica). Finalmente, dopo essere stati costretti a lavare piatti a mano per giorni che sono sembrate settimane, ligio al dovere e puntuale al suo appuntamento il dottore arriva per tentare di rianimare il malato e dopo soli dieci minuti e la sostituzione di una scheda ecco finalmente tornare in vita una delle più grandi invenzioni dell’umanità, totale fattura 140,00 Euro. Due parole a riguardo: sinceramente non mi aspettavo nulla di meno anche se si è trattato di un lavoro di dieci minuti ma bisogna ammettere che anche se la scheda fosse stata riparabile ( e lo era) io non avrei saputo dove guardare e quindi pago la conoscenza e l’esperenza; ma come mai se l’amico dell’amico mi porta un PC da sistemare e ci devo che so togliere Vista installare Xp, fare il downgrade, ritrovare tutti i driver e sperare che funzioni, se gli chiedo 100euro per le tre ore di lavoro questo mi guarda come se venissi da Marte?
P.S. Monica ha appena recuperato un bicchiere sporco che era da cinque giorni sulla scrivania e che nessuno ha voluto spostare in attesa che fosse riparata la lavastoviglie.
Nel 1981 viene licenziato da parte di Bill Gates per la Microsoft MS-DOS, un nuovo sistema operativo richiesto dall’IBM per la sua nuova linea di PC. Il DOS venduto ad una cifra ridicola e duplicabile con una semplicità estrema, in pochi anni è diventato l’unico SO dei PC, cosidetti, IBM-Compatibili,con buona pace della Digital Research con il suo CP/M. Bill Gates è riuscito a rendere standard qualche linea di codice assembler bacato e a farlo evolvere fino a controllare milioni di PC in tutto il mondo. Oggi per questo e per alcuni, la Microsoft è il diavolo.
Milioni di utenti utilizzano Windows XP sulle loro macchine per fare qualsiasi cosa e se pure lo sanno non si pongono il problema e men che meno gli importa di qualche migliaio di nerds brufolosi e smanettoni evangelizzatori di sistemi operativi concorrenti pronti ad alimentare le antiche lotte che vedevano contrapposti lo Spectrum al C64. La cosa più interessante degli ultimi anni però non è tanto il ripetersi della competizione tecnica quanto il contrapporsi di due diverse filosofie e sistemi economici. Da un lato il classico capitalismo fatto di utili e copyright e dall’altro il mondo dell’open source con i suoi meccanismi di condivisione e un modello economico basato sul valore della conoscenza. Se nella prima filosofia si riconosce chiaramente la Microsoft, il demonio, dall’altra parte troviamo i buoni con in mano l’icona di Linux, anzi GNU/Linux, guidati da Richard Stallman pronti a combattere controe il capitale. In questo scontro si inserisce poi un altro attore, Google. Il famoso motore di ricerca da tutti osannato, anche dagli evangelisti dell’open source, che negli anni ha allungato i suoi tentacoli su tutte le attività correlate ad internet detenendo di fatto il monopolio mondiale della pubblicità sul web. Google ha fatto tutto con molta discrezione aquisendo società e fornendo servizi gratuiti, spesso open source e di grande qualità, come la fantastica Gmail. Oggi gli stessi che fino a ieri elogiavano il modello di sviluppo della grande G esaltandone il rapporto benevolo con l’utente cominciano a vederla col fumo negli occhi come il nuovo grande demone contro cui combattere e lo si nots in questi giorni col lancio del nuovo browser di Google, Chrome. Nei giorni scorsi, infatti, Gooogle ha rilasciato a sorpresa e con grande clamore mediatico Chrome un nuovo strumento per la navigazione del web. Posso solo immaginare il significato di quesa mossa di Google, quel che è certo che qesto browser almeno nelle intenzioni è più stabile di tutti gli altri e sicuramente è leggero (lo sto testando in questo momento), più di IE7 e molto più del pachidermico Firefox con i suoi inutili plugin. Di fronte a questo nuovo regalo di Google è cambiata l’accoglienza gli utonti che fino a ieri avrebbero esultato per il nuovo rilascio si sono fatti “furbi” e si sono andati a leggere il contratto di fornitura del software per scoprire tutte le magagne della grande G e metterla alla berlina negli unici posto dove ci sono altri (fra sette e dodici) imbecilli che li ascoltano, sui loro blog o nei forum tematici pensando ancora che si possa personalizzare il diavolo.
P.S. Articolo pubblicato con Chrome che fino ad ora non mi ha dato il minimo problema di compatibilità con nulla e scritto con la tastiera wireless di un vecchio Envision