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Molto risalto fra le notizie di oggi la dichiarazione della “premiér dame” Carla Bruni circa le battute del nostro amato S.B. a proposito degli effetti dei raggi UV sulla melanina del neoeletto presidente degli Stati Uniti.
In sostanza Carla Bruni dice che in certi momenti lei è contenta di non essere più cittadina italiana.
Ora di questa storia è interessante leggere i commenti dal più autorevole, quello del presidente emerito Francesco Cossiga, che afferma che gli italiani sono contenti che Carla Bruni abbia cambiato nazionalità (quanto meno parlasse per lui) ai commenti delle persone comuni, dove si va dal classico malcelato risentimento per i francesi a un logoro nazionalismo da stadio passando per coloro che ogni parola contro S.B. è una bestemmia.
Mah… per quanto mi riguarda Carla Bruni è una gran bella donna ma una pessima cantante e devo dire ch non è il mio tipo ma devo ammettere che a volte vorrei anche io andare via dall’Italia, non tanto per le discutibili battute di S.B. quanto per il fatto che ogni giorno che passa questo è un paese sempre più alla deriva guidato da dilettanti a tutti i livelli dalla politica, alla magistratura, dall’università fino all’economia. Ad ogni modo la cosa più divertente di tutto ciò è che Carla Bruni non parla, non può parlare a titolo personale, un sua dichiarazione non può prescindere dal fatto di essere la premiér dame e dunque non può non essere approvata dall’Eliseo; voglio dire in pratica che Sakozy ha usato Carla per mandare indirettamente un messaggio a S.B. e di questo nessuno sembra rendersi ancra conto… mah.

Vivendo dall’altra parte del pianeta, tecnicamente, delle elezioni politiche americane non me ne dovrebbe fregare nulla ed in vero me ne frega effettivamente molto poco. Il mio disinteresse è dovuto, sostanzialmente, al fatto che in realtà la poltica USA non è mai dipesa granchè dal presidente in carica ma ha da sempre percorso binari dipendenti dalla finanza e dall’economia; dunque dubito che il nuovo presidente possa portare ad un reale cambiamento nella politica estera statunitense come auspicato dalla sinistra alla matriciana di casa nostra o come paventato dalla nostra destra catto-conservatrice. Tuttavia è certamente più interessante commentare l’election day Usa 2008 piuttosto che le nostre elezioni politiche, per quanto bisogna ammettere che, contro ogni mia aspettativa, il nosto parlamento eletto sta approvando tutta una serie di provvedimenti inutili, forse dannosi e di cui, nella maggior parte dei casi, non si avvertiva la necessità; ma tant’è, e torniamo alle elezioni USA. Come ogni persona di buon senso non posso che essere lieto della vittoria di David Palmer… ehm… no quello è un altro telefilm… volevo dire Barack Obama se non altro perchè, come ha scritto oggi Guzzanti padre (persona che mi sembra strano citare ma ormai con la globaLizzazione…) nel non improbabile caso McCain avesse tirato le cuoia ci saremmo trovati alla Casa Bianca niente meno che Sarah Palin sulla quale preferisco astenermi da ulteriori commenti. Se pure, come dicevo, dubito che in USA il presidente incida realmente, se non per pochi aspetti della politica federale, sull’orientamento politico del paese, provare ad inquadrare la presidenza Obama nel contesto socio-politico dell’America de “i Jefferson”, de “i Robinson” o di “Arnold”, (sto parlando di fine anni ’70 inizio anni ’80) mi risulta davvero difficile se non impossibile. Obama si presenta praticamente come un Kennedy di colore e l’America lo ha accettato come comandante in capo; tanto mi basta per essermi svegliato questa mattina con un lieve sorriso sulle labbra.

Tempo di lauree; il prossimo venerdi si laurea il figlio di un collega che mi ha chiesto un parere su cosa secondo me fosse meglio fare per proseguire il corso di studi, considerando che il ragazzo non ha l’indole del tecnico (cosa buona e giusta per un informatico). La mia idea in questo caso è banalmente quella di proseguire con un indirizzo a sfondo umanistico o quasi (e-learning e simili) e magari approfondire con un master in economia o informatica giuridica. Gli dico che voglio guardarmi i piani di studio. Apro il sito del DIB(Dipartimento Informatica di Bari) e cerco fra i corsi di laurea attivi per scoprire che non sono attive le lauree specialistiche. Ora io spero vivamente che non sia così e si siano sbagliati ad impaginare il sito anche se temo, purtroppo, che il calo degli iscritti stia portando alla chiusura di una delle prime facoltà di Informatica d’Italia a favore di… Ingegneria Informatica.
Questa cosa mi ha rovinato la giornata; il fatto è che per un ragazzo che si iscrive all’università, praticamente a parità di difficoltà, scegliere ingegneria informatica piuttosto che informatica viene naturale visto il maggior prestigio dei politecnici nell’immaginario comune. Il punto è che, giustamente, nei politecnici, l’informatica viene insegnata senza dare le necessarie basi scientifiche e filosofiche ma quasi esclusivamente dal punto di vista tecnico e questo, lo dico senza polemica, comporta che i laureati in ingegneria informatica NON siano informatici ma ingegneri con competenze informatiche. Ciò, tutto sommato, potrebbe anche non essere un problema se non per il fatto che quello che avverrà è esattamente quello che temo da anni: un ulteriore svalutazione della professione di informatico. Gli informatici di domani rischiano di essere esclusivamente tecnici, programmatori, sistemisti, esperti di networking, esperti di sicurezza, insomma tutte cose che si possono apprendere al CEPU. Da un lato però, tutto sommato è probabile che si ritorni al passato e che il lavoro dell’informatico tornerà ad essere fatto dai fisici e dai matematici: propongo di tornare a Scienze dell’Informazione, SUBITO!

23/10/2008 – OK ho detto una cazzata, hanno chiuso specialistica per istituire la laurea magistrale in informatica, che sembra anche più scientifica, quindi migliore… certo che magistrale non si può sentire!!!

“…impegna il Governo: a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione”.
Io farei così: test d’ingresso a tutti gli studenti alla scuola di ogni ordine e grado. Eh si perchè di ragazzini che parlano uno slang comprensibile solo nel raggio di dieci chilometri è pieno questo paese. Questo test dovrebbe prevedere il controllo del rispetto per la diversità morale e cultura religiosa di OGNI essere umano nonchè la comprensione da parte del discente del semplicissimo concetto che il modello democratico non è necessariamente l’unico sistema politico possibile e che l’alternativa non è per forza un qualche tipo di dittatura. In verità, personalmente, potrei essere anche favorevole alle classi differenziate, che del resto vengono da sempre create nel silenzio dei vari istituti scolastici, (senza voler parlare delle scuole private eh) ma il discrimine non può, non deve, essere l’etnia… su questo non sono ottimista però.

P.S. Non c’entra un cazzo di niente ma sto sentendo Brunetta da Vespa e sono d’accordo con lui sulla legge 104, anzi io sarei molto più strigente.

Ma che razza di ipocriti. In Italia sono capitate tutte le contaminazioni alimentari possibili per i prodotti di punta della gastronomia del paese (forse l’ultima cosa che si salva dell’italietta), dal vino al metanolo, alle mozzarelle alla diossina e tutti li pronti, giustamente, a minimizzare il problema verso i paesi esteri che bloccavano le importazioni; poi capitano qualche migliaia di casi di intossicazione (su un miliardo e passa di abitanti) in Cina, a causa di adulterazioni del latte con la melammina, e noi, proprio noi ci mettiamo a puntare il dito sui ristoranti cinesi che importerebbero latte di contrabbando dalla madrepatria. Ora io inviterei i giornalisti che parlano di “emergenza latte”, i ministri e i sottosegretari a fare mente locale e a pensare a qualunque pietanza a base di latte presente in qualunque menu di ristorante cinese. Io non ci sono riuscito… sarà perchè di solito prendo involtini primavera, spaghetti di soia con carne, spaghetti alla piastra con verdure, pollo al curry, maiale alla piastra, lichees e grappa di riso e in questa roba non c’è traccia di latte. Del resto la Cina è famosa proprio per le sue esportazioni di prodotti caseari… ma va…