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Ogni anno e mezzo circa, leggendo i commenti sui vari gruppi di discussione, sui mirabolanti progressi di Linux, mi viene voglia di installare una distribuzione desktop del sistema operativo. In verita’ questa volta mi serviva una macchinetta server casalinga per mettere su INN, pensare a uno streaming audio/video nella rete casalinga e qualche altro servizio domestico; visto che il PC deve rimanere cmq sempre acceso se ci voglio navigare in internet o guardare le foto o un filmato… beh deve saperlo fare. Così mi installo una versione desktop di linux, Kubuntu 8.10 Intrepid Ibex, stambecco intrepido, gia’ il nome mi sembra un nome del cazzo ma tant’e’… la macchina e’ un IBM di recupero ma di tutto rispetto con un Pentium 4 da 2.4Ghz e un giga e spiccioli di memoria. Scarico l’ISO masterizzo, installo, accedo e si blocca. Non c’e’ verso di farlo partire, KDE si pianta dopo il login e la stessa cosa fa Gnome quando tento di installare direttamente Ubuntu. Gia’ la cosa mi fa girare i cosidetti e non poco; comunque, tanto per cambiare, solito giro sui Forum alla ricerca del problema, scopro una probabile incompatibilita’ proprio con quel modello IBM, un altro tizio aveva lo stesso problema, sulla stessa identica macchina, ma nessuna soluzione. OK installo la versione precedente, Kubuntu 8.04 Hardy Heron, airone audace (vabbe’ mi astengo da altri commenti sui nomi). Funziona tutto; tento l’aggiornamento alla 8.10 e… incredibile, nonostante qualche warning all’avvio funziona pure quella anche se non e’ esattamente una scheggia. Solito giro nei forum,per gli errori imprevisti, modifiche manuali ai file di configurazione tutto a posto. Provo a vedere un video e vuole dei codec, OK anche Windows fa così, solo che dopo l’installazione dei codec ancora non funziona… ancora in giro nei forum e solite modifiche manuali ai file di configurazione. Installo Firefox 3, tutto OK ma Java non va, nonostante sia correttamente installato, solito giro nei forum e… basta mi sono rotto i coglioni spengo tutto e vado al parco con Pierpaolo; con Ubuntu o quello che sarà ci rivediamo fra un anno e mezzo sperando che sia abbastanza maturo per un utente desktop e che io non sia definitivamente troppo vecchio.

P.S. Oh non dico che non si siano fatti progressi da quando bisognava risolvere le dipendenze a mano però non va ancora bene per un utente desktop; con OSX ho avuto esperienze completamente diverse invece.

Post ad altissimo contenuto demagogico, ma tant’è…
Proprio l’altro giorno con Monica si discuteva di come ci saremmo organizzati una volta che Pierpaolo sarebbe andato a scuola e proprio ieri, sfogliando il Televideo, leggo che i genitori italiani in grande maggioranza hanno scelto un modello scolastico di 30 o 40 ore settimanali.
Io, che ero rimasto ai tempi della mia scuola elementare dalle 8.30 alle 13.30, resto piacevolmente stupito da questa possibilità di avere un tempo (quasi) pieno, anche se avrei preferito cinquanta ore settimanali, e mi viene da pensare che tutto il baccano fatto sui tagli della Gelmini fosse stato davvero una strumentalizzazione. Oggi, leggo che il ministero non si aspettava un’adesione massiccia al tempo pieno e che i fondi sono tarati su 27 ore settimanali, quindi non ci sono soldi e la stragrande maggioranza delle famiglie dovrà accontentarsi delle 27 ore. Ora io mi chiedo come si possa sbagliare così clamorosamente una previsione così semplice. I dati sono che il 56% delle famiglie ha scelto il modello attuale a 30 ore e il 34% delle famiglie il modello a 40 ore, ciò vuol dire che nelle medie e grandi città, dove il modello di vita è meno, come dire, basato sulla famiglia tradizionale, come minimo le percentuali sono invertite; e come potrebbe essere diversamente? Per tirare avanti, oggi, una famiglia moderna, almeno secondo gli standard imposti dai media, ha la necessità di un doppio reddito e quindi di due genitori che lavorino a tempo pieno; ciò significa che il figlio (perchè più di uno è quasi un massacro) il pomeriggio deve pur stare da qualche parte e se la scuola ti offre la possibilità di tenerlo fino alle 16.30, fra l’altro risparmiando anche sul doposcuola, beh perchè no? Invece si fanno previsioni su un modello di vita anni 70, dove la mamma va a prendere il pargoletto da scuola all’una e mezza e poi gli prepara il pranzetto e si mette a fare i compiti con lui fino alle cinque quando arriva il papà… sì, trenta anni fa quando le famiglie, che erano monoreddito, vivevano più agiatamente di adesso che con due stipendi si arriva a stento a fine mese. Sembra, ancora una volta, che la politica sia totalmente avulsa dalla realtà che si propone di rappresentare, immaginando uno schema sociale totalmente inesistente e, sempre più spesso, cercando di imporre, con la violenza di leggi assurde, falsi valori morali che, schizofrenicamente, vegono costantemente derisi da modelli culturali e sociali propugnati da un sistema di comunicazione sponsorizzato fortemente dallo stesso establishment.

P.S. In un paese normale per un errore di valutazione così clamoroso ci si aspetterebbe di vedere saltare, almeno, qualche dirigente, eh.

Nel 1987 fu indetto un referendum per l’abrogazione di una serie di leggi che incentivavano la produzione di energia nucleare in italia, decretando, di fatto la fine dello sviluppo di qualunque programma nucleare e la chiusura delle centrali esistenti. In realtà l’unica centrale effettivamente dismessa fu quella di Caorso mentre le altre tre in attività dagli anni 50 avrebbero comunque terminato il loro ciclo vitale di li a poco. Il referendum fu indetto sull’onda emotiva dell’esplosione del reattore di Chernobyl che nel 1986 tornò ad alimentare in tutto il mondo il terrore del nucleare e la paura della radioattività che andava pian piano assopendosi dopo la guerra e le bombe in Giappone.
Oggi siamo di nuovo pronti a riprendere il programma nucleare ma è probabilmente troppo tardi. Abbiamo bisogno di energia ora non tra vent’anni, inoltre se devo credere a qualcuno preferisco stare a sentire Rubbia piuttosto che qualunque politico, politicante o ricercatore al soldo di questi ultimi. In un’interessante intervista dell’anno scorso, il premio nobel per la fisica, sostanzialmene dice tre cose: non è possibile costruire una centrale nucleare che possa definirsi sicura e a bassa produzione di scorie, che non è una grande idea continuare a produrre energia utilizando materie prime tendenzialmente in via di esaurimento come il petrolio e l’uranio e che il costo di gestione delle centrali nucleari è elevatissimo, tanto da ripercuotersi per un 20% sul ricavo derivante dall’energia prodotta.
Se quanto detto non bastasse vorrei aggiungere che siamo in italia dove hanno seppellito rifiuti speciali nelle discariche di Napoli, dove sono stati messi rifiuti tossici sul fondo delle nuove autostrade e dove veniva usato cemento “impoverito” nelle grandi opere; l’italia non ha più nemmeno professionalità già formate al trattamento dell’energia atomica da quando l’ENEA è stata riformata. A fronte di tutto e in barba al referendum dell’87 (ma questo ci può anche stare) abbiamo appena concluso una serie di accordi con La Francia per la costruzione di 4 nuove centrali di III generazione (che detto così sembrerebbero più innovative delle altre) entro una ventina d’anni o poco meno… brrrrrr…

Mentre il festival della canzonetta italiana ci fa scoprire, finalmente, che dall’omosessualità si può e, aggiungerei, si deve guarire e finita l’eco del caso Englaro e (meno male) l’urgenza di approvare una legge sul testamento biologico riecco i nostri politici pronti ad affrontare una nuova sfida: combattere la recrudescenza degli stupri.
Eh si perchè dopo aver vinto la battaglia per bloccare alle porte del parlamento il burro francese (pare che i nuovi tornelli di Montecitorio adesso siano in grado di riconoscere l’accento e non fanno più passare nessuno con la “R” moscia) e ora di affrontare l’annoso problema della sicurezza. Per qualche mese sembrava che l’italia fosse un paese sicuro, un’isola felice, dalle frontiere entravano ormai solo extracomuntari indispensabili per rafforzare la nostra economia e sembrava che i ROM si fossero rassegnati a fare i giostrai, quando qualche giornalista, che deve aver preso troppo sul serio il proprio lavoro, pubblica la notizia di uno stupro da parte dei rumeni. Eh l’italia… queste notizie “pruriginose” fanno troppo gola all’italico padre di famiglia pronto a pontificare dalla sua poltrona-relax e subito l’interesse è schizzato alle stelle. Tutte le testate giornalistiche a questo punto dimenticano che su certi argomenti è meglio tenere bassi i toni ed ecco che da Nord a Sud è tutto un susseguirsi di stupri e violenze da parte di extracomunitari e rumeni. Il governo non può non intervenire con un bel emendamento al pacchetto sicurezza fatto alla bisogna, prima hanno pensato di introdurre la castrazione meccanica in pubblica piazza dei rumeni, poi qualcuno deve aver detto che così si andava in contro ad un incidente diplomatico e allora alla parola “rumeni” hanno sostituito quella di “stupratori” e alla parola “meccanica” hanno sostituito “chimica” togliendo “pubblica piazza”; a questo punto qualcun altro, più scafato, ha pensato perchè non approfittarne? Ed ecco che nascono, per decreto, le squadre di volontari per pattugliare le strade al servizio dei nostri sindaci, per il momento non hanno ancora un nome ma confido che troveranno un acronimo divertente nei prossimi giorni. Queste squadre di volontari dipenderanno dunque dai sindaci in collaborazione con la prefettura, non saranno armate e saranno composte in parte da ex-militari o ex-poliziotti. Faccio un paio di riflessioni: nonostante il PresConsMin si affretti a dire che gli stupri si siano ridotti del 10% di fatto questa delle ronde non è altro che l’ammissione, nemmeno tanto implicita, che c’è un problema e che non si è in grado di risoverlo con i normali mezzi e su questo non c’è dubbio visto che la polizia ha a malapena i fondi per fare il pieno alle auto. Più preoccupante, però, è che queste squadre siano un rimedio peggiore del male. Ovviamente saranno composte da esaltati che quando si raggruppano sono più pericolosi di un elefante in una cristalleria e il fatto che siano composte da ex-poliziotti non mi tranquillizza affatto, anzi… che non saranno armate è una pia illusione come minimo si porteranno dietro coltelli e bastoni per non parlare della pistola del nonno non denunciata. Da parte mia, se mai incontrerò una di queste ronde non potrò astenermi dal rotolarmi in terra per le risate e ovviamente dal prenderli per il culo, ma non posso nascondere di essere preoccupato, perchè le milizie volontarie noi le abbiamo già avute, anche se è comodo dimenticare, e uno scenario da “V per Vendetta” non mi sembra poi tanto lontano.

A parte che il burro francese è, generalmente, qualitativamente, migliore del burro italiano; considerato che non esistono quasi burri italiani salati e quelli che ci sono fanno schifo. Tenendo conto che i francesi per ragioni climatiche e culturali usano il burro in varie composizioni gastronomiche e dunque hanno una tradizione gastronomica in merito, mi chiedo: ma come si può con tutti i problemi che affliggono il nostro paese, da Sanremo, ai dittatori argentini (ROTFL), dai testamenti biologici, ai black out al Grande Fratello, dicevo, come si può fare una battaglia politica per istituire un sistema alimentare autarchico nei bar del parlamento ed abolire le beurre francaise dalle tartine che allietano il palato dei nostri rappresentanti fra una commissione e una votazione?