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Scuola, a settembre mano al portafogli “Fino a 900 euro per bambino”
Notizia di questi giorni è che occorrerebbero fino a 900 euro a bambino per cominciare l’anno scolastico. I maggiori rincari su zaini, astucci e diari di marca. Ora io non voglio fare il moralista ma proprio non ce la faccio a sopportare queste cazzate. Quando andavo a scuola all’inizio come diario usavo un’agenda di quelle che ti regalano nel periodo natalizio, successivamente, visto che non ci scrivevo mai nulla, nemmeno quella e il mio zaino (di marca [*]) lo uso ancora per le gite dopo quasi 20 anni. Ho fatto in questi giorni un giro in un ipermercato e ho visto che i prodotti di cancelleria, penne, quaderni, matite, costano pochissimo, sopratutto rispetto ai miei tempi, con una cinquantina di euro ci fai tutto l’anno, altro che 900. Poi nulla vieta di comprare lo zaino griffato a 150 euro, sopratutto se uno può permetterselo, ma non mi rompete le palle con la storia che la famiglia che non arriva alla quarta settimana non può permettersi di mandare i figli a scuola e nemmeno con la stronzata che il ragazzo incorrerà in violenti traumi psicologici per non poter avere lo zainetto di moda. Io sono cresciuto negli anni ’80, il decennio in assoluto più legato all’apparenza e alle marche di tutto il secolo scorso e nonostante questo sono vissuto benissimo senza cambiare lo zaino Invicta ogni anno (o più volte all’anno), senza Mon Claire, senza Rayban e senza le Timberland; quindi il ragazzo a scuola non ha bisogno che dei libri per studiare, qualche penna, matite e quaderni. Veniamo, poi, alla nota dolente dei libri scolastici. Contro ogni logica i libri di testo continuano a rincarare e continua il giochetto (che già andava di moda ai miei tempi) di fare uscire nuove edizioni ogni anno dove cambia solo la numerazione delle pagine per rendere la vita difficile al mercato dell’usato. Io propongo di abolire i libri di testo, o almeno di abolirne, ove possibile, la versione cartacea. Di un libro scolastico, il professore ti fa studiare si e no il 20%, poi spesso si integrava con appunti o fotocopie di altri testi. Bene, io i libri di testo li voglio in PDF e, proprio perchè obbligatori, li voglio a costi da iTunes, pochi euro a testo. Bisogna smetterla con zaini da 15 chili quando basta una SD da 5 grammi. Mi stampo ciò che mi serve, me lo studio, me lo porto dietro per il tempo che serve poi lo archivio a casa in formato cartaceo solo se realmente necessario e tutto ciò fino a che non faranno un lettore di e-book decente, dopo di che via anche le stampe, utopia? Non credo proprio.

[*] ora io non ci posso credere ma la foto nel riquadro è un’immagine presa da eBay dove ho trovato in vendita NUOVO esattamente il mio vecchio zaino di venti anni fa!!! (fra l’altro a 9.99 col compralo subito eh)

“Siamo stati alla deriva per più di venti giorni, abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, ma solamente un pescatore si è fermato per darci cibo e acqua. Eravamo partiti in 78, siamo arrivati in cinque. Gli altri sono morti e abbiamo gettato i corpi in mare”.


Che schifo sta diventando questo paese. L’altro giorno in una piscina di Verona si presenta una signora musulmana con un costume integrale che le copriva il corpo dai capelli alle caviglie seguendo gli usi, le tradizioni e i dettami della sua religione. La signora che giocava nella vasca con i suoi bambini è stata avvicinata dal gestore che le ha chiesto di mostrarle l’etichetta del suo abito per dimostrare che fosse un costume da bagno; dando una lezione di civiltà a tutti i presenti la donna, senza fare scenate, ha radunato i suoi bambini ed è andata via facendo perdere le sue tracce. Ovviamente tutto ciò ha scatenato il solito dibattito politico fra raglianti e stupidi razzisti e idioti ciarlanti ipocriti senza ovviamente generare nulla di sensato. La cosa vergognosa tuttavia è che la motivazione dell’atteggiamento del gestore sarebbe stata la protesta di alcune mamme relativa al vestito della donna musulmana (fra l’altro azzurro) che avrebbe spaventavo i bambini, povere anime innocenti. A questo punto non posso fare a meno di domandarmi se sia più spaventoso per un bambino un corpo di donna fasciato con un abito azzurro o quello schifo che si vede sulle spiagge nostrane… corpi di donna flaccidi, inguantati in costumi da bagno osceni mostrati senza pudore per l’estetica. E dire che ci si abitua a tutto, eh! Tutte le volte che vado in vacanza in Francia, ho bisogno di tempo per riadattarmi. In confronto all’aspetto e alla cura del proprio corpo delle donne francesi(almeno in alcune zone) le donne italiane sembrano TUTTE delle orrende cozze pelose che andrebbero coperte a prescindere dalla religione.
Ad ogni modo quando leggo certe notizie non riesco a fare a meno di chiedermi come mai in un paese che si definisce libero si devono imporre determinati costumi limitando di fatto la libertà di persone che, alla fine dei conti, non avrebbero in nessun modo intaccato la nostra libertà, di che cosa si ha paura? Ma ci si rende conto che ogni nostro comportamento volto a ledere la liberta degli individui, sia pure una libertà che noi non condividiamo, ci porta inesorabilmente ad intraprendere un percorso il cui punto di arrivo è esattamente quello che con i nostri comportamenti cerchiamo di combattere? Ma perchè siamo così stupidamente ipocriti, che male vi ha fatto quella donna? A tutte queste domande purtroppo l’unica risposta che si riesce ad ottenere è:- ma tu lo sai che se fossi nel loro paese tua moglie dovrebbe indossare lo chador?- considerando che a lavare la testa agli asini si sprecano acqua e sapone e assodato che mia moglie con lo chador è ancora più bella, non mi resta che sdraiarmi, qui su questo divano, per vedere come andrà a finire che a stare ad aspettare alla riva del fiume con questo caldo non mi va.


In questi giorni si discute tanto di “gabbie salariali” e costo della vita. Purtroppo nei mesi estivi i politici, oberati di lavoro, vanno al mare rarissimamente e quella volta che lo fanno dimenticano le protezioni divenendo soggetti a frequenti colpi di sole e riportano in auge istituti aboliti e superati da oltre quarant’anni. Così utilizzando alcune ricerche di Bankitalia che vedono alcuni prodotti di abbigliamento e alimentari costare meno al Sud la Lega ha deciso che il costo della vita al sud è molto più basso che al nord e che quindi sarebbe cosa buona e giusta riportare questa considerazione nei contratti di lavoro.
Ovviamente ci si dimentica in primo luogo di considerare che sud e nord non sono entità ben distinte anche economicamente (per esempio una casa a Napoli costa circa il doppio di una casa a Verona senza voler considerare i costi dei trasporti, la qualità dei servizi, pessimi anche al nord, ma migliori che al sud) ma sopratutto si dimentica che, banalmente, gli stipendi fra nord e sud sono gia pesantemente differenziati oltre ad esservi un più basso tasso di disoccupazione. Ad ogni modo, nei giorni scorsi, sono stato in alcuni negozi in Francia, in particolare sono stato alla famosa catena Lidl, dove generalmente compro i pannollini, al bambino per scoprire, con mia sorpresa, che la stessa confezione da 50 pannolini Tujours che in Italia pago €8.99 in Francia costa €7.99 (per la cronaca un mio amico di Milano compra gli stessi pannolini in uno spaccio aziendale, frequenti da Roma in su, pagandoli €0,15 al pezzo contro i miei €0,18). Come prova del nove, tiro fuori dal mio personalissimo paniere, il mio prodotto preferito per fare i confronti:la Nutella. La Nutella, come si sa, è una crema spalmabile a base di cioccolato e nocciole ed è prodotta da Ferrero sin dal 1964. Uno si aspetterebbe dunque di trovare all’estero costi più alti per questo prodotto tipicamente italiano. Ebbene la confezione da 750g da un Lidl vicino a Marsiglia costa €3,17(ovviamente non in offerta) la mia ultima rilevazione in un Lidl vicino a Bari e di €3,43. Ora certamente il problema è che essendo Marsiglia a Sud della Francia ha un costo della vita più basso che al Nord, quindi invito Carla Bruni a farsi portavoce per imporre gabbie salariali nelle varie regioni della Francia e se scopro che per il mio lavoro a Marsiglia pagano di più chiederò, a gran voce, all’UE di imporre gabbie salariali a tutta la Francia… anche perchè che mondo sarebbe senza Nutella…

Ogni volta che i giochi a premi come il Superenalotto raggiungono cifre record spuntano fuori i soliti ben pensanti che animati da buone intenzioni sono lì lancia in resta pronti a diendere la povera popolazione inerme dal vizio del gioco e dalla incapacità “psicologica” di far fronte all’improbabile vincita.
Anche in questi giorni che il Superenalotto ha raggiunto il montepremi record di 115 milioni di euro leggo sull’Ansa che il Codacons ha fatto ricorso al TAR per salvaguardare i poveri giocatori indotti a sprecare le loro risorse finanziarie in improbabili sistemi per sbancare il jackpot del Superenalotto proponendo di spalmare i soldi in palio fra i vari premi; intanto un vescovo “propone” addirittura di devolvere il montepremi ai “poveri” terremotati abruzzesi.
Io dal canto mio faccio una considerazione: il gioco del Superenalotto, per come è concepito serve proprio a realizzare possibili vincite altissime, spingendo la gente a giocare sempre di più. Devolvere il jackpot a qualunque causa benefica (i terremotati dell’Abruzzo, poi, hanno già chi li protegge, gli hanno pure recentemente accordato il voto), semplicemente, porterebbe alla fine del gioco oltre che ad infiniti e motivati ricorsi, del resto che senso ha giocare se il premio va in beneficenza? D’altro canto se si voleva spalmare quei soldi fra i vari premi il gioco sarebbe stato concepito così fin dall’inizio. Fare da balia agli eventuali imbecilli che decidono di chiedere i soldi agli usurai nella speranza di vincere i 115 milioni è inutile, anzi da un punto divista darwiniano, direi che è dannoso e controproducente. Dovebbe essere palese che vincere al Superenalotto è statisticamente molto improbabile il che non vuol dire che uno non possa provarci, avere una probabilità su n-milioni di vincere è sempre meglio che nessuna e tutto sommato l’investimento è basso… come? Ah eccolo sento la voce del solito che dice: – Certo l’obiettivo dello stato è quello di invogliare tutti a giocare con la scusa che tanto è il costo di un caffè… ma io sono furbo eh… io non gioco MAI e sistematicamente vinco un euro a settimana, ma voi giocate pure, non c’è miglior contribuente di quello felice di pagare… – Certo complimenti, per questa settimana lei ha vinto due caffè!!! Facciamo così: la prossima settimana il caffè te l’offro io e tu la smetti di rompere i coglioni. Ma cazzo, ci vuol tanto a capire che con quell’euro si compra un sogno?!? Non siamo macchine, con quella schedina in mano puoi sognare di vincere 100 milioni di euro, puoi passare mezz’ora a immaginare cosa ci faresti con tutti quei soldi, puoi vivere la tua ucronìa personale, puoi spostarti in una dimensione parallela dove tutti i tuoi sogni si sono avverati, dove non devi preoccuparti dell’avvenire dei tuoi figli (si però noon fargli guardare tutta quella spazatura in TV, eh!). Detto questo io non gioco mai, non gioco perchè sono pigro e non mi va di andare in ricevitoria, giocherei online se avessero realizzato un software decente; ad ogni modo se vincessi, dopo essermi comprato tutti i Soul of Chogokin, terrei tutto per me ;-PPPP