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Anno 2517 distrutta la Terra, l’umanità sopravvive colonizzando i pianeti di un nuovo sistema solare. I pianeti centrali, vicini al sole, divengono ricchi e tecnologici e formano l’Alleanza, in quelli più periferici, selvaggi e di frontiera, la legge e l’ordine non esistono. In breve si scatena una guerra per il controllo delle risorse fra l’Alleanza e gli indipendentisti che verranno in breve tempo schiacciati dalla maggiore potenza militare dell’Alleanza. Punto di svolta della guerra la battaglia di Serenity dove conosciamo il protagonista della serie, il sergente Malcolm Raynolds e la sua compagna d’armi Zoe. Terminata la guerra Malcolm e Zoe, diventano commercianti, comprano un’astronave da trasporto di classe Firefly, che chiameranno Serenity, e reclutano un equipaggio. Arriveranno così Wash, incredibile pilota che sposerà Zoe, Kaylee meccanico della Serenity ruolo che contrasta il suo essere una ragazza dolcissima, Jayne avventuriero dai modi rudi sempre a caccia di denaro e Inara, un’accompagnatrice, sorta di geisha futuristica, che affitta una navetta della Serenity per svolgere la sua attività nei mondi visitati dalla nave.

Nel primo episodio si uniscono Book un predicatore con un chiaro passato da combattente, Simon un medico e sua Sorella River cavia di esperimenti scientifici da parte dell’Alleanza. La Serenity vagerà per i pianeti facendo contrabbando e piccoli traffici illeciti cercando di restare lontani dall’Alleanza (che ha emesso un mandato di cattura su Simon e River) e di guadagnare almeno i soldi del carburante passando di avventura in avventura.

La serie chiusa in soli 14 episodi ha avuto un seguito nel bellissimo film Serenity.

Ben prima del bellissimo “District 9”, il tema dello sbarco alieno da parte di un popolo di extraterrestri disperati isolati e ghettizzati dai terrestri era stato trattato, nel 1989, con le dovute differenze di budget e di effetti speciali da “Alien Nation”, film che ha riscosso un grande successo di pubblico, sopratutto negli Stati Uniti, tanto da avere persino un seguito televisivo. In Italia, al contrario, sia il film che la serie non hanno riscosso un grande favore (ma questo vale anche per District 9) ed il telefilm è stato trasmesso solo su piccole emittenti private negli anni ’90.

“Alien Nation” può essere considerato, in un certo senso, un seguito ideale di “V” Visitors; Kennet Johnson riprende, infatti, il tema dello sbarco alieno senza battaglie spaziali o mostri verdi e si concentra sulla problematica di integrazione di profughi alieni sbarcati sulla terra con la popolazione locale fondendo genere fantascientifico e poliziesco.

LA STORIA

“Alien Nation” narra le vicende di due detective della L.A..P.D.(Los Angeles Police Departement) alle prese con casi più o meno intricati. Detto così sembrerebbe il classico serial poliziesco se non fosse che uno dei due detective é un “nuovo venuto”.
Nel 1988, infatti, nel deserto del Mojave in California, atterra un’enorme nave spaziale con 250.000 profughi fuggiti dal pianeta Tencton (caduto in mano a una dittatura che ha reso i suoi abitanti schiavi).
I tenctoniani definiti “nuovi venuti” o in modo dispreggiativo “Slags” vengono accolti negli Stati Uniti più o meno come fossero immigrati clandestini provenienti dall’Italia dei primi del 900, quindi vengono messi in quarantena e si cerca di dare loro dei nomi comprensibili e dei documenti andando a pescare fra le denominazioni delle località degli Stati Uniti o dei grandi personaggi. Un gruppo di avvocati  per i diritti civili, tuttavia, si attiva per cercare di far concedere ai “nuovi venuti”  la possibilità di essere integrati nella società americana; così,  grazie anche all’appoggio del presidente Reagan, per  i tenctoniani vengono “liberati” dalla quarantena e diventano a tutti gli effetti cittadini americani. L’integrazione della nuova cultura nel tessuto sociale americano è tutt’altro che semplice: alcuni “nuovi venuti”, non riuscendo a farsi accettare finiscono per dedicarsi ad attività illecite, in particolare la sintetizzazione e lo spaccio di una nuova droga, altri, invece, riescono ad assimilarsi bene nel nuovo mondo finendo per arruolarsi persino nelle forze di polizia. Questo è il caso di George Francisco, primo detective alieno della L.A.P.D., a cui viene assegnato il caso di omicidio di un poliziotto in cui probabilmente sono coinvolti i “nuovi venuti” e che deve collaborare per la soluzione del caso con un poliziotto umano il detective Matt Sikes. Sikes è il vero stereotipo del poliziotto televisivo americano, duro, caparbio, divorziato, attaccato al lavoro, incorruttibile e anche un po’ razzista. Il rapporto fra i due protagonisti inizialmente è molto tormentato ma l’amore per la giustizia sarà il punto comune che segnerà l’inizio di una profonda amicizia, esempio di totale integrazione fra umani e alieni.
In “Alien Nation”, dunque, il tema dominante, più che la fantascienza, é il dramma della discriminazione razziale e i problemi dell’integrazione fra  culture estremamente differenti, un problema profondamente sentito negli USA degli anni ’90 e mai realmente risolto se non addirittura peggiorato, come dimostrano le cronache a distanza di venti anni; un problema non solo degli USA ma di tutto il mondo dove la supremazia culturale, sociale e religiosa sembra, oggi, essere il principale motivo di attrito sia nella politica interna che in quella estera di quasi tutte le nazioni.

I TENCTONIANI

I Tenctoniani sono esteriromente molto simili agli esseri umani eccetto per la conformazione del cranio e l’assenza di capelli; l’epidermide  inoltre ha una particolare pigmentazione e presenta chiazze o striature variabili a seconda dell’individuo oltre ad essere  particolarmente sensibile al cloruro di sodio.
La fisiologia tenctoniana invece sembra essere abbastanza diversa da quella umana. Spiccano immediatamente delle sostanziali differenze nell’apparato cardiocircolatorio per la presenza di due valvole cardiache e nell’apparato riproduttivo vagamente somigliante a quello degli organismi marsupiali presenti sul pianeta Terra. La riproduzione è di tipo sessuato ma, a differenza delle specie terrestri, oltre al maschio e alla femmina è necessario un terzo elemento, denominato “sacerdote”, che funge da catalizzatore. La gestazione, infine, non é compiuta totalmente dalla femmina ma viene portata a termine dal maschio.

CURIOSITA’

– Il regista di Alien Nation avrebbe dovuto essere inizialmente James Cameroon che abbandonò il progetto per dedicarsi a The Abyss

– Il telefilm Alien Nation é durato solo per una stagione tuttavia gli ascolti  USA erano sufficientemente alti da giustificarne una seconda. La produzione decise comunque di realizzare alcuni TV Movie per continuare la saga:
Dark Horizon (1994)
Body And Soul (1995)
Millenium (1996)
The Enemy Within (1996)
The Udara Legacy (1997)

IL CAST

Detective Matt Sikes – Gary Graham (nel film James Caan)
Detective George Francisco – Eric Pierpoint (nel film Mandy Patinkin)
Susan Francisco – Michele Scarabelli
Emily Francisco – Lauren Woodland
Buck Francisco – Sean Six
Cathy Frankel – Terri Treas
Albert Einstein – Jeff Marcus
Capitano Bryon Grazer – Ron Fassler

CREDITS

Titolo Originale: “Alien Nation ” il film é anche conosciuto come “Future Tense” e “Outer Heat”
Musiche: Jerry Goldsmith
Creato da: Rockne S. O’Bannon, Kennet Johnson
Regia: per il film Graham Baker
Casa di Produzione: Fox Television
Episodi: Prodotta una pellicola per il grande schermo, una stagione di 22 episodi andata in onda dal 1989 al 1990 da circa un’ora e 5 Tv Movie.

Gli anni ’80: arrivano i primi personal computer, un TV color in ogni casa, nuove correnti culturali artistiche provenienti da una visione cyber pop dell’universo causata dai tanti progressi nella tecnologia (sopratutto dell’informazione) . In questo contesto i media lanciano i primi “divi virtuali” prefigurando una tecnologia ancora molto al di là dal venire in grado di creare dei nuovi personaggi virtuali e dotati di IA. Un esempio in Italia, per chi ha avuto la sfortuna di vivere in quel periodo, era DJ Super X di Superclassifica Show, una palla stroboscopica antropomorfa che leggeva le classifiche. Su Channel 4 britannico, invece nasce Max Headroom, un vero e proprio annunciatore virtuale, che ebbe una tale presa sul pubblico da diventare protagonista persino una serie televisiva.

IL TELEFILM

Siamo in un futuro non troppo lontano, la TV, come nel peggior incubo di Orwell e come nei sogni, dell’epoca, di Berlusconi è diventato lo strumento principale per orientare l’opinione pubblica. Un po’ come avviene oggi in italia, i messaggi trasmessi attraverso i programmi televisivi e gli annunci pubblicitari influenzano il voto democratico e hanno un effetto dirompente sull’economia; pochissimi individui (comunisti?) riescono a sottrarsi a questo quotidiano lavaggio del cervello. Uno di questi, Edison Carter, un reporter d’assalto di uno dei più importanti network televisivi, il Network 23, scopre che, proprio il canale televisivo per cui lavora sta realizzando una nuova tecnologia di condizionamento attraverso messaggi subliminali che possono avere, però, rilevanti effetti collaterali sulla salute. L’inchiesta viene, ovviamente, subito bloccata da Grossberg, presidente di Network 23, ma ciò non è sufficiente a fermare Carter che continua a scavare alla ricerca della verità; il giornalista scoprirà così un nastro (si un nastro erano gli anni ’80) con tutte le prove ma, ormai le forze del male gli sono addosso e non fa in tempo ad esaminare le prove che si ritrova alle calcagna la security del Network 23 ed è costretto a fuggire con la sua moto. La fuga, tuttavia, durerà poco; Carter si schianta sulla barriera di uscita di un parcheggio e prima di perdere i sensi l’ultima cosa che vede è un cartello con scritto “Max Headroom 2.3m”.
Grossberg fa così portare via il corpo incoscente di Carter deciso a sapere cosa avesse scoperto; usaando una nuova tecnologia fa scansionare la mente del giornalista per riversarne i ricordi in un avatar dotato di intelligenza artificiale che appena attivo dice…Max… Max Headroom.
Grossberg ha dunque vinto la sua battaglia contro la verità, il corpo del giornalista scomodo viene portato in una banca degli organi per essere eliminato e il suo avatar, Max Headroom, è il prototipo di presentatore progammabile di Network 23. Non sempre, però, i piani dei cattivi procedono nel verso giusto: Carter viene salvato dalla sua amica Theora, Max, presa coscienza di se, scappa nella rete di computer del Network mentre Grossberg viene fermato da Carter che presenta le prove che aveva raccolto in diretta TV durante la conferenza stampa indetta per annunciare la propria morte.
Da qui partono le avventure di Edison Carter e del suo alter-ego virtuale un po’ schizzato Max Headroom.

CURIOSITA’

Nel 1987 un pirata televisivo dal nome Max Headroom fa irruzione durante un TG della rete televisiva WGN di Chicago per essere oscurato dopo pochi secondi e due ore dopo sulla rete PBS di Chicago interrompendo un episodio di Doctor Who con uno show satirico. Il pirata non è mai stato identificato.

CREDITS

Titolo Originale: “Max Headroom ”
Creato da: Annabel Jankel, Rocky Morton
Musica: Cory Lerios
Episodi: Due stagioni per 14 episodi da 60 minuti trasmessi la prima volta fra il 1987 e il 1988 dalla ABC + 1 Film TV “20 minuti nel futuro” da cui è stato rielaborato il pilot

IL CAST

Edison Carter / Max Headroom – Matt Frewer
Theora Jones – Amanda Pays
Murray – Jeffrey Tambor
Bryce Lynch – Chris Young
Blank Reg – W. Morgan Sheppard
Ben Cheviot – George Coe
Lauren – Sharon Barr
Breugel – Jere Burns
Angie Barry – Rosalind Chao
Mahler – Rick Ducommun
Gene Ashwell – Hank Garrett

Non vedevo l’ora di gustarmi questa nuova incarnazione di Mazinga visto che sono mesi che se ne parla. Finalmente è uscito il primo dei tre nuovi capitoli di una saga inestinguibile: Mazinkaiser SKL (マジンカイザーSKL, Majinkaizā SKL). Si parte con Death Caprice, seguiranno Search & Kill e Final Count.

Che dire, per chi ha già visto Shin Mazinger Z… non c’entra nulla non c’è nessun tentativo di attualizzare l’universo di Mazinga, qui si parla di una storia tutta nuova, anzi a dire il vero di trama ce n’è pochina ed è pure inconcludente. E’ un po’ come un film porno solo che qui tutto è finalizzato a vedere robottoni che menano come fabbri in un tripudio di mazzate, sangue, sesso e violenza.

La storia è ambientata in un’isola che dopo una fantomatica guerra è stata isolata con una sorta di barriera elettromagnetica che ne impedisce l’accesso sia dal mare che dal cielo. Il Kaiser, pilotato da Ken e Ryo versione moderna è incazzata di Ryoma e Hayato di getteriana memoria, arriva nell’isola per disattivare la barriera prima che il suo collasso provochi un’esplosione tale da compromettere il campo magnetico del pianeta distruggendolo. Qui il Kaiser si ritrova coinvolto nella guerra fra tre fazioni:  un gruppo di donne (con taglia di reggiseno oltre la quarta) riunite nella fortezza dell’Ottagono e guidate da Aira e che pilotano robot somiglianti ad Afrodite-A e Venus Alfa, le truppe guidate da Kiba con robot con le sembianze dei mostri meccanici del Dottor Hell e quelle guidate da Galan con robot vagamente simili ai mostri guerrieri di Mikenes. Detto questo la trama è molto semplice Ken e Ryo con il Mazinkaiser SKL distruggono tutto ciò che si muove utilizzando un enorme spada, le lame/pistola che compongono le placche pettorali e gli onnipresenti rocket pounch. Mazinkaiser SKL, almeno finora, è un dio/demone ed è semplicemente invincibile: il mazinga più forte, più violento, più cattivo di sempre. L’OAV scorre velocissimo e nonostante le continue interruzioni da parte di mio figlio che voleva guardare Topolino mi sono ritrovato ai titoli di coda quasi senza avere avuto il tempo di respirare.

Gli undici Dottori si sono riuniti oggi per fare gli auguri di Buon 2011.

Il 2010 per ognuno ha avuto un diverso significato, personalmente è stato un anno difficile ma non particolarmente brutto; di sicuro per il nostro paese si potrà annoverare fra gli anni bui. Crisi economica, razzismo, controllo dell’informazione, un governo di gente capace solo ad andare a puttane (pardon… escort) a spese della collettività oltre che ad infliggere danni al tessuto economico e sociale della nazione, ha caratterizzato questo anno che sta per finire. E’ d’obbligo, ovviamente, un augurio di buon auspicio per l’anno che verrà ma, di sicuro, le prospettive non sono delle più rosee. Il 2010 ci lascia in eredità immagini che in italia non si vedevano da tempi immemori, gente per strada a gridare la propria rabbia contro un potere distante, imbavagliati dai media che ne parlano solo  per dire quanto sono brutti i black block, una città bella e grande come Napoli soffocata dai rifiuti per la colpa e l’incapacità degli amministratori locali e nazionali, prospettive di lavoro inesistenti per i giovani laureati di un’università sempre più in decadenza massacrata dalle varie riforme, l’informazione asservita a questo o quel potentato e un’offerta culturale sempre più rivolta verso il basso.

Un augurio di cambiamento per il 2011, dunque, nella remota speranza che un’invasione dei Dalek ci salvi tutti e un consiglio ai ragazzi che hanno studiato e che vedono ogni sbocco sigillato da un muro invalicabile: seguite l’esempio di Rose Tyler, non fatevi intrappolare in una vita che può sembrare più semplice perché magari ci sono gli amici e i genitori, andate via. Cercate nuove avventure, fate le valige e scappate senza voltarvi indietro, non tornate più nemmeno in vacanza, dimenticate questo paese, le sue tradizioni, la sua lingua, per sentire casa avrete sempre un cellulare, certo non vi permetterà di chiamare se siete su Alfa Centauri nel 2789, ma dubito che andrete così lontano.