Questo post e’ per complimentarmi pubblicamente con la iRobot, meglio con l’assistenza italiana della iRobot, fornita da Nital/LTR Service. Qualche mese fa ho acquistato un Roomba nuovo da eBay, per chi non lo sapesse sto parlando di un robot aspirapolvere automatico che praticamente sostituisce in casa la scopa manuale o elettrica che sia. Roomba, a casa, ci ha letteralmente cambiato la vita; fra lavoro, spesa e varie altre cose che contribuiscono al logorio della vita moderna (cit.) non sempre si trovava il tempo di passare la scopa elettrica tutti i giorni e su uno schifoso pavimento bianco la cosa si nota, o meglio si e’ cominciata a notare dopo l’arrivo di Roomba, che con pazienza e meticolosita’, tutti i santi giorni, spazza ogni millimetro quadro del pavimento di casa. Purtroppo qualche settimana fa il robottino ha cominciato a perdere colpi, le spazzole ogni tanto hanno cominciato a bloccarsi, un problema noto, anche se era troppo presto per verificarsi. Dopo qualche giorno le spazzole si sono bloccate del tutto producendo un rumore strano. A questo punto decido di mandare l’iRobot in assistenza in garanzia, recupero la fattura dal venditore eBay, spedisco tutto alla Nital. Nel giro di una settimana il Roomba e’ stato spedito, e’ arrivato a destinazione e’ stato riparato ed e’ tornato a casa, in un imballo a prova di bomba. Oltretutto il robot e’ tornato con la scatola degli ingranaggi totalmente sostituita con il nuovo aggiornamento a tenuta stagna, con una pulizia e revisione completa di tutte le parti e con l’aggiornamento del firmware, il tutto in senza pagare un euro. in questa italia ogni tanto qualcosa funziona, e bisogna dirlo.
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Accidenti come passa il tempo! Leggo un titolo sul Corriere on line, Micheal Douglas dice:-meno male che c’e’ il Viagra-. io penso:- Ma come? Micheal Douglas non era quello che si era fatto ricoverare in una clinica perche’ “malato di sesso” e ora ha bisogno del viagra?-. Vado a controllare, veloce ricerca su internet, e trovo un articolo del Corriere che conferma cio’ che pensavo, Michael Douglas in ospedale per troppa voglia di fare l’amore; peccato che l’articolo risalisse al settembre del 1992, sono passati 18 anni e io la ricordo come fosse una notizia letta distrattamente qualche settimana fa.
P.S. sono curioso di vedere quanti commenti di spam su Viagra e Cialis arriveranno a questo post eheheh
Questo natale mi sono autoregalato un po’ di giocattoli, come dice mia madre; appena ho un po’ di tempo faccio le foto di tutti intanto questa è una piccola anticipazione…
Un po’ di anni fa mio padre si dilettava a coltivare svariate verdure in un piccolo terreno ereditato. Una volta aveva piantato i pomodori, non so quanti fossero, forse una ventina di piante, ricordo solo che un giorno, d’estate, andammo insieme a raccoglierli e ricordo ancora quella esperienza, che sarebbe dovuta essere un gioco, un momento da passare all’aria aperta. Allora io avevo, forse, quindici anni di meno, certo è che di quella giornata mi è rimasta impressa indelebilmente perchè alla fine avevo la schiena a pezzi, letteralmente distrutto.
Il lavoro in campagna è duro, ripetitivo, alienante, faticoso e rende davvero poco, tanto poco che gli anni ’60 e ’70 hanno visto i braccianti agricoli trasformarsi in operari di catena, lavoro alienante anch’esso, ma almeno ci mangi a fine mese… e la campagna? Come ai tempi delle piantagioni di cotone nel sud degli States perchè non far ritornare la schiavitù che poi ci facciamo anche il KKK alla matriciana. Dalla Puglia, alla sicilia, dalla Campania, alla Calabria, migliaia di persone, per lo più, provenienti dall’Africa, certo non sempre in maniera regolare, lavorano nei campi clandestinamente e vivono ammassati in dei capannoni fatiscenti e tutto per un tozzo di pane; stiamo parlando, per i pomodori, di un euro a cassetta, diavolo un euro!!! E nonostante tutto qualche imbecille pensa sia anche normale divertirsi a sparare loro addosso con una carabina e dopo ciò devono pure stare zitti e continuare a subire. Ma la storia non vi ha insegnato proprio niente??! Adesso ecco pronto un fantastico piano del governo per fermare le “rivolte” di Rosarno, mandiamo contingenti di polizia e deportiamo tutti nei Cpt.
Comunque il ministro dell’interno ha ragione quando dice: “è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un’immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall’altra ha generato situazione di forte degrado”. Il problema, infatti è proprio quello, lo stato non è mai intervenuto nei confronti di chi per anni ha trattato queste persone come schiave condannandole a un degrado economico e sociale che non può non sfociare in moti di ribellione; quello di cui nessuno si rende conto, invece, è che l’immigrazione è e sarà inarrestabile. E’ come il principio dei vasi comunicanti: le persone continueranno a emigrare da posti degradati a posti un po’ meno degradati e non basteranno le cannonate a fermarle. La soluzione? Boh, probabilmente tentare la strada, difficile dell’integrazione anche perchè l’alternativa sono i ghetti. Giusto ieri sul Corriere c’erano una serie di considerazioni di Giovanni Sartori circa l’impossibilità di integrazione dei musulmani, beh senza entrare nel merito della questione l’unica mia considerazione è che se la cultura occidentale è talmente debole da farsi assimilare da un sistema sociale teocratico e illiberale importato da una minoranza di immigrati beh allora merita l’assimilazione c’è poco da dire. In realtà ciò che vedo è esattamente il contrario, gli immigrati di seconda generazione, i ventenni insomma, sono fin troppo integrati alla cultura occidentale, altro che pregare in direzione della Mecca.
Fra le sorprese di questo 2010 c’è quella dell’adeguamento alle normative europee che impongono l’eliminazione dei sacchetti di plastica dall’utilizzo quotidiano per evitarne il tremendo impatto ambientale, niente di inaspettato, la norma era nella finanziaria 2007 e se pure è stata prorogata al 1 gennaio 2011, i Centri Commerciali si sono tutti adeguati. Ovviamente considerato che i sacchetti in polietilene ci mettono un tempo inenarrabile a decomporsi se non correttamente smaltiti, la scelta di sostituire il polietilene col polipropilene o altro materiale compostabile da parte della GDO prima ancora delle imposizioni dei legge appare quanto meno lodevole se pure a ben guardare ha un notevole impatto economico sui consumatori. Si, insomma, fino a poco tempo fa, sopratutto nei grandi ipermercati i sacchetti erano gratuiti, e c’erano persino imbustatrici automatiche, oggi tocca comprare a prezzi assurdi tutta una nuova linea di oggetti che vanno dal sacchetto biodegradabile al contenitore di cartone e questo solo per poter trasportare la spesa. Se si chiede alla GDO ti dicono che il costo alto è per scoraggiare l’acquisto è che tali oggetti andrebbero riutilizzati nella spesa successiva; quindi il consumatore dovrebbe fare come mia nonna al mercato negli anni ’50, portarsi dietro le buste o il carrellino per metterci dentro la spesa. Certamente è una questione di abitudine e non è detto che quelle attuali siano poi tanto buone, ma la verità è un’altra: quanti realmente si porteranno i sacchetti da casa e quanti invece li compreranno all’ipermercato? Io, non mi vergogno ad ammetterlo, faccio parte della seconda categoria(*), e come me, vedo dai carrelli quasi tutti e allora mi chiedo ancora, siamo sicuri che l’impatto ambientale della produzione di sacchetti in polipropilene sia davvero sostenibile e sopratutto quali sono i reali costi di produzione di tali sacchetti da giustificarne la vendita a 15 centesimi.
(*) No, di portarmi la sporta nel supermercato o di svuotare il carrello in macchina mentre piove o magari c’è qualcuno che aspetta che liberi il posto auto non ci penso proprio.