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Anche quest’anno arriva immancabile la gallery dedicata al Carnevale di Putignano. La sfilata dei giganteschi carri allegorici con i personaggi di cartapesta è  uno spettacolo magnifico. Peccato  ancora una volta per l’organizzazione. L’idea di far pagare un pedaggio per l’accesso al paese genera chilometri di coda in entrata e i parcheggi periferici sono… troppo periferici se ti devi muovere con due bambini e due passeggini e fa anche molto freddo. In buona sostanza quasi due ore per entrare in città, e quasi un’ora per trovare un parcheggio accettabilmente vicino alla sfilata. Ovviamente, poi, file interminabili per accedere ai pochissimi bagni pubblici e nessun tipo di struttura ricettiva. Insomma  un bello spettacolo non esattamente accessibile per chi ha bimbi piccoli (a cui il Carnevale dovrebbe essere dedicato) ma vale comunque la pena della faticaccia. L’atmosfera di festa che si respira metterebbe di buon umore chiunque e la sfilata dei carri è, come sempre, uno spettacolo da non perdere. I bimbi, poi, possono sfogarsi con i coriandoli e possono correre con le loro mascherine e Putignano, in questi giorni, organizza tante iniziative collaterali. In conclusione, nonostante tutto, abbiamo passato una bellissima giornata aiutata, fra l’altro, dal tempo clemente e il costo per auto è di soli 10€ (noi eravamo in sette, quindi poco più di 1,5€ a testa)

Quando cominci a 5 anni a leggere Topolino e Superman e guardare in un vecchio TV Phonola in bianco e nero le storie di Goldrake e delle Aquile di Spazio 1999. Quando a 6-7-8 anni continui a guardare Mazinga e gli altri anime robotici, Star Trek e UFO. Quando cominci a guardare le stelle e a farti delle domande a cui tuo padre ha sempre più difficoltà a rispondere.  Quando leggi romanzi di fantascienza, ascolti buona musica ed è per te una conquista scrivere quattro righe in BASIC. Quando arriva un cretino a insultarti perché stai giocando a fingere di essere un robot gigante… in quel momento ti accorgi di vivere in una realtà diversa da quella che la gente comune definisce la vita vera.

Certo a 10 anni questa consapevolezza può anche fare male ma poi cresci e ti accorgi  che la realtà è solo una sovrastruttura percepita dalla mente in base all’esperienza e alle conoscenze ma sopratutto ti accorgi che la maggior parte delle persone fa una vita di merda.

Queste considerazioni erano in bozza da un po’, mi sono deciso a pubblicare dopo aver letto il post di Germano “Hell” Greco su Book & Negative che vi invito a guardare; come ad Hell anche a me capita il coglione di turno che legge qui o mi spia su Facebook e poi mi dice di “farmi una vita” di smettere di “pensare alle cazzate“, il fatto è che questa è la mia vita, piuttosto guardiamo la tua.

Hai imparato a leggere (male) a 12 anni ma non hai ancora imparato a scrivere e di anni ne hai più di 40. Da piccolo giocavi a pallone e ti sentivi un campione da serie A quando la tua più grande azione è stata quella di riuscire a infrangere i vetri del portone con il Super Santos e a scappare via prima di essere colpito dallo zoccolo della signora del primo piano. Più grande facevi il figo col motorino che riuscivi anche a impennare senza spiaccicarti sull’asfalto, quasi sempre. Ascolti musica di merda, al punto da pensare che Vasco Rossi sia un artista e non ti può mancare il calcio in TV, magari ti senti pure furbo a scroccare le partite in streaming, a scatti e con la telecronaca in cinese, da qualche sito russo. L’ultimo libro che hai letto è stato “Il Codice da Vinci“, non ci hai capito un cazzo eppure è una vaccata disarmante, del resto non puoi pensare di leggere un libro una pagina sì e due no… sì lo so che era più di 10 pagine… Non voglio nemmeno commentare le tue riflessioni sulla politica e sulla società, sì me l’hai già detto che i politici sono tutti ladri e i notai non pagano le tasse.

Ora tu, piccolo, miserabile, insignificante verme vieni a dire a me di “farmi una vita”? Io vivo in una realtà, inutile stolto, fatta di mondi che non potrai mai nemmeno avvicinare con la tua povera mente piena di merda e pregiudizi, io sono il padrone dell’universo, del mio universo che purtroppo per te non ti contempla, perché la tua realtà è fatta di miseria, di egoismo, di intolleranza e di stupidità. Il tuo “mondo reale” fatto di cartellini da timbrare, di code al casello, di ricerca di uno status sociale, di vacanze a rate e di happy hour non mi riguarda: il tuo mondo ciccio è reale esattamente come il mio solo che il tuo fa schifo e tu non conti un cazzo.

 

Beh, finalmente anche qui è arrivata la neve. Dopo le catastrofi annunciate dai TG, dopo le ordinanze comunali di blocchi del traffico e chiusura delle scuole, dopo tanta attesa, i due giorni di neve annui sono arrivati anche qui a Bari, anzi a Casamassima per essere precisi; a Bari piove.

Io non so cosa succeda nelle redazioni giornalistiche, di solito in inverno nevica e ogni volta che nevica ci sono disagi, strade inagibili, mancanza di elettricità, borghi isolati, specialmente nel Centro-Sud. Quest’anno invece pare di essere di fronte a un’ondata straordinaria di maltempo come mai non si sera visto dall’invenzione delle telecamere.

Mah, personalmente non amo la neve, crea problemi e qui non siamo attrezzati, del resto già immagino le reazioni degli anti-casta se la Regione Puglia spendesse  qualche decina di milioni di euro in mezzi spargisale, ruspe e addestramento del personale. Resta il fatto che il paesaggio innevato è davvero affascinante e poi è inutile dire che i bambini con la neve si divertono,  se non altro perché non si va a scuola ;-)

Il video mostra la strada che ho fatto per tornare a casa, niente di speciale, ovviamente, ma qui siamo in provincia di Bari e quello che si vede non è esattamente comune e andava immortalato se non altro per ricordo. C’è da dire che, tornato a casa, ho sentito al TG che quel tratto di strada era impraticabile… ehm posso testimoniare che non è vero. :-)

Come ho detto, comunque la neve serve, quanto meno, per far divertire i bambini. Ecco quindi Pierpaolo oggi pomeriggio.

E’ inutile girarci intorno. Se c’è un oggetto che più di tutti ha influenzato la mia vita è il Commodore 64.

Il Commodore 64 è stato il primo computer ad avere, realmente, una capillare diffusione al di fuori delle aziende. Certo secondo gli standard attuali il C64 è molto meno performante del processore del mio forno a microonde ma avere nel 1982, in casa, un aggeggio che poteva vantare ben 64 KiloByte di RAM, processore a 1 Mhz, grafica a 8 bit con co-processore dedicato VIC II, co-processore audio a tre voci  SID 6581, memoria di massa su musicassetta (Datasette) o su Floppy Disk da 5,25″ (Commodiore 1541), monitor a colori da 13 pollici (Commodore 1701), stampante a 9 aghi (MPS-801)  a qualcosa in più di un milione di lire era davvero incredibile.

Io, in verità non ho mai avuto un Commodore 64, nel 1985, mio padre, mi regalò il Commodore 128, con registratore non Commodore, clone del C1541, monitor Hantarex a fosfori verdi (in grado di sfruttare la modalità 80 colonne del C128), 2 joystick e il mitico copritastiera in plastica rigida, il tutto per qualcosa in più di un milione di lire. Quel coso è stato il più bel regalo della mia vita, passarlo ad un mio cuginetto, quando comprai il mio primo PC  nel 1988 (un Amstrad 3286), probabilmente, una delle più grandi cazzate che abbia mai fatto. Ad ogni modo, nonostante avessi il C128, come tutti, lo utilizzavo in modalità C64, dunque ho imparato a programmare col Basic v2.0, e utilizzavo la sterminata quantità di programmi e giochi per il fratellino minore di casa Commodore, tutti, ovviamente, scarsamente originali e avevo, naturalmente, tutti i numeri della rivista Commodore Computer Club, che oltre ad avere articoli interessantissimi, anche di programmazione, aveva l’interessante caratteristica di mostrare stampe di donne molto discinte derivate da immagini per  Commodore Amiga (vedi la foto sotto, per la cronaca era il numero 56), che per gli adolescenti degli anni 80 con tendenze nerd… Una cosa è certa se non fosse esistito il C64, se mio padre non avesse potuto regalarmi un C128, oggi la mia vita sarebbe certamente diversa, probabilmente farei il professore di fisica in un liceo o , peggio,  l’ingegnere elettronico da qualche parte.

Questo mese, il C64 compie 30 anni dal debutto al Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, nella prima settimana del  1982, nella sua versione nel formato biscottone marroncino, per poi approdare sugli scaffali dei negozi a stelle e strisce nel mese di agosto. Credo, a questo punto, che festeggerò la ricorrenza facendo un giretto su eBay anche se forse mi cercherò un C128, intanto:

LOAD

PRESS PLAY ON TAPE

READY

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L’altro giorno, ad una fiera, Pierpaolo ha “insistito” perché gli comprassi dei pesci rossi. Vuoi che era domenica e la domenica siamo (quasi) tutti più buoni, vuoi che la durata di un pesce rosso comprato in fiera si attesta intorno alle 48 ore gli compro due simpatiche bestiole. Dopo 15 giorni trascorsi a cambiargli l’acqua tutte le mattine e a improvvisarmi “nutrizionista di pesci rossi”, i maledetti animali non ne volevano proprio sapere di tirare le cuoia, anzi erano più vispi e “simpatici” che mai. Allora decido di trasferirli in un mini acquario (due euro di carassius auratus auratus e più di cinquanta fra vasca e ammennicoli vari) , il Getta-Acquario di Pierpaolo.

Che poi in realtà quello che passa più tempo a guardare i pesci è Gabriele che rimane ipnotizzato a vedere scivolare nell’acqua le simpatiche bestiole. Il rischio per me, amante di gadget inutili (è cos’è più inutile di  un acquario?), adesso, è quello di entrare in un tunnel da cui uscirò molto più povero :-)