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Sul finire degli anni ’80, Italia 1 in tarda serata, d’estate, cominciava a trasmettere la prima stagione di Star Trek: The Next Generation. Mentre attendevo con trepidante attesa l’inizio del nuovo episodio della saga creata da Gene Roddenberry, però, veniva trasmessa una strana serie TV, una sorta di incrocio fra una sit-com e un telefilm poliziesco, intitolato secondo l’adattamento italiano “Troppo Forte”.

L’idea del telefilm era di prendere il classico piedipiatti delle produzioni americane degli anni ’70 e ’80 ed esasperarne le caratteristiche di misantropia e senso di giustizia fino alle estreme conseguenze creando così Sladge Hammer.

Sledge Hammer è un ispettore di polizia che affiancato dal suo partner, la strafighissima  poliziotta Dori Doreau compie il suo dovere di tutore dell’ordine dando la caccia ai criminali. Fin qui la descrizione di quello che sembrerebbe un classico telefilm poliziesco se non fosse che Sledge è quello che comunemente verrebbe definito uno psicopatico. L’ispettore Hammer ha un solo scopo nella vita fermare i criminali e per farlo non si cura assolutamente dei metodi utilizzati: lui serve la collettività e non il singolo individuo che è sacrificabile rispetto al fine supremo di difendere la giustizia. Sledge è innamorato del suo lavoro che viene in secondo piano soltanto rispetto alla sua amata 44 magnum che chiama per nome e tratta come un’amante (l’episodio in cui gli viene rubata la pistola è da morir dal ridere). Per fermare un criminale, Hammer non si fa scrupolo a  far saltare in aria un palazzo con un bazooka o sparare fra la folla mentre ripete il suo motto: “Fidati di me, io so quel che faccio”.

La partner Dori Doreau cerca di stemperare i toni bruschi di Sledge, ovviamente,  con scarso risultato l’ultimo episodio della prima stagione, infatti,  termina con l’esplosione di un ordigno nucleare.

CREDITS

Titolo Originale: “Sledge Hammer”
Creato da:Leonard B. Stern
Musiche: Don Davis,Danny Elfman, Ron Grant, Lance Rubin
Prodotto da:Robert Ewing,Thomas John Kane, Robert Lovenheim, Alan Spencer
Episodi: Due stagioni per 41 episodi da trenta minuti andati in onda la prima volta dal 1986 al 1988 sulla ABC

CAST

Sledge Hammer – David Rasche
Dori Doreau – Anne-Marie Martin
Captain Trunk – Harrison Page
Agente Majoy – Leslie Morris
Norman Blates – Kurt Paul (1986-1987)
Agente Daley – Patti Tippo (1987-1988)


Ben prima del bellissimo “District 9”, il tema dello sbarco alieno da parte di un popolo di extraterrestri disperati isolati e ghettizzati dai terrestri era stato trattato, nel 1989, con le dovute differenze di budget e di effetti speciali da “Alien Nation”, film che ha riscosso un grande successo di pubblico, sopratutto negli Stati Uniti, tanto da avere persino un seguito televisivo. In Italia, al contrario, sia il film che la serie non hanno riscosso un grande favore (ma questo vale anche per District 9) ed il telefilm è stato trasmesso solo su piccole emittenti private negli anni ’90.

“Alien Nation” può essere considerato, in un certo senso, un seguito ideale di “V” Visitors; Kennet Johnson riprende, infatti, il tema dello sbarco alieno senza battaglie spaziali o mostri verdi e si concentra sulla problematica di integrazione di profughi alieni sbarcati sulla terra con la popolazione locale fondendo genere fantascientifico e poliziesco.

LA STORIA

“Alien Nation” narra le vicende di due detective della L.A..P.D.(Los Angeles Police Departement) alle prese con casi più o meno intricati. Detto così sembrerebbe il classico serial poliziesco se non fosse che uno dei due detective é un “nuovo venuto”.
Nel 1988, infatti, nel deserto del Mojave in California, atterra un’enorme nave spaziale con 250.000 profughi fuggiti dal pianeta Tencton (caduto in mano a una dittatura che ha reso i suoi abitanti schiavi).
I tenctoniani definiti “nuovi venuti” o in modo dispreggiativo “Slags” vengono accolti negli Stati Uniti più o meno come fossero immigrati clandestini provenienti dall’Italia dei primi del 900, quindi vengono messi in quarantena e si cerca di dare loro dei nomi comprensibili e dei documenti andando a pescare fra le denominazioni delle località degli Stati Uniti o dei grandi personaggi. Un gruppo di avvocati  per i diritti civili, tuttavia, si attiva per cercare di far concedere ai “nuovi venuti”  la possibilità di essere integrati nella società americana; così,  grazie anche all’appoggio del presidente Reagan, per  i tenctoniani vengono “liberati” dalla quarantena e diventano a tutti gli effetti cittadini americani. L’integrazione della nuova cultura nel tessuto sociale americano è tutt’altro che semplice: alcuni “nuovi venuti”, non riuscendo a farsi accettare finiscono per dedicarsi ad attività illecite, in particolare la sintetizzazione e lo spaccio di una nuova droga, altri, invece, riescono ad assimilarsi bene nel nuovo mondo finendo per arruolarsi persino nelle forze di polizia. Questo è il caso di George Francisco, primo detective alieno della L.A.P.D., a cui viene assegnato il caso di omicidio di un poliziotto in cui probabilmente sono coinvolti i “nuovi venuti” e che deve collaborare per la soluzione del caso con un poliziotto umano il detective Matt Sikes. Sikes è il vero stereotipo del poliziotto televisivo americano, duro, caparbio, divorziato, attaccato al lavoro, incorruttibile e anche un po’ razzista. Il rapporto fra i due protagonisti inizialmente è molto tormentato ma l’amore per la giustizia sarà il punto comune che segnerà l’inizio di una profonda amicizia, esempio di totale integrazione fra umani e alieni.
In “Alien Nation”, dunque, il tema dominante, più che la fantascienza, é il dramma della discriminazione razziale e i problemi dell’integrazione fra  culture estremamente differenti, un problema profondamente sentito negli USA degli anni ’90 e mai realmente risolto se non addirittura peggiorato, come dimostrano le cronache a distanza di venti anni; un problema non solo degli USA ma di tutto il mondo dove la supremazia culturale, sociale e religiosa sembra, oggi, essere il principale motivo di attrito sia nella politica interna che in quella estera di quasi tutte le nazioni.

I TENCTONIANI

I Tenctoniani sono esteriromente molto simili agli esseri umani eccetto per la conformazione del cranio e l’assenza di capelli; l’epidermide  inoltre ha una particolare pigmentazione e presenta chiazze o striature variabili a seconda dell’individuo oltre ad essere  particolarmente sensibile al cloruro di sodio.
La fisiologia tenctoniana invece sembra essere abbastanza diversa da quella umana. Spiccano immediatamente delle sostanziali differenze nell’apparato cardiocircolatorio per la presenza di due valvole cardiache e nell’apparato riproduttivo vagamente somigliante a quello degli organismi marsupiali presenti sul pianeta Terra. La riproduzione è di tipo sessuato ma, a differenza delle specie terrestri, oltre al maschio e alla femmina è necessario un terzo elemento, denominato “sacerdote”, che funge da catalizzatore. La gestazione, infine, non é compiuta totalmente dalla femmina ma viene portata a termine dal maschio.

CURIOSITA’

– Il regista di Alien Nation avrebbe dovuto essere inizialmente James Cameroon che abbandonò il progetto per dedicarsi a The Abyss

– Il telefilm Alien Nation é durato solo per una stagione tuttavia gli ascolti  USA erano sufficientemente alti da giustificarne una seconda. La produzione decise comunque di realizzare alcuni TV Movie per continuare la saga:
Dark Horizon (1994)
Body And Soul (1995)
Millenium (1996)
The Enemy Within (1996)
The Udara Legacy (1997)

IL CAST

Detective Matt Sikes – Gary Graham (nel film James Caan)
Detective George Francisco – Eric Pierpoint (nel film Mandy Patinkin)
Susan Francisco – Michele Scarabelli
Emily Francisco – Lauren Woodland
Buck Francisco – Sean Six
Cathy Frankel – Terri Treas
Albert Einstein – Jeff Marcus
Capitano Bryon Grazer – Ron Fassler

CREDITS

Titolo Originale: “Alien Nation ” il film é anche conosciuto come “Future Tense” e “Outer Heat”
Musiche: Jerry Goldsmith
Creato da: Rockne S. O’Bannon, Kennet Johnson
Regia: per il film Graham Baker
Casa di Produzione: Fox Television
Episodi: Prodotta una pellicola per il grande schermo, una stagione di 22 episodi andata in onda dal 1989 al 1990 da circa un’ora e 5 Tv Movie.

Gli anni ’80: arrivano i primi personal computer, un TV color in ogni casa, nuove correnti culturali artistiche provenienti da una visione cyber pop dell’universo causata dai tanti progressi nella tecnologia (sopratutto dell’informazione) . In questo contesto i media lanciano i primi “divi virtuali” prefigurando una tecnologia ancora molto al di là dal venire in grado di creare dei nuovi personaggi virtuali e dotati di IA. Un esempio in Italia, per chi ha avuto la sfortuna di vivere in quel periodo, era DJ Super X di Superclassifica Show, una palla stroboscopica antropomorfa che leggeva le classifiche. Su Channel 4 britannico, invece nasce Max Headroom, un vero e proprio annunciatore virtuale, che ebbe una tale presa sul pubblico da diventare protagonista persino una serie televisiva.

IL TELEFILM

Siamo in un futuro non troppo lontano, la TV, come nel peggior incubo di Orwell e come nei sogni, dell’epoca, di Berlusconi è diventato lo strumento principale per orientare l’opinione pubblica. Un po’ come avviene oggi in italia, i messaggi trasmessi attraverso i programmi televisivi e gli annunci pubblicitari influenzano il voto democratico e hanno un effetto dirompente sull’economia; pochissimi individui (comunisti?) riescono a sottrarsi a questo quotidiano lavaggio del cervello. Uno di questi, Edison Carter, un reporter d’assalto di uno dei più importanti network televisivi, il Network 23, scopre che, proprio il canale televisivo per cui lavora sta realizzando una nuova tecnologia di condizionamento attraverso messaggi subliminali che possono avere, però, rilevanti effetti collaterali sulla salute. L’inchiesta viene, ovviamente, subito bloccata da Grossberg, presidente di Network 23, ma ciò non è sufficiente a fermare Carter che continua a scavare alla ricerca della verità; il giornalista scoprirà così un nastro (si un nastro erano gli anni ’80) con tutte le prove ma, ormai le forze del male gli sono addosso e non fa in tempo ad esaminare le prove che si ritrova alle calcagna la security del Network 23 ed è costretto a fuggire con la sua moto. La fuga, tuttavia, durerà poco; Carter si schianta sulla barriera di uscita di un parcheggio e prima di perdere i sensi l’ultima cosa che vede è un cartello con scritto “Max Headroom 2.3m”.
Grossberg fa così portare via il corpo incoscente di Carter deciso a sapere cosa avesse scoperto; usaando una nuova tecnologia fa scansionare la mente del giornalista per riversarne i ricordi in un avatar dotato di intelligenza artificiale che appena attivo dice…Max… Max Headroom.
Grossberg ha dunque vinto la sua battaglia contro la verità, il corpo del giornalista scomodo viene portato in una banca degli organi per essere eliminato e il suo avatar, Max Headroom, è il prototipo di presentatore progammabile di Network 23. Non sempre, però, i piani dei cattivi procedono nel verso giusto: Carter viene salvato dalla sua amica Theora, Max, presa coscienza di se, scappa nella rete di computer del Network mentre Grossberg viene fermato da Carter che presenta le prove che aveva raccolto in diretta TV durante la conferenza stampa indetta per annunciare la propria morte.
Da qui partono le avventure di Edison Carter e del suo alter-ego virtuale un po’ schizzato Max Headroom.

CURIOSITA’

Nel 1987 un pirata televisivo dal nome Max Headroom fa irruzione durante un TG della rete televisiva WGN di Chicago per essere oscurato dopo pochi secondi e due ore dopo sulla rete PBS di Chicago interrompendo un episodio di Doctor Who con uno show satirico. Il pirata non è mai stato identificato.

CREDITS

Titolo Originale: “Max Headroom ”
Creato da: Annabel Jankel, Rocky Morton
Musica: Cory Lerios
Episodi: Due stagioni per 14 episodi da 60 minuti trasmessi la prima volta fra il 1987 e il 1988 dalla ABC + 1 Film TV “20 minuti nel futuro” da cui è stato rielaborato il pilot

IL CAST

Edison Carter / Max Headroom – Matt Frewer
Theora Jones – Amanda Pays
Murray – Jeffrey Tambor
Bryce Lynch – Chris Young
Blank Reg – W. Morgan Sheppard
Ben Cheviot – George Coe
Lauren – Sharon Barr
Breugel – Jere Burns
Angie Barry – Rosalind Chao
Mahler – Rick Ducommun
Gene Ashwell – Hank Garrett

“Dieci anni fa gli uomini di un commando specializzato operante in Vietnam vennero ingiustamente condannati da un tribunale militare. Evasi da un carcere di massima sicurezza si rifugiarono a Los Angeles vivendo in clandestinità. Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere e se riuscite a trovarli forse potrete ingaggiare il famoso A-Team”

Con una voce fuori campo che recita queste parole iniziano tutti gli episodi di una delle serie culto degli anni ottanta: A-Team.

L’A-Team è una squadra di ex militari che hanno combattuto durante il conflitto in Vietnam che, pure se perseguitati dalla polizia militare, sono sempre disponibili ad aiutare chiunque abbia bisogno di loro per riparare un torto o vendicare un’ingiustizia.

I componenti dell’A-Team sono il Colonello John “Hannibal” Smith, Templeton Peck (Faccia da sberla), P.E.Baracus e H.M.”Matto Urlante” Murdock.

Colonello John “Hannibal” Smith, interpretato dal mitico George Peppard era tenente colonnello e comandante della squadra durante la guerra ed è a  capo dell’A-Team anche durante la latitanza. Il soprannome Hannibal gli viene dato perché, come il più famoso Annibale, lui ritiene di essere un grande condottiero e lo è. Hannibal é la mente del gruppo ed ha sempre un piano pronto per ogni evenienza, lui, che indossa sempre guanti di pelle neri, “adora i piani ben riusciti”.

Come copertura Hannibal usa quella di attore di B-Movie interpretando l’Acquamaniaco mascherato da mostro marino; in effetti il colonnello Smith è un maestro nei travestimenti, la sua interpretazione più riuscita è quella del lavandaio cinese (Mr.Lee) che utilizza per contattare i “clienti” dell’A-Team depistando la polizia militare.

Tenente Templeton”Faceman” Peck, interpretato da Dirk Benedict è soprannominato “Faceman” o “Faccia da Sberla” proprio per la sua faccia tosta. Sberla il cui vero nome è Arthur è un orfano  cresciuto in vari istituti. Proprio a causa della sua infanzia difficile e grazie al suo innato fascino, Sberla è  una sorta di piccolo truffatore in grado, tuttavia,  di procurare all’A-Team qualunque cosa di cui abbia bisogno. Sberla guida una Corvette dell’84 bianca, il suo stile e il suo sex-appeal lo rendono una calamita per il gentil sesso.

Sergente Bosco”Pessimo Elemento”Baracus interpretato da Mister T(Lawrence Tero), é una specie di gigante nero con i capelli alla moicana e coperto di catene d’oro. Lui risolve tutto o quasi con la forza bruta ma in fondo è un “buono” che ama i bambini e beve latte.
P.E. è  anche un genio della meccanica in grado di riparare e costruire qualsiasi mezzo a motore ed è l’autista del furgone nero GMC, che l’A-Team usa negli spostamenti. Lo stesso furgone può essere considerato uno dei protagonisti della serie, attrezzato con una vera e propria armeria piena di  fucili automatici che la squadra non si farà mai scrupolo di usare in ogni episodio senza, tuttavia, mai ferire nessuno.  P.E. ha un sacro terrore di volare e tutte le volte che sarà necessario per la squadra spostarsi in aereo o in elicottero toccherà trovare il modo di fargli perdere conoscenza, salvo poi inventare una scusa plausibile per placare la sua furia distruttiva al risveglio.

Capitano H.M.”Matto Urlante” Murdok,  interpretato da Dwight Shultz, pilota di elicotteri durante la campagna in Vietnam. La guerra ha lasciato sulla sua mente segni indelebili tanto da dover essere ricoverato in un ospedale psichiatrico da cui fuggirà puntualmente con la complicità dell’A-Team all’inizio di ogni episodio. Le evasioni dall’ospedale sono dei veri e propri siparietti comici come lo sono i battibecchi fra Murdok e P.E. Proprio perchè ritenuto insano di mente Murdock è l’unico a non essere ricercato dalla Polizia Militare; nell’ultima stagione Murdok verrà dimesso e lavorerà in un ristorante.

Murdock grazie anche al genio di Dwight Shultz, è probabilmente il personaggio meglio caratterizzato della serie, di sicuro è il più interessante.

Nel cast è presente, almeno nelle prime due stagioni, anche una donna, Amanda Amy (Tripla A) Allen, una giornalista che inizialmente vuole scrivere un articolo sul famigerato A-Team ma che poi rimane invischiata nelle storie della squadra ed è costretta, suo malgrado, ad aiutare l’A-Team in piu’ di un’occasione. In un episodio deve persino immolare la sua fiammante Renault 5 che P.E. trasformerà in una specie di carro armato per salvare l’A-Team.

Il plot dei vari episodi é molto simile, in pratica qualcuno, generalmente una persona debole e indifesa , si rivolge all’A-Team perché ha subito una qualche ingiustizia da parte dei “cattivi” di turno e l’A-Team si adopererà in tutti i modi per aiutare il malcapitato. Dopo una serie di sparatorie e scazzottate i ragazzi dell’A-Team si ritrovano immancabilmente chiusi da qualche parte (generalmente una fabbrica dismessa o un capanno di attrezzi). Qui con tutto ciò che trovano costruiscono bazooka lanciamissili, fucili, bombe a mano, alabarde spaziali, missili perforanti…  riescono ad evadere e fermano i cattivi. Alla fine di tutto, poi,  per un motivo o per un altro non verrà corrisposto loro alcun compenso. Variante in questo schema è la Polizia Militare, con a capo il Colonnello Linch prima e il colonnello Decker poi, inventa uno stratagemma per arrestare l’A-Team senza ovviamente riuscire mai nell’intento. Nell’ultima stagione, in verità,  l’A-Team verrà catturato, e Hannibal, Sberla e P.E. condannati a morte; tuttavia con l’aiuto del Generale Hunt Stockwell e grazie sopratutto a Murdock, anche questa volta l’A-Team rriuscirà a fuggire. Da questo momento la squadra lavorerà  per il Generale Stockwell, l’unico con i mezzi necessari per aiutarle l’A-Team a riabiltarsi. A questo punto della serie alla squadra si aggiunge Frankie Santana un portoricano esperto di effetti speciali ma ormai  il “Salto dello Squalo” per la serie è da tempo compiuto.

Nel 2010 è uscito nelle sale un adattamento cinematografico della serie diretto da Joe Carnahan ambientato ai giorni nostri dove l’Iraq sostituisce il Vietnam.

CREDITS

Titolo Originale: The A-TEAM
Musiche: Mike Post, John Carpenter
Creato da: Stephen J. Cannell
Prodotto da: Stephen J. Cannell
Casa di Produzione: Universal Picture
Episodi: 98 episodi da circa 60 minuti prodotti in cinque stagione dal 1983 al 1987 e trasmessi la prima volta sulla NBC

Nota: Questo articolo è stato scritto da me  nel 1999 così male che per ripulirlo alla meglio ho perso più tempo che se l’avessi riscritto. Una versione di questo post è presente anche su superEva.it


Pac-man e’ un videogioco creato da Tohru Iwatani della NAMCO pubblicato per la prima volta come gioco da bar nel 1980. La leggenda narra che Iwatani abbia avuto l’idea di Pac-Man osservando una pizza senza uno spicchio durante una cena. Ad ogni modo il 22 maggio del 1980 grazie a un team di sviluppo di 8 tecnici viene alla luce uno dei più famosi arcade game di tutti i tempi che oggi compie la bellezza di trenta anni. Io personalmente ho giocato a Pac-man, per la prima volta, nell’82 su una console Atari 2600 e per l’epoca sembrava incredibile. Oggi non solo la ROM dell’originale gioco da bar del 1980 gira tranquillamente sul MAME ma, addirittura, per i 30 anni, Google ha realizzato una versione Flash personalizzata del gioco che gira nell’homepage del famoso motore di ricerca. Altri tempi, altre potenze di calcolo. Io intanto ricordo quei tempi con nostalgia e guardo il mio smartphone da 50 euro che nel 1969 sarebbe stato comodo pa supportare le missioni lunari. Buon compleanno vecchia palla gialla.