Il piccolo Pierpaolo piano piano impara sempre nuove parole e adesso canta niente meno che la sigla de “Il Grande Mazinga”, fantastico!!!
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Nuova fotocamera e nuovo filmato di Pierpaolo che suona il pianoforte rapito dallo spirito della musica
Chi l’avrebbe mai detto… mi sento moralmente obbligato ad andare a votare alle primare del PD per le elezioni regionali. Non ho mai pensato alle primarie di partito come uno strumento utile in democrazia, ma piuttosto, ad una pagliacciata in stile americano; in verita’ ho sempre pensato che, tutto sommato, la gestione partitica della politica non e’ alla fine il peggiore dei mali. Negli ultimi tempi pero’, forse anche a causa di una legge elettorale, che viaggia sul filo fra democrazia e qualcos’altro che non riesco nemmeno a definire, negli ultimi tempi dicevo si sta davvero esagerando.
Andammo i pomeriggi cercando affiatamento,
scoprivo gli USA e rari giornaletti.
Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti,
anch’ io sorrisi sempre piu’ scontento.
Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
la strana cosa che sembrava vino,
mi aveva affascinato il suo colore di rubino:
perche’ lo cancellasti con il piede?
La scatola meccanica per musica e’ esaurita,
rimane solo l’ eco in lontananza,
ma dimmi cosa fai lontana via nell’ altra stanza,
ma dimmi cosa fai della tua vita.
O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva!
Rivoluzione, cambia qualche cosa!
Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
mia stanca civilta’ che si trascina.
Poi piovve all’ improvviso sull’ Amstel, ti ricordi?
Dicesti qualche cosa sorridendo;
risposi, credo, anch’ io qualche banalita’ scoprendo
il fascino di un dialogo tra i sordi.
Tuo nonno era un grand’ uomo, famoso chissa’ cosa,
di loro si usa dire “e’ ancora in gamba”.
Mi espose a gesti e a sputi quella “weltanshauung” sua stramba
puntando come un indice una rosa.
Malinconie discrete che non sanno star segrete,
le piccole modeste storie mie,
che non si son mai messe addosso il nome di poesie,
amiche mie di sempre, voi sapete!
Ebbrezze conosciute gia’ forse troppe volte:
di giorno bevo l’ acqua e faccio il saggio.
Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
da urlare in faccia a chi non lo raccoglie.
Il tuo patrigno era un noto musicista,
tuo padre lo incontravi a qualche mostra.
Bevemmo il te’ per terra e mi piaceva quella giostra
di gente nelle storie tue d’ artista.
Mi confidasti trepida non so quale segreto
dicendo “donna” e non “la cameriera”.
Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:
fui premuroso, timido, discreto.
E tu nell’ altra stanza che insegui i tuoi pensieri,
non creder che ci sia di meglio attorno:
noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
sciupiamo i nostri oggi come ieri.
Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:
non voglio il paradiso né l’inferno.
Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.
Uscimmo un po’ accaldati per il troppo vino nero,
danzammo sulla strada, gia’ albeggiava.
Sembrava una commedia musicale americana,
tu non lo sai, ma dentro me ridevo…
In questa notte 40 anni fa tre uomini portavano a termine una missione incredibile, portavano l’umanità a toccare con un dito quella Luna simbolo certamente di una gara a chi ce l’ha più lungo ma simbolo sopratutto dell’affermazione della potenzialità di un branco di scimmie glabre evolutesi su un pezzo di roccia guardando il cielo e immaginandolo popolato da dei e demoni, guardando il cielo e sognano di arrivarci per scalzare dio o soltanto per il gusto.
In questa notte calda e senza Luna, col bimbo malato è il condizionatore prudenzialmente spento, dubito di riuscire a dormire; ho la finestra aperta e sento di lontano qualcuno fare il karaoke mentre, stranamente ripenso a Neon Genesis Evangelion e decido di riascoltarne l’ending theme dove la bellissima voce di Claire Littley non fa rimpiangere l’originale di Frank Sinatra.
Il primo uomo a mettere piede sulla luna fu Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11 seguito da Buzz Aldrin, mentre il loro compagno Michael Collins rimaneva in orbita sul modulo Columbia.
Armstrong e Aldrin allunarono con il modulo Eagle alle ore 20:17 UTC del 20 luglio 1969, esattamente quaranta anni fa. Alle 2:56 UTC Armstrong fece il suo grande passo per l’umanità. Nel “Mare della Tranquillità” c’è ancora una bandiera a stelle e strisce e una targa in acciaio inossidabile a ricordare lo sbarco:
Here men from the Planet Earth first set foot upon the moon, July 1969, A.D.
We came in peace for all mankind.
L’ultimo uomo a camminare sul suolo lunare fu Eugene Cernan, durante la missione Apollo 17 nel dicembre 1972. Da allora l’umanità è stata presa da cose più importanti per continuare a tenere la testa oltre le nuvole…