Oggi pomeriggio, da una notifica sul cellulare scopro che mi è stato assegnato il premio UNIA da un losco figuro che risponde al nome di Giordano Efrodini, Così vado a vedere cosa sia questo fantomatico premio per scoprire trattarsi di un simpatico MEME, che non so di preciso cosa c’entri con la parola UNIA; sostanzialmente si tratta di rispondere a sette domande sulla lettura e come nella più virale tradizione delle catene di Sant’Antonio passare il testimone ad altri sete amici.
OK quindi cominciamo con le domande tutte legate al mondo della lettura, a cui è stato un vero piacere rispondere.
1) Qual è il primo libro che hai letto in assoluto?
Se escludiamo librucoli di favole e qualche novella il primo libro che ho letto, all’età di sei anni, nell’estate fra la prima e la seconda elementare, è stato Buffalo Bill di J.W. Sheridan appartenente alla collana Editrice Piccoli Milano. Il romanzo mostra delle inedite avventure del mitico Bill Cody incaricato, questa volta, di cercare di reperire provviste per la compagnia ferroviaria che sta espandendo i suoi lucenti binari nl selvaggio West dominato da indiani e bisonti.
Questo libro significa molto per me perché fu una sorta di regalo di addio della mia compagna di scuola, Giusy De Nicolo, quando, a sei anni, cambiai casa per trasferirmi da Taranto a Bari. Non ho più visto Giusy per 25 anni ma di questo parleremo dopo.
2) Hai mai fatto un sogno ispirato a un libro che hai letto? Se sì, racconta.
Io ho la tendenza a non ricordare i sogni che faccio, tuttavia molto spesso mi addormento ripensando all’ambientazione di un libro che si trasforma in una sorta di sogno semi-lucido che mi accompagna dolcemente fra le braccia di Morfeo.
Ad ogni modo ricordo di aver sognato di essere Richard Francis Burton nella rivisitazione del grande esploratore britannico che ne ha fatto Philip J.Farmer nel suo ciclo del Mondo del Fiume. Ho adorato tutti i romanzi di quella saga letteraria e ho sempre amato Farmer.
3) Qual è la prima cosa che ti colpisce in un libro? La copertina, la trama o il titolo?
Da ragazzino era la copertina a colpirmi, un po’ perché i primi libri che ho letto erano quelli che erano a casa dei miei, appartenenti, in gran parte, alla Edizioni Selezione Reader’s Digest, La casa editrice oltre a curare un’ottima rivista pubblicava delle riduzioni di romanzi in formato rilegato con un’orrida copertina marrone; per questo motivo le copertine colorate e con immagini appariscenti, specie se di donne discinte, hanno sempre colpito la mia attenzione. Ben presto ho imparato che la copertina quasi mai c’entra granché con il contenuto del libro… beh a parte il ciclo di John Carter di Marte con le marziane seminude.
Oggi mi interessa più il genere, in pratica leggo quasi esclusivamente romanzi con ambientazione sci-fi e comunque fantastica, li trovo, come dire… più realistici.
4) Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?
Beh no! La cosa a ben vedere mi dispiace un pochetto, significa sostanzialmente che riesco a mantenere sempre un certo distacco che mi tiene legato alla realtà anche quando mi immergo nella lettura di un romanzo in cui cerco di sospendere ogni collegamento con l’universo che alcuni si ostinano a credere essere quello reale.
5) Qual è il tuo genere preferito?
Senza dubbio la fantascienza. Ho letto il mio primo romanzo di fantascienza all’età di 7 anni, era l‘Isola sull’Oceano Notte di Michel Grimaud della collana I nuovi Adulti. Una discreta vaccata per la verità che però mi ha traghettato verso il genere fantascientifico da lì ho saccheggiato i vecchi Urania di mio nonno, anche lui cultore di fantascienza e poi un po’ in ritardo, ho letto Asimov, Clarke, Dick e tutti gli altri.
Chi storcerà il muso di fronte al termine fantascienza ovviamente crede che si parli solo di robot e astronavi, non fatevene un cruccio lo credono anche molti idioti che scrivono recensioni alla cazzo di cane, ma ne parleremo un altro giorno.
6) Hai mai incontrato uno scrittore?
Beh sì ho incontrato alcuni scrittori in vita mia, ho partecipato a cene, presentazioni e tutto l’ambardan che ruota attorno all’editoria classica; tuttavia mi riallaccio alla prima domanda per dire che, un paio d’anni fa, a distanza di 25 anni, su per giù, ho rivisto la mia amichetta delle scuole elementari, Giusy De Nicolo. Giusy, nel frattempo, è diventata una scrittrice di genere fantastico che spazia dall’horror alla fantascienza (ricordo che l’urban-fantasy non esiste) con i suoi romanzi “Porcaccia un Vampiro” e “Apocalypse Kebab” ma che non disdegna nemmeno la saggistica con “L’esercito del Sud” (Autodifesa armata del Mezzogiorno d’Italia nel secolo della Svolta: il ventennio 1630 – 1650) e che ritroveremo, ne parleremo presto, in “libreria” con il suo primo ebook autopubblicato “Sweet Dream” e non fatevi ingannare dal titolo.
7) Posta un’immagine che rappresenti cosa significa per te le lettura.
Presto fatto, mi basta girarmi da qualsiasi parte e scattare una foto.
E ora è arrivato il momento di far dannare qualche altro poveraccio (ovviamente se ha già ricevuto da altri il premio UNIA fa lo stesso), quindi il oremio va a: