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Questo è un post di servizio, può andar bene per quei genitori che vogliono fare una scelta ponderata in merito alla scuola o all’università dei propri figli e che hanno, ovviamente, il necessario sale in zucca per comprendere quanto sto per scrivere.

 

C64c_systemIo faccio parte di quella generazione cresciuta durante l’avvento degli home computer e dell’informatizzazione di massa; la tecnologia mi ha sempre affascinato e poter avere un vero computer A CASA MIA è stata una svolta per la mia vita. Imparare a usarlo, a conoscerlo in maniera approfondita è stata una mia passione, un divertimento che mi ha accompagnato negli anni dell’adolescenza. Ho programmato in linguaggi che molti di voi che mi leggono avranno solo sentito nominare e su apparecchi con capacità di elaborazione e di memoria inferiori a quelle di un telefono cellulare di 15 anni fa, mi sono divertito, tanto. Non potevo, quindi, che iscrivermi ad una scuola superiore rivolta fortemente alla programmazione e successivamente, all’università, non potevo che scegliere Scienze dell’Informazione[1] ed è stato a questo punto che mi sono reso conto che non avevo capito un cazzo.

 

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Non voglio stare a tediare l’universo con la storia di Alan Turing e con tutte le menate sulla sua vita, il suo lavoro e la sua morte.  In occasione dei cent’anni dalla nascita di uno dei veri geni del ‘900 in tanti, troppi, spesso in maniera ipocrita, ne stanno celebrando le imprese intellettuali.

Voglio solo ricordare la Tesi di Church.

«Una funzione è effettivamente calcolabile sse è T-computabile»

in altre parole

«Le macchine di Turing sono in grado di risolvere tutti i problemi algoritmici effettivamente risolubili»

ciò detto mi sento un coglione perché, da cosa nasce cosa,  ho cominciato a leggiucchiare qualche documento sulla computabilità compresa una tesi di laurea in Informatica che sembra una tesina della terza media e ho fatto una fatica immane a riprendere dei concetti che fino a pochi anni fa erano parte integrante del  mio modo di ragionare.

Sì è vero che sto invecchiando, ma temo di essere cambiato molto, forse un po’ troppo.