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Anche quest’anno arriva immancabile la gallery dedicata al Carnevale di Putignano. La sfilata dei giganteschi carri allegorici con i personaggi di cartapesta è  uno spettacolo magnifico. Peccato  ancora una volta per l’organizzazione. L’idea di far pagare un pedaggio per l’accesso al paese genera chilometri di coda in entrata e i parcheggi periferici sono… troppo periferici se ti devi muovere con due bambini e due passeggini e fa anche molto freddo. In buona sostanza quasi due ore per entrare in città, e quasi un’ora per trovare un parcheggio accettabilmente vicino alla sfilata. Ovviamente, poi, file interminabili per accedere ai pochissimi bagni pubblici e nessun tipo di struttura ricettiva. Insomma  un bello spettacolo non esattamente accessibile per chi ha bimbi piccoli (a cui il Carnevale dovrebbe essere dedicato) ma vale comunque la pena della faticaccia. L’atmosfera di festa che si respira metterebbe di buon umore chiunque e la sfilata dei carri è, come sempre, uno spettacolo da non perdere. I bimbi, poi, possono sfogarsi con i coriandoli e possono correre con le loro mascherine e Putignano, in questi giorni, organizza tante iniziative collaterali. In conclusione, nonostante tutto, abbiamo passato una bellissima giornata aiutata, fra l’altro, dal tempo clemente e il costo per auto è di soli 10€ (noi eravamo in sette, quindi poco più di 1,5€ a testa)

Comincio questo nuovo anno scrivendo un post mentre tengo in braccio mio figlio Gabriele, nato nel 2011, segno che tutto sommato l’anno passato, per me, non è stato poi così male. E’ inutile dire che non è certo un giorno in più nel calendario a poter cambiare la gente, infatti, come ogni primo dell’anno, c’è il solito bilancio di morti ammazzati, invalidi permanenti e feriti gravi lasciati dai botti di fine anno, a dimostrazione che la persone non migliorano perché cambia il calendario e che ci sono in giro un buon numero di idioti che, non solo sono capaci di spendere un capitale in fuochi pirotecnici, ma  non sono  nemmeno in grado di usarli, senza rischiare seriamente di lasciarci la buccia. Certo non è che il problema si possa risolvere a colpi di divieto, come si è tentato di fare in questi giorni in mezza italia, che poi mi chiedo: se c’è bisogno di vietare l’uso di fuochi d’artificio per strada l’ultimo dell’anno vuol dire, per caso, che in un giorno qualsiasi sono libero di piazzarmi in una piazza a lanciare ordigni, legali s’intende, senza essere fermato?

Probabilmente il 2012 sarà un anno difficile, senza entrare nel merito del discorso politica, tasse e crisi economica domani, molta gente, non avrà più un lavoro e non sarà stato per colpa loro e, detto fra noi, dubito anche ci sia da sperare troppo nella profezia dei Maya e nel giorno del giudizio, per come la vedo io gli antichi Maya avrebbero dovuto curare meglio l’aspetto della comunicazione, quindi penso che si possa già prenotare per il prossimo capodanno.

Chiudo, questo post, anche perché il nanerottolo in braccio non mi fa scrivere, con una nota di autoconpiacimento per il fatto di aver ottenuto, per il 2011, oltre 35.000 visitatori unici in questo blog e augurando a me stesso e a chiunque si trovi da queste parti, che i nostri desideri, qualunque essi siano, possano realizzarsi e se qualcuno si chiede che c’azzecca la foto sopra,… beh lo invito a rileggersi queste ultime righe. ;-)

L’altro giorno, ad una fiera, Pierpaolo ha “insistito” perché gli comprassi dei pesci rossi. Vuoi che era domenica e la domenica siamo (quasi) tutti più buoni, vuoi che la durata di un pesce rosso comprato in fiera si attesta intorno alle 48 ore gli compro due simpatiche bestiole. Dopo 15 giorni trascorsi a cambiargli l’acqua tutte le mattine e a improvvisarmi “nutrizionista di pesci rossi”, i maledetti animali non ne volevano proprio sapere di tirare le cuoia, anzi erano più vispi e “simpatici” che mai. Allora decido di trasferirli in un mini acquario (due euro di carassius auratus auratus e più di cinquanta fra vasca e ammennicoli vari) , il Getta-Acquario di Pierpaolo.

Che poi in realtà quello che passa più tempo a guardare i pesci è Gabriele che rimane ipnotizzato a vedere scivolare nell’acqua le simpatiche bestiole. Il rischio per me, amante di gadget inutili (è cos’è più inutile di  un acquario?), adesso, è quello di entrare in un tunnel da cui uscirò molto più povero :-)

Come ogni anno, immancabilmente, deve arrivare  il post sull’albero di Natale. Il 2011 è l’anno dei Puffi, l’action movie sulle creature blu alte due mele e qualcosa ha appena finito di spopolare nelle sale cinematografiche e puffando puffando a casa mia ha trovato dimora un nuovo baby-puffo di nome Gabriele che, a dirla tutta, non è blu e più che un puffo sembra un tacchino con gli occhi a palla. Ad ogni modo cazzeggiando su eBay in un giorno di “scazzo” mi appare l’inserzione di un albero di Natale color puffo… il puntatore del mouse si muove come un fulmine sul pulsante “compralo subito” e, prima ancora di avere il tempo di riflettere, si chiude la transazione con Paypal. Il risultato di questa mirabile compravendita è nelle foto sotto; dico solo che in tutto ciò il puffo 4-enne si è divertito un mondo.


 

Con la nascita di Gabriele e con Monica non “in formissima” sono qui a gestirmi i pargoli e aumentano i momenti per poter guardare qualche serie accantonata in un cassetto (espressione desueta per definire una cartella sperduta in un hard disk dimenticato).

 

 

E’ la volta di PlanetES un anime fantascientifico basato sul manga omonimo di Makoto Yukimura uscito nel 2001.  PlanetES è la trascrizione del termine  ΠΛΑΝΗΤΕΣ che, in greco antico, significa “errante” (vagabondo) e da cui ha origine il termine italiano “pianeta”.

 

La serie è pura hard science fiction, cosa infrequente anche se non insolita per le produzioni giapponesi; il mecha design è molto curato e anche gli svarioni scientifici sono moto limitati, oserei dire che è una serie ideale per ragazzi di 14-16 anni, ma godibilissima anche da un adulto.

 

La storia si svolge intorno al 2075, il primo episodio si apre con un volo spaziale commerciale, un’astronave simile ad un aereomobile orbita intorno alla Terra, sui sedili gente che va in vacanza, facce sorridenti, clima rilassato… in lontananza un bullone incrocia la rotta del volo spaziale e impatta violentemente con un oblò dell’astronave causandone la decompressione esplosiva e la morte di tutti i passeggeri.

Questo disastro accende i riflettori su un problema enorme per il futuro dell’esplorazione nello spazio: i detriti spaziali.

 

Decenni di missioni esplorative in orbita, satelliti abbandonati, materiale usato per la costruzione di stazioni spaziali, attrezzi smarriti dagli astronauti durante le riparazioni in orbita, hanno riempito lo spazio attorno alla Terra di tonnellate di spazzatura cosmica alla deriva. Non tutti i detriti sono mappati e anche un piccolo bullone, come abbiamo visto, può causare una catastrofe.
La Technora Corporation è una multinazionale con grossi interessi nell’esplorazione spaziale; una delle sue sezioni, la Sezione Debris, si occupa proprio di raccogliere i detriti spaziali  per salvaguardare le astronavi dai rottami vaganti, in pratica sono dei veri e propri spazzini orbitali.

 

Raccogliere detriti senza valore è un lavoro costoso e per nulla remunerativo e la Sezione Debris è una vera e propria armata Brancaleone, un gruppo di casi  umani, astronauti quasi per caso, ma che ogni giorno fanno la differenza. Spesso la raccolta dei detriti è solo funzionale a raccontare le storie dei personaggi, i loro rapporti, i loro sentimenti; a raccontare un futuro possibile che eredita tutti i difetti di un indimenticato passato: corruzione,  ingerenze della politica, terrorismo…

 

L’ anime è stato realizzato da Sunrise, prodotto da Yoshitaka Kawaguchi e composto da 26 episodi, distribuito in Italia dalla francese Beez Entertainment in 6 DVD.

 

Bellissima la sigla di apertura che presenta i personaggi principali mentre ripercorre le tappe dell’esplorazione spaziale.