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Lo scopo di questo post, oltre che  rendervi edotti del fatto che ho preparato la migliore grappa alla ciliegia che abbia mai assaggiato è, in realtà, quello di ricordarmene la ricetta per il prossimo anno.

Ingredienti:
Kg 1 di ciliege (molto mature)
l 1 di grappa bianca
g 400 zucchero

Preparazione:
Mettere le ciliege lavate e lo zucchero in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e lasciare riposare in un luogo esposto al sole per una settimana.
Agitare il contenitore 1-2 volte al giorno.
Dopo una settimana aggiungere la grappa e conservare al buio.
Agitare il contenitore  1-2 volte al giorno
Dopo una settimana  travasare il liquido in bottiglia usando una garza per filtrare.
Servire ghiacciato.

Facile no? Ho conservato, poi, buona parte delle ciliege utilizzate  in un barattolo aggiungendo il 50% di grappa e il 50% di alcol per poterle gustare, sotto spirito, in inverno.

Alla fine, ho ottenuto circa 1,7 litri di liquore che si può bere subito, servito freddo. La quantità di alcol è di circa il 25% quindi non è particolarmente forte, il sapore dolce di ciliegia e il basso contenuto alcolico lo rende ideale anche per le signorine ;-)

Prossimamente, se viene bene anche la metà di questo, vi parlerò della variante Vodka all’Amarena, intanto stasera contatterò il mio spacciatore di ciliege, 1 litro e mezzo è poco :-)

AGGIORNAMENTO: Mi sono procurato le materie prime e prevedo di produrne altri 2,5 litri

AGGIORNAMENTO 2: Anche la variante Vodka all’Amerana ha ottenuto un successo insperato, propongo, sempre per ricordarmene la ricetta (con le amarene cambiano alcune proporzioni)

Ingredienti:
Kg 1,5 di amarene
l 1,5 di vodka
g 1000 zucchero

Preparazione:
Mettere le amarene lavate e lo zucchero in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e lasciare riposare in un luogo esposto al sole per una settimana.
Agitare il contenitore 1-2 volte al giorno.
Dopo una settimana aggiungere la vodka e conservare al buio.
Agitare il contenitore  1-2 volte al giorno
Dopo una settimana  travasare il liquido in bottiglia usando una garza per filtrare.
Servire ghiacciato.

In questi giorni si sono lette tutta una serie di polemiche sulla Nutella. Prima la questione della pubblicità con la cascata di latte ritenuta ingannevole perché la Nutella sarebbe fatta con latte scremato in polvere, ma si può essere così idioti? Poi la questione della class action americana portata avanti da  Athena Hohenberg, una mamma di San Diego che aveva deciso di dare da mangiare alla figlia di 4 anni la Nutella dopo aver visto in tv una pubblicità dove la Nutella era presentata come un prodotto nutriente e «parte di una colazione equilibrata e sana», adatta ai bambini per poi scoprire la pericolosità del prodotto…

Io, dal canto mio, vi invito a mangiare Nutella: la Nutella è buona e fa bene, se non altro all’umore, quindi fanculo ai salutisti, ai cazzoni dei grassi insaturi,agli ipocriti e ai perbenisti.

Sarà che mi avvicino ai 40 o sarà, forse, che il logorio della vita moderna ha ridimensionato il mio livello di tolleranza, ma lo snobismo intellettuale per il quale, pur di distinguersi dal pensiero mainstream, si debbano per forza sparare un mucchio di cazzate, proprio non lo reggo più.

Oggi parliamo di Nutella, uno dei prodotti di punta della Ferrero. La Nutella è una crema spalmabile alla nocciola si può mangiare su una fetta di pane o sui biscotti, ma c’è pure chi la mangia col cucchiaio dal vasetto o con le dita. La Nutella è un alimento talmente versatile che si presta, fra le altre cose, anche a giochini sessuali e può essere usata come esca per i vostri figli.

Il primo assioma della delizia recita: La Nutella è buona

Questo è un dato di fatto e non è confutabile. Ora ci sarà sicuramente qualcuno pronto a dire che i gusti non si discutono e che ad alcuni la Nutella può non piacere; io dico, amico mio, se sei malato fatti curare. Qualcun altro sarà pronto a ribattere: – ma che dici ci sono tante creme spalmabili migliori della Nutella, ad esempio la mitica crema Novi che è molto più buona della Nutella perché contiene ben il 40% di nocciole ed ha davvero sapore di nocciola-.

Voglio raccontarvi un aneddoto della mia famiglia.

Mio nonno, Arcangelo (lo so, ha un bel nome mio nonno), ha 93 anni e a 93 anni i denti non sono più quelli di un tempo, anzi diciamo che non sono e basta. A mio nonno piacciono un sacco le nocciole, solo che mangiare le nocciole con la dentiera non è un’esperienza particolarmente piacevole.
Mio nonno, però,  se è arrivato, in forma, a 93 anni è  perché non si perde d’animo e non rinuncia certo ai suoi piaceri per colpa di qualche ostacolo insignificante; così armato di mortaio e pestello  schiaccia le nocciole  fino a ridurle quasi in polvere: polvere di nocciole, appunto. La polvere di nocciole di mio nonno è fatta dal 100% di nocciole e, sembrerà incredibile, ha sapore di nocciola.

La Nutella è fatta col 13% di nocciole ed effettivamente il sapore di nocciole si sente molto meno che nella polvere di nocciole di mio nonno. La crema Novi, invece, è fatta col 45% di nocciole; anche nella crema Novi il sapore di nocciole si sente meno che nella polvere di mio nonno, però si sente decisamente di più rispetto alla Nutella.
Se fossi uno snob intellettuale dovrei dedurre che la polvere di nocciola di mio nonno è più buona della Nutella e anche della crema Novi. Il fatto è che io sono uno snob intellettuale ma ho anche assaggiato la polvere di nocciole di mio nonno e posso testimoniare che fa discretamente schifo.

Il secondo assioma della delizia recita: La Nutella ha sapore di Nutella

Eh sì miei cari, la Nutella è buona perché sa di Nutella non perché sa di nocciole. La mitica crema Novi è buona ma non sa di Nutella, sa di nocciola i due sapori non sono paragonabili, sono due cose talmente diverse che dovrebbero proprio appartenere a due categorie merceologiche separate.

 Il terzo assioma della delizia recita: Ciò che è buono fa male
Corollario:  Ciò che è MOLTO buono fa MOLTO male

Purtroppo a questa regola non sfugge la Nutella, tante calorie e tanti grassi non fanno bene alla salute. Ma qualcuno ha mai detto che la Nutella è un alimento necessario all’apporto quotidiano di vitamine? Ovviamente no, al massimo può essere un sostituto economico degli anti-depressivi ma grassi e zuccheri in dosi elevate fanno male alla salute sia che provengano dal pregiato burro di cacao o che provengano dall’olio di palma; di certo però la Nutella non contiene i temibili grassi idrogenati come cianciano alcuni detrattori… non che se ne contenesse sarebbe meno buona, eh.

Il quarto assioma della delizia recita: La Nutella è poetica

Provate a immaginarvi in un incursione notturna nella dispensa, con in mano un cucchiaio pronto ad essere affondato nel vasetto da 750g di Nutella. Ora sostituite la Nutella con qualunque altra crema a base di nocciola… un’immagine triste, non è vero?

Lo so che la Ferrero spende un mucchio di soldi per sponsorizzare i suoi prodotti, ma posso garantire che questo post non le è costato un euro, ovviamente sono sempre pronto a fornire il mio IBAN :-)

Mattinata infernale, fai presto di là, un incontro di qua, corri che abbiamo una riunione e ci si mette pure il blocco dei tir. Arrivano le due, beh vado a pranzo nel ristorante di un distributore di benzina, non fate quella faccia, si mangia bene di solito e poi oggi non c’era nemmeno la benzina, con l’Italia bloccata dagli autotrasportatori, tutti hanno pensato di fare il pieno per anticipare un po’ di liquidità ai gestori di carburante. Dicevo: di solito si mangia bene… di solito.

Entro mi siedo, arriva il proprietario, comincia a sciorinare tutta una serie di pietanze, io non lo ascolto, stavo pensando al mio Blackberry: avevo appena installato Google Sync per sincronizzare Calendar, la cosa sembrava anche funzionare ma dopo pochi minuti il telefono è diventato incandescente, davvero, non si poteva tenere in mano.

io: <<Cosimo, qual’è la prima che hai detto?>>
Cosimo: <<Arrosto in umido>>
io:  <<OK, vada per l’arrosto e una birra>>

per un attimo ho pensato, – ehi Angelo, hai ordinato l’arrosto in umido, qui, sarai mica scemo?- poi sono tornato a pensare al Blackberry.

Arriva la birra… finisce la birra… arriva la ragazza con l’arrosto in umido

io: <<Per favore portami un’altra birra>>

mangio il mio arrosto in umido, arriva la seconda birra, l’arrosto era davvero in umido, era sotto un dito di brodaglia, mentre penso che ho un’altra, noiosissima riunione fra mezz’ora, ad un certo punto mi rendo conto di aver mangiato tutto il mio arrosto e che faceva anche discretamente schifo, meno male che c’era la birra; mi rivolgo alla cameriera…

io: <<Scusa, ragazza con le tette grosse di cui non mi ricordo mai il nome>>
la ragazza con le tette grosse: <<Daniela>>
io: <<OK Daniela, sapresti dirmi cosa ho mangiato?>>
Daniela: <<Arrosto in umido>>
io: <<Ah, OK, ma arrosto di cosa?>>
Daniela: <<Boh, penso vitello>>
io: <<Sicura? Ma cucinate anche cani, qui?>>
Daniela: <<Ehm, non saprei>>
io (sorridendo): <<Beh allora fila in cucina e chiedi, visto che ci sei mi porteresti, per favore, anche un caffè?>>

Dopo cinque minuti

Daniela: <<Ciccino, era pollo e tacchino!>>
io: <<Ma dai… almeno se mi dicevi che era gatto potevo bullarmi con gli amici, ci avrei fatto un post sul blog, l’avrei scritto nel curriculum, ma pollo e tacchino, come lo faccio il post adesso? Ehi ma mi hai chiamato ciccino?>>
Daniela: <<Sì, ciccino>>
io: <<OK, allora il post ci esce ma comunque l’arrosto faceva schifo>>

sorridendo e sorseggiando il caffè :-)

 

Non c’è niente da fare, sin da bambino, tutto quanto fosse legato alla “campagna”(*) non mi ha mai attirato. Ci sono due periodi, in particolare, che non ho mai sopportato: la vendemmia e la raccolta con relativa molitura delle olive nel frantoio.

Io, in genere, mi rifiuto di partecipare a questa sorta di “riti pagani”, oltre tutto, perché ricavo un fastidio fisico dal sapere che tutta l’attività legata alla campagna, per come la gestiamo in famiglia, è totalmente anti-economica e viene fatta solo per è una cosa che DEVE essere fatta. Quest’anno tuttavia, con mio padre tutt’altro che in forma, ho passato il pomeriggio di ieri al frantoio. Nonostante l’immensa scocciatura dello “sprecare” in questa maniera il mio, sempre più prezioso, tempo libero, ne sono venute fuori almeno due cose positive. Tanto per cominciare Pierpaolo si è divertito un mondo, non aveva mai visto un frantoio e questo era un opificio semi-industriale e quindi, per quanto non fosse elevatissimo, il livello di automazione del processo di molitura, agli occhi del bambino di quattro anni, è apparso quasi fantascientifico (non faceva altro che osservare le macchine e ripetere “come un’astronave”). La seconda cosa da non sottovalutare è che mi sono portato via due litri di olio appena prodotto che, nonostante ci sia chi non è d’accordo con me, è una cosa di una squisitezza unica.

(*) la mia famiglia, i miei genitori in realtà, possiedono alcuni pezzi di terra, coltivati ormai solo ad uliveto, da cui si ricava l’olio extravergine di oliva per tutta la famiglia. C’è da dire che, visto i tempi che corrono, finisce che avere la disponibilità di un pezzo di terra, alla fine, tornerà utile ;-)