Sarà colpa di mio padre che non seguiva “le partite” ma negli anni, dopo un periodo di relativo interesse da bambino, ho sviluppato una sana indifferenza per il calcio e dei mondiali 2006 ho visto solo una partita con i colleghi, perdendomi persino la “storica” finale che ha consacrato la nazionale italiana “Campione del Mondo”. Non è snobismo, almeno in questo caso, e’ semplicemente che mi annoio e non mi interessa il calcio. Però è divertente osservare l’impatto che sulla società può avere una partita di pallone; fuochi d’artificio, manifestazioni di giubilo per strada che i black block di Genova parevano degli agnellini impauriti, ma anche aumento del prestigio internazionale e conseguente incremento del PIL e non ultimo diffusione del patriottico tricolore che ha infestato
le città nemmeno si fosse in un’immensa convention di Alleanza Nazionale. In tutto ciò arrivano i saldi e compro una polo azzurra con i bordini bianchi (solo 8 euro), la indosso e mi sento dire: – dai adesso basta festeggiare le altrui vittorie – e io: -ehm.. si… Forza italia!”
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Aprile tempo di elezioni. Uno contro l’altro i due poli opposti e complementari si battono alacremente per scegliere chi deve sedere sullo scranno del vincitore, chi deve governare un paese fatto di vecchi giovani e giovani vecchi, un paese di ipocriti e bugiardi, un paese dove ha ragione sempre chi la spara più grossa. Insulsa la campagna elettorale con un finale divertente e surreale che segna l’inizio della primavera… no… non la primavera per un’italietta all’amatrisciana ma proprio quella metereologica. Arrivano finalmente dopo un lungo e malinconico inverno le belle giornate e qualunquisticamente penso che tanto sono tutti uguali e alla fine, al limite, è una questione di simpatie e che in ogni caso fra pochi mesi me ne andrò a mare, che si appresta un lungo periodo di ponti nel week-end e che questa estate farà un giro nel nord Europa.
Poco più di un anno fa un amico si sposava. Scelta sciocca o inevitabile arrivo di un cammino, il matrimonio, umana convenzione per sancire i risultati ineluttabili di un condizionamento genetico e culturale. Poco meno di un anno fa io mi sposavo consapevolmente conscio di scegliere una via già tracciata nei legami molecolari di questo universo. Questa consapevolezza non rende la scelta ne’ più ne’ meno drammatica o meravigliosa ma rimane sullo sfondo della vita di tutti i giorni, con le angosce e le gioie quotidiani, rafforzate o diluite dalla comunione di vite.
In realtà il matrimonio, non il convenzionale sacramento, in alcuni casi è un impegno con se stessi per migliorarsi creando la famosa somma maggiore degli addendi;in altri casi non è proprio nulla ma allora non c’e’ problema ne’ vantaggio alcuno.
Stanco certo, abbastanza felice, di sicuro non pago tuttavia si dice che chi si accontenta gode ed è probabilmente vero. In realtà non si conosce ciò che si cerca e ci si limita a perseguire gli obiettivi che man mano ci si prefigge nella speranza di raggiungerli. Banale considerazione, questa, forse nemmeno tanto scontata anche se in fondo nemmeno importa.
Il problema è la paranoia che se da un lato ti salva la vita dall’altro ti impedisce di goderne i momenti buoni ma dicono che si può avere tutto anche se continuo a chiedermi “perchè no?”
Scrivere qualcosa di sensato su qualcuno solo perchè ne bisogna disquisire in un contesto conviviale è faticoso, artefatto e profondamente stupido.
Della gente \”comune\” poi si parla bene solo quando muore per mettersi a posto la coscienza e perchè poi sta male sparlare dei morti, dicono…
Dunque non rimane che parlar male di lui cominciando col dire che il ragazzo e’ terribilmente egocentrico. Vuole, infatti, essere messo sempre al centro dell’attenzione e questo stesso testo lo dimostra; se fosse nato donna avrebbe fatto la velina sculettante se soltanto questo non fosse contrario ai suoi principi, si perchè lui poi è un uomo di principio. Non importa quanto i principi siano sciocchi o anacronistici lui continua a seguirli; al limite ciò sarebbe anche positivo se non fosse che per fortuna o purtroppo non si possono scrivere regole generali di comportamento senza tener conto della realtà. Alla fine più che un uomo di principio si potrebbe tranquillamente affermare che c’ha la testa dura, sperando che non scopra che certi muri sono fatti di cemento. Adesso però e’ cambiato, qualcuno certamente dirà che è maturato altri diranno ovviamente che è peggiorato, io penso che si stava meglio quando si stava peggio, ma questo lo diceva anche mio nonno. Certo quando siamo alle prese coi problemi quotidiani e pensiamo che stiamo sprecando energie e tempo prezioso nel confrontarci con la vita, mentre potremmo, meglio e con maggior profitto, impiegarli in cose ben più astratte e meno rischiose, ci si incazza e si peggiora o peggio ancora si cresce e si matura. La domanda è cosa ne è stato di lui. Beh per gran parte è ancora fra noi nonostante cerchi a tutti i costi di nascondersi in questo inganno al celibato (cit.) che ancora per un po’ in un modo o nell’altro ci riguarda tutti; di sicuro di lui rimane l’ottimismo che lo porta a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno invece di riempirlo.
Questo testo è stato concepito come una specie di discorso da fare per un’occasione speciale, ma non verrà letto, almeno non da me, perchè tanto lui lo sa già.