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Albero di NataleSono negato per le decorazioni di Natale. Non è che non mi piacciano, deve essere che in qualche modo uno dei miei due emisferi cerebrali o entrambi, non saprei, rifiuta il concetto di decorazione natalizia. Oh, di solito riesco a combinare le cose con un certo gusto o quanto meno, di solito, a me piace il risultato finale di quello che faccio ma l’albero di Natale proprio non riesco a farlo decente(e non voglio nemmeno parlare del presepe eh). In ufficio ne hanno tirato su uno in cinque minuti ed è venuto proprio bene, mi piace… io ci ho perso qualche ora l’altro giorno dopo di che ho deciso che quello che è venuto fuori faceva così schifo da prendere e gettare via tutte le vecchie decorazioni per comprarne di nuove… ci ho perso un altro pomeriggio ma il risultato continua a non piacermi.
Comunque sia il fatto di decorare casa per le feste mi fa fare due riflessioni: devo decidermi a gettare via due stampe prese all’IKEA provissoriamente quando avevo casa vuota per arredare un po’ e che sono lì da tre anni e rischiano di restarci per sempre; Natale è vicino e forse durante le feste riuscirò a rilassarmi un po’ sperando di riuscire a sfoltire il gruppo di libri da leggere che giacciono qui accanto incolonnati, odio pensare di avere così poco tempo o scarsa voglia da comprare più libri di quelli che riesco a leggere.

PierpaoloE’ ufficiale, vivo in una sit-com americana!!
Oggi è una bella domenica d’autunno, fa freddo, ma non freddissimo, c’è il sole e prima di andare a pranzo dai suoceri mia moglie è andata al centro commerciale a comprarsi quel paio di scarpe che tanto le piacevano dopo avermi dato una mano a rinvasare quello che sarà il nostro alberello di natale per quest’anno… si perchè ci pareva brutto utilizzare ancora l’albero in plastca e fil di ferro dell’anno scorso e abbiamo deciso, ieri sera, di andare all’IKEA per comprarne uno vero, svedese; così armati di station wagon e con poppante al seguito ci siamo recati nel regno del fai da te casalingo dove per una ventina di euro scarsi (di cui me ne riborsano dieci) abbiamo comprato albero, vaso di creta, sottovaso di creta e terriccio e abbiamo caricato tutto insieme al passeggino, alla borsa del lattante e a tutte le altre stronzate prese assieme all’albero nella capiente familiare in modo che questa mattina in perfetto sile post-IKEA potessimo “montare” il tutto.
Adesso sono sul divano con tablet collegato in rete wireless col mio pc di là e dopo aver cambiato il pannolino al pupo, che nel frattempo, si è ovviamente svegliato e che adesso è in braccio a me vestito con una magliettina stile Capitan Harlock a guardare Getter Robot, mi è venuto in mente di scrivere questo post… e pensare che avevo pensato di scrivere tutta una pallosissima disquisizione sul complesso di Frankestein e sui cyborg nella fantascienza classica :-)

Facile sarebbe mollare tutto e fuggire in Paraguay o abbandonarsi all’ucronia del superenalotto incolpando gli dei per essere vissuti nella ”sbagliata” dimensione senza fermarsi a pensare che stai vivendo anche in quella ”giusta”. Facile addormentarsi con la sinfonia n.8 di Schubert, facile quasi quanto essere pessimista alla cazzo di cane quando non ce n’e’ motivo alcuno, facile come snobbare i reality show e poi guardare Star Trek Voyager e pensare chissa’ perchè Braga poi… facile abbandonare le proprie vecchie abitudine a favore di nuove nemmeno tanto diverse.

Nel 1980 avevo sette anni, odiavo mettere qualsivoglia cappuccio, uscivo in bicicletta per le strade, restavo tranquillamente solo in casa, giocavo con i soldatini, guardavo tanti cartoni animati. A quei tempi mi ammalavo più o meno una volta l’anno e la cosa mi faceva terribilmente piacere tranne quando succedeva d’estate.
Negli anni ’80 non esisteva il telefonino e il telefono di casa era grigio, pesantissimo e aveva una rotella forata per comporre il numero se non eri in casa non eri rintracciabile, al limite c’erano le cabine a gettone, e se perdevi una puntata di goldrake dovevi aspettare le repliche perchè non c’era il VCR e per molti la tele era ancora in bianco e nero. No, non c’era internet e anche se davano i Ragazzi del Computer sulle prime TV private non esistevano nemmeno i PC. Le consolle erano Atari, avevano appena sostituito Pong ed erano appena usciti i primi Commodore. Non c’erano gli MP3 e nemmeno i CD, esistevano i giradischi già a 45 e 33 giri c’erano pure i mangiadischi, i 78 giri erano roba da vecchi conosciuti per sentito dire ; c’erano già le cassette per registare la musica dalla radio o con un po’ di fantasia dalla TV quando c’era Sanremo. Certo la musica era orrida ma erano sempre gli anni ’80. Gli anni ’80… ne riparleremo!

PiccadillyNon ero mai stato a Londra e francamente non ci sarei nemmeno voluto andare, ma i voli diretti e il low cost ti spingono a visitare posti che non si vorrebbe. Alla fine ho trovato esattamente quello che mi aspettavo: una città finta che rimane attaccata a vecchie e insulse tradizioni e sostanzialmente morta se non nella facciata.
Come in tutti i posti che ho visitato sono partito dai luoghi famosi e naturalmente pieni di turisti (italiani) per spingermi in itinerari più periferici e meno battutti alla ricerca di angoli della città particolari e vivi, ma c’erano turisti anche qui (sempre italiani). L’esperienza non è stata negativa, nonostante tutto, ma non è un posto in cui vivrei ne in cui tornare. Una cosa che mi ha colpito è il senso di sicurezza che non mi aspettavo. Nonostante sia stato abbastanza in giro in periferia, in nessun caso ho avvertito una sensazione di pericolo a parte rari casi e questo nonostante non si veda molta polizia in giro anche se probabilmente il controllo è molto discreto; anche la metro è molto tranquilla a qualunque ora e su qualunque tratta. Solo il sabato mi è capitato di incontrare ubriachi ma più che altro ragazzini che non reggono uno scotch insieme a una birra anche se in verità anche a Londra vanno di moda quelle insulse bevande colorate poco alcoliche ma molto dolci e si vendono in bottiglie da litro… Una nota sul viaggio di ritorno. Proprio in questi giorni l’MI5 (i servizi segreti britannici) ha sventato uno spietato attentato terroristico che avrebbe coinvolto una decina di aerei diretti negli stati uniti. In pratica hanno arrestato una ventina di cittadini britannici immigrati che stavano per mettere in pratica il \”terror plot\” ma non mi risulta abbiano trovato esplosivi o altro. Per questo motivo la BAA ha deciso di annullare una marea di voli da tutti gli aeroporti britannici e ha costretto i viaggiatori ad accurate perquisizioni e a lasciare nelle valige qualunque oggetto contenente elettronica e liquidi (i biberon si possono portare ma bisogna prima assaggiarne il contenuto davanti al poliziotto, non è permesso portare animali come cavie); conclusione check in chilometrici, CAOS totale, borse in calo e perdite economiche ingenti per le compagnie aeree che si stavano riprendendo… i terroristi hanno raggiunto l’obiettivo senza colpo ferire!