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Atlas Ufo Robot Il 4 aprile 1978 alle 19.10, esattamente 30 anni fa, sul secondo canale andava in onda il primo anime robotico trasmesso in Italia. Presentato da Maria Giovanna Elmi va in onda il primo episodio di Atlas Ufo Robot Goldrake. La serie ha certamente contribuito a cambare il modo di pensare di più di una generazione di ragazzi negli ultimi trenta anni. Dopo Goldrake, che riscosse un successo strepitoso, anche con il suo merchandise, arrivarono tutti gli altri anime robotici a partire dai suoi cugini Mazinga Z e Il Grande Mazinga. Naturalmente gia negli anni 70, in Italia, non ci facevamo mancare le politiche inutili e la Goldrake-mania fu osteggiata dalle solite associazioni dei genitori fino a finire in Parlamento dove venne richiesta la sospensione della trasmissione, ma si sa… Vaaa distruggi il male vaaaa…

Oh my god… come lo sto educando… stamattina ci si alza tutti presto per essere domenica, faremo una puntatina a Putignano a vedere il famoso Carnevale. La mamma si sta preparando io tengo il pupo che deve mangiare prima di uscire, sono ad un PC e non so come sia ma nella testa mi frulla la sigla di Baldios… per noi che siamo giovani, crediamo negli eroi… comincio a canticchiare poi mi ricordo di avere ancora le musiche del Progetto Prometeo, le recupero da uno degli HD metto su Baldios, il bimbo sulle ginocchia, tranquillo, sorride anche se non mangia da ieri sera. Finisce Baldios, ritorno nella cartella “giapponesi” e faccio partire “Astrorobot”, arriva il ritornello…eccoli eccoli Astrorobot, robot… quando al piccolo mostro, che ancora non dice mamma, esce dalle labbra la parola “obot”

AGGIORNAMENTO(ore 19.32): siamo soli io e Pierpaolo, la mamma è fuori (dalle balle) stereo a palla (fuck the neighbour) e insieme a cantare a squarciagola “Non farti cadere le braccia” di Bennato, vabbè lui grida e gli è venuto il singhiozzo :-)

AGGIORNAMENTO(ore 20.34): torntata la mamma siamo usciti alla volta del nostro porchettaro di fiducia, Pino, per un panino (pancetta alla diavola) e nel tragitto il mostriciattolo per la prima volta ha proferito la parola “mamma”

Time Bokan è il nome di un ciclo di anime realizzato dagli studi di animazione Tatsunoko, partito nel 1975 che continua fino ad oggi con la sua nona serie, la riproposizione della più nota delle Time Bokan: Yattaman.
Ho appena avuto la possibilità di vedere il primo episodio in giapponese della nuova serie di Yattaman (purtroppo uno dei creatori della serie, Jinzo Toriumi, ci ha lasciato in questi giorni) e che dire… a parte il flusso di ricordi alla girella l’anime è esattamente la stesso di oltre 25 anni fa con, forse, Gan-Chan e Ai-Chan ancora più imbecilli di un tempo e un trio Drombo assolutamente strepitoso, dopo essersi separato alla fine della serie originale inconsapevole che si sarebbe riunito dopo pochi metri… beh c’è voluto più del previsto per percorrere quel pezzo di strada ma eccoli con Miss Dronio eccitante come un tempo e con i giocattoli strampalati di Boyakki proprio come allora.
E a proposito di giocattoli e giapponesi, un’altra news dallo spazio(e sono tre in tre giorni). Un progetto giapponese porterà in orbita il primo aereoplanino di carta, non non è uno dei “robot sorpresa della settimana” ma tutto nasce dall’idea di Takuo Toda del Japan Origami Plane Association che ha convinto l’università di Tokyo a sponsorizzare l’iniziativa. Così dalla ISS, adeguatamente trattato, decollera un vero aereoplanino di carta. Scopo della missione studiare “Aerei Spaziali” obiettivo, velatamente dichiarato, stimolare i sogni e la fantasia dei bambini.

Dopo la notizia di un imminente possibile attacco al giappone da parte di astronavi aliene ostili (vedi Allarme UFO), evidentemente, il governo giapponese ha incaricato la Japan Science and Technology Agency (JST), di stimare i costi per la costruzione di una forza d’attacco costituita da Mobile Suit da combattimento al suolo prendendo spunto dall’RX-78 Gundam. I risultati, che sono riportati nel sito Science Portal facente capo alla JST sono chiari. E’possibile costruire un mobile suit al costo di soli 730 milioni di dollari escluso l’armamento, molto meno di un bombardiere B2. Il mobile suit sarebbe alto 18 metri e non sarebbe in grado di volare. Il suo sistema principale sarebbe governato da un supercomputer IBM Blue Gene e i materiali di costruzioni non sarebbero la lega di Gunadrium, frutto della fantasia di Tomino, ma una speciale lega di alluminio. Il robot sarebbe spinto da sette motori General Elettric, gli stessi usati negli elicotteri d’assalto Apache e da 30 servo motori da 400 Kw per le varie articolazioni. Uno dei problemi più grossi, secondo lo JST, sarebbe tuttavia il peso del robot che con le sue 43 tonnellate sprofonderebbe ad ogni passo a meno che non si appoggiasse ad una base piramidale. Per ovviare all’inconveniete la JST ha progettato un design con più zampe denominato Hallucigenia 01.

Approfittando degli sconti sui giocattoli sotto natale, direttamente da Gundam 0080, un Mobile Suit per combattere l’invasione dei babbi natale: RX-18 NT-1 GUNDAM