Nel 1987 fu indetto un referendum per l’abrogazione di una serie di leggi che incentivavano la produzione di energia nucleare in italia, decretando, di fatto la fine dello sviluppo di qualunque programma nucleare e la chiusura delle centrali esistenti. In realtà l’unica centrale effettivamente dismessa fu quella di Caorso mentre le altre tre in attività dagli anni 50 avrebbero comunque terminato il loro ciclo vitale di li a poco. Il referendum fu indetto sull’onda emotiva dell’esplosione del reattore di Chernobyl che nel 1986 tornò ad alimentare in tutto il mondo il terrore del nucleare e la paura della radioattività che andava pian piano assopendosi dopo la guerra e le bombe in Giappone.
Oggi siamo di nuovo pronti a riprendere il programma nucleare ma è probabilmente troppo tardi. Abbiamo bisogno di energia ora non tra vent’anni, inoltre se devo credere a qualcuno preferisco stare a sentire Rubbia piuttosto che qualunque politico, politicante o ricercatore al soldo di questi ultimi. In un’interessante intervista dell’anno scorso, il premio nobel per la fisica, sostanzialmene dice tre cose: non è possibile costruire una centrale nucleare che possa definirsi sicura e a bassa produzione di scorie, che non è una grande idea continuare a produrre energia utilizando materie prime tendenzialmente in via di esaurimento come il petrolio e l’uranio e che il costo di gestione delle centrali nucleari è elevatissimo, tanto da ripercuotersi per un 20% sul ricavo derivante dall’energia prodotta.
Se quanto detto non bastasse vorrei aggiungere che siamo in italia dove hanno seppellito rifiuti speciali nelle discariche di Napoli, dove sono stati messi rifiuti tossici sul fondo delle nuove autostrade e dove veniva usato cemento “impoverito” nelle grandi opere; l’italia non ha più nemmeno professionalità già formate al trattamento dell’energia atomica da quando l’ENEA è stata riformata. A fronte di tutto e in barba al referendum dell’87 (ma questo ci può anche stare) abbiamo appena concluso una serie di accordi con La Francia per la costruzione di 4 nuove centrali di III generazione (che detto così sembrerebbero più innovative delle altre) entro una ventina d’anni o poco meno… brrrrrr…