Ieri mattina, finalmente, anche qui in Puglia e con un ritardo di anni, si è concretizzato il famigerato Switch-Off per il passaggio dalla TV analogica alla vecchia tecnologia del DTT. Me ne sono accorto perché Pierpaolo ha avuto un moto di rabbia quando si è reso conto che l’unico canale televisivo che si guarda in casa nostra, Disney Junior, già presente, a pagamento, sul digitale terrestre ha smesso di trasmettere, insieme, come prevedibile, a quasi tutti gli altri.
Niente di male, anzi quasi una liberazione a parte il canone di Mediaset Premium da disdire e quello RAI estorto in ogni caso; mai mi sarei aspettato, quindi, che questo fosse sintomo di una tragedia che nemmeno il terremoto per gli emiliani. .. Arrivo in ufficio e già dalle signore delle pulizie apprendo del disastro del digitale terrestre, vado al bar per un caffè e non si parla altro che di decoder e prese scart, torno a casa, la sera, e trovo l’SOS dei parenti, a partire da mio padre che, disperato, aveva già chiamato mio cognato per riconfigurare i televisori della cucina e del soggiorno ma che non è venuto a capo della risintonizzazione del decoder della camera da letto.
Ora a parte il rifiutarmi di andare, dopo una giornata di lavoro, a cercare di capire la logica perversa dei vari decoder cinesi(1) inseriti nelle TV o negli scatolotti dei centri commerciali, non dico che sarebbe meglio, per chi ha problemi con Canale 5, leggere un libro però, diavolo, siamo in Puglia, in una meravigliosa primavera, è mai possibile che non vi viene voglia di uscire e preferite buttare il vostro tempo a guardare Beautiful e le altre puttanate propugnate dalla televisione nostrana, insomma, capisco mio figlio che vuole i suoi cartoni, ma mio padre, mio nonno e tutti gli altri? No, perché pare che fra gli anziani (2) ci sia stata una vera e propria emergenza, di tipo quasi sanitario, con migliaia di telefonate ai numeri istituiti ad hoc, si parla persino di speculazioni dei venditori di decoder cinesi(1) e degli (c.d.) antennisti.
Forse forse, quando dicono che bisogna lavorare fino a 70 anni tutti i torti proprio non ce li hanno. Vedi il caso di mio padre, una persona attiva che ha sempre lavorato al contatto col pubblico e in posizioni di responsabilità si ritrova oggi trasformato, a meno di 70 anni, in un’ameba dipendente dalla TV, arresosi ad una forma di artrite nemmeno gravissima come se fosse un malato terminale, che letteralmente non dorme perché le sue TV non vedono tutti i canali RAI e Mediaset. Certo magari è lui ad essere un caso patologico ma sono convinto che oggi, se stesse ancora lavorando o si fosse appena congedato, sarebbe un signore arzillo e in piena forma; ho persino paura a chiamare per chiedere come sta che già so che mi parlerà del suo personale disastro televisivo e, francamente, la cosa mi irrita.
(1) cinese qui è usato nell’accezione di scadente, con ciò non voglio dire che in Cina si produca roba scadente ma solo che in Italia si importano prodotti economici realizzati in paesi con un basso costo della manodopera e richiedendo degli standard di qualità non proprio elevatissimi.
(2) per anziani, qui, si intendono gli over 60, che nel 2012 non mi sembra possano essere considerati vecchi