Si avvicina il Natale, tempo di regali, negozi pieni, centri commerciali straripanti di persone alla ricerca dell’offerta speciale in grado di permettere di far comunque fronte, in questi tempi di crisi, al rito consumistico dello scambio dei regali.

Beh per quanto mi riguarda mi sono risparmiato gran parte dello stress (e buona parte dei soldi) acquistando i regali direttamente on-line; c’è poco da fare, il futuro è quello e mi rendo conto che ormai gran parte dei miei acquisti “voluttuari” li faccio direttamente on line, in molti casi risparmiando.

Ma non è solo una questione di comodità è anche un problema di più facile reperibilità. Un paio di esempi.

Mia moglie deve comprare un vestito per il matrimonio della sorella. Entra in negozio lo prova, le piace ma la misura è troppo piccola o troppo grande, chiede di ordinare la taglia intermedia e… signora richiami lunedì; intanto un giro di chiamate ai negozi della zona che distribuiscono quella marca, forse il vestito arriva la prossima settimana, forse no. Conclusione: vestito ordinato on-line direttamente dal produttore arrivato a casa lunedì.

Mia madre ha bisogno di una nuova impastatrice, l’accompagno al classico Media World, sceglie l’impastatrice il prezzo è 200 euro. OK la prendiamo ma… il commesso la porta e si scopre che il cartellino era errato l’impastatrice costa in realtà 250 euro, decisamente troppo. Torno a casa, faccio un giro su Amazon, comprato stesso oggetto(inutile) a 154 euro e consegnato in 36 ore!

Stessa storia per i regali di Natale. Comprati i giocattoli per mio figlio da Amazon con un risparmio del 30% e i regali per mezza famiglia da Mondo Gift un sito internet che vende orologi e bigiotteria delle migliori marche (anche se probabilmente trattasi di oggetti da outlet) a un quinto del prezzo di listino e anche meno e ho anche approfittato delle spese di spedizione già pagate per prendermi un orologio Avatar coi led multicolore a sette euro.

Tutto ciò per non parlare della possibilità di far recapitare i regali direttamente a casa degli amici che probabilmente non riuscirò ad incontrare prima di Natale oltre alle possibilità di utilizzare le wishlist, liste dei desideri che chiunque può costruirsi sulla maggior parte degli store on line in maniera tale da permettere ad amici, parenti e conoscenti di fare un regalo mirato che poi non deve essere riciclato. ;-)

Insomma il mondo del commercio sta cambiando e ovviamente già si sentono le lamentele dei commercianti tradizionali che vedono usurpata la propria facoltà di applicare ricarichi del 2500% su paccottiglia cinese importata per container (2500% non è una percentuale a caso) da parte di eBay o dei vari siti di e-commerce orientali che rivendono gli stessi prodotti al prezzo reale e spesso senza nemmeno le spese di spedizione. Signori fatevene una ragione, il problema non è la crisi, siete voi e più tempo passerete ad invocare misure protezionistiche contro i ragazzini che vendono la vostra stessa merda su eBay prima fallirete e finalmente il mercato potrà trovare un nuovo equilibrio.

P.S. Intanto l’immagine di questo post reca il link alla mia wishlist su Amazon.it, giusto per mia moglie che pare non sappia cosa regalarmi per Natale. :-)

La corsa allo spazio iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico, il 4 ottobre 1957. Da allora, fino a metà degli anni ’70, è stato tutto un rincorrersi fra USA e URSS alla ricerca di una supremazia fuori dai confini del pianeta che andò di pari passo solo alla corsa agli armamenti che impensieriva chi dal pianeta non aveva modo di scappare.

Il lancio dello Sputnik provocò timori e dibattiti  negli Stati Uniti che portarono Eisenhower ad approvare la costituzione della NASA, che fu il preludio di quella insuperabile impresa che portò nel 1969 il primo uomo a lasciare la propria impronta sulla Luna. Intanto la supremazia nel campo dell’esplorazione spaziale veniva vissuta, nell’Unione Sovietica, come un importante segno della capacità scientifiche e tecnologiche della nazione.
Per un paese che usciva dalla devastazione di una guerra, fu molto importante credere nei progresso scientifico e nell’avvendo di una nuova era: a ciò contribuì anche un’incredibile collezione di poster di propaganda, dai colori vivaci, ideati per essere di ispirazione, per il popolo sovietico, durante la corsa allo spazio e che oggi sono parte della storia della conquista spaziale

Alcuni poster originali, realizati fra il 1958 e il 1963, sono stati recentemente messi all’asta da Mercer & Middlesex Auctions per un valore variabile fra i 400 e i 1500 dollari.

Nella galleria di seguito alcuni di questi magnifici poster.

 

Ieri è morto il padre di mio padre, la persona di cui porto il nome, mio nonno. Non posso dire che ci fosse un legame forte fra noi, lui aveva troppi nipoti e io ho sempre avuto poca pazienza, tuttavia anche lui ha contribuito molto alla mia crescita ma sopratutto in lui, nel suo modo di essere, in molti suoi atteggiamenti mi sono sempre rispecchiato, anche e sopratutto in quelli che non mi sono mai piaciuti.

Ad ogni modo devo dire che, senza alcun motivo particolare, ho sempre provato rispetto per quest’uomo e ciò non mi mai capitato per nessun altro.

Oggi sono stato ai suoi funerali, stranamente vestito di tutto punto, e dopo aver ascoltato il sermone di circostanza del prete avrei tanto voluto intervenire, avrei tanto voluto avere la voglia e  il coraggio di alzarmi in piedi e dire: «fermi tutti, devo dire due parole» se l’avessi fatto ecco, più o meno cosa avrei detto:

 Salve io mi chiamo Arcangelo Scattaglia, sì come quel vecchio laggiù stecchito nella bara: sapete quello era mio nonno, ma sì… molti di voi lo sanno già, altri non mi conoscono e mi sembra ora di fare le presentazioni.

E’ inutile girarci intorno o star qui a imbellettare le parole, Arcangelo Scattaglia era uno stronzo, ma era uno stronzo più o meno come ognuno di voi in questa sala. Era una persona che viveva in questa terra e come me, come voi, è stato alla lungo costretto ad adattarsi a questa società schifosa e lui ci è dovuto rimanere per 93 anni.

Gli piaceva mangiar bene, gli piacevano il buon vino e le belle donne, sì era sposato, a suo modo amava la moglie, ma  erano altri tempi, come si dice l’uomo è cacciatore e stronzate del genere… Tutto sommato ha avuto una bella vita anche se non sempre facile e con un’infanzia complicata ma negli anni ’30 non c’era il Telefono Azzurro e non è che ci fosse qualcuno con un infanzia realmente facile.

Aveva la quinta elementare e penso sia stato bocciato anche qualche volta; probabilmente però ha letto più libri della maggior parte di voi qui dentro, i miei primi libri li ho rubati dalla sua soffitta e fa niente per le pagine rosicchiate dai topi, inoltre aveva un’incredibile conoscenza della geografia. Mi ha sempre stupito il fatto che conoscesse posti di cui io ignoravo totalmente l’esistenza. Quando ero bambino, ricordo che si litigava spesso per nozioni di geografia, naturalmente aveva ragione lui e, naturalmente, io non potevo accettarlo.

Arcangelo Scattaglia avrebbe voluto essere il capostipite di una dinastia, circondato da figli, nipoti e bisnipoti di cui essere il patriarca ma, ahilui, avrebbe dovuto nascere alla fine dell’800 perché, purtroppo, figli, nipoti e bisnipoti non sono mai stati d’accordo con questa sua visione della società e questa cosa del patriarcato, diciamo, è andata un po’ a puttane. Lui diceva che se avesse avuto una figlia femmina le cose sarebbero andate diversamente e forse non aveva tutti i torti.

Mio nonno ha conosciuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, era Caporale Maggiore del Regio Esercito del Regno d’Italia nel 1940 o giù di lì, certo conoscendolo si sarà imboscato da qualche parte, del resto dalla Campagna in Albania è tornato giusto con un graffietto che probabilmente ha contribuito a salvargli la vita. No, non sto dicendo che fosse un codardo, ma non è mai stato uno che ci credeva e penso che piuttosto che morire per un coglione che straparla da un balcone a palazzo Venezia e per un italia ancora tutta da costruire preferisse tornare al paesello a coltivare i suoi campi e ad allevare polli e conigli.

C’è da dire che dopo la guerra è stato brigadiere nella P.S. e anche lì non se l’è passata per niente male, assegnato in una Questura  a 10km dal suo paese. Io non ho mai avuto, però, il piacere di vederlo in divisa, da che me lo ricordo è sempre stato in pensione e io ho quasi quaranta anni… cazzo se ha sfruttato l’INPDAP, ahahah.

Mio nonno era un cinico, più o meno come me, se questo funerale non fosse stato il suo sarebbe stato contento della morte di un suo coetaneo e di essere lì, sopravvissuto, a gioirne, beh sì per certi aspetti era davvero uno stronzo; una cosa è certa se avesse potuto sentire le cazzate di circostanza che sono state dette oggi, se avesse visto che i suoi nipoti non hanno avuto nemmeno la compiacenza di portare il suo corpo a spalla per 50 metri, se avesse dovuto ascoltare le stonate litanie della processione di consorelle che disordinatamente hanno accompagnato il suo cadavere verso questo posto fatto di rituali e ipocrisia, beh come minimo ci avrebbe rovinato la festa; l’ha fatto tante volte e per molto meno.

Vogliamo parlare della veglia funebre? E’ stato triste sentire alcune cose col corpo ancora caldo, ma ai falsi e ai bigotti ci sono abituato, però pensate come deve essere stare lì, per quanto morto, in mezzo ad una ventina di persone che passano da un silenzio imbarazzato alla recita di insopportabili litanie e ciò per 24 ore! Una vera tortura, che poi ci avessero messo almeno un sottofondo non dico di rock & roll ma almeno di musica classica.

Certo, è vero, mio nonno con l’età era rincoglionito, non che fosse diventato un baciapile e nemmeno un credente a dirla tutta, ma quando vedi la vita accorciarsi è naturale appoggiarsi a qualcuno che ti promette l’eternità in cambio della libertà e forse non si sarebbe mai opposto a preti e consorelle ma sono certo che in cuor suo avrebbe preferito essere accompagnato, nel suo ultimo viaggio, da un esercito di majorette scosciate che… datemi una A, datemi una R, datemi una C… e così via fra pon pon svolazzanti e tette sballonzolanti.

Comunque è morto com’è vissuto, facendo il cazzo che gli pare senza rendere conto a nessuno. E’ morto una domenica mattina a casa sua, nel suo letto senza soffrire e forse senza nemmeno accorgersene.

Buon viaggio ba’ Arca’

Prendi un’anatra o un oca selvatica, infilale un tubo in gola e ingozzala ogni giorno, per 15 giorni, usando un imbuto, con 1 kg di cibo. Macella l’animale ed estraine il fegato, cresciuto intanto in maniera abnorme, potrai così avere dell’ottimo fois gras. Certo la produzione di fois gras è illegale nella maggior parte dei paesi civilizzati, a parte la Francia e qualche paese dell’Europa del’Est ma, oggettivamente, è molto buono, specie quello d’oca e alla fine i pennuti sono solo pennuti e non mi sembra nemmeno giusta questa discriminazione fra anatre e polli per i quali non si scandalizza nessuno.

Tutto ciò per dire che la commissione degli Affari sociali del Senato francese ha approvato un emendamento al bilancio della Sécu che porterà ad un aumento del 300% la tassa sull’olio di palma, una vera, propria  e dichiarata Nutella tax.

La Francia, in effetti, è uno dei maggiori paesi al mondo consumatori di Nutella, se vi fate un giro da quelle parti troverete confezioni di Nutella di tutte le dimensioni e in ogni dove, molto più che in italia dove, pure, ci sono io ad alzare, da solo, la media nazionale, si può dire che i francesi amano la Nutella anche più del fois gras.

“Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema. È tempo che i consumatori se ne rendano conto”,

ha detto  il ministro del Budget, Jerôme Cahuzac mentre

 “La sovrattassa sull’olio di palma è un segnale alle industrie agro-alimentari perché sostituiscano questo ingrediente con altre sostanze meno dannose. L’olio di palma è molto usato perché costa poco ma è troppo ricco di acidi grassi saturi nocivi per la salute”

sono state le dichiarazione del relatore della commissione, Yves Daudigny.

In pratica lo fanno per l’ambiente e per la salute e nessuno pensa alle povere anatre e a quanto possa essere dannoso, per la salute umana,  il fegato di quelle povere bestiole ingrassate artificialmente? Ah sì il fois gras è un prodotto della tradizione francese… ma io non voglio denunciare l’incoerenza di una legge che, alla fine, porta ad un aumento di 30 centesimi su una confezione di 5 chili di Nutella[2], un inezia; anzi io sono anche, in linea di principio, d’accordo con  le tasse sullo junk food, un po’ come quella che si voleva imporre qualche mese fa sulle bibite gassate.

Quello che mi fa incazzare sono il branco di salutisti che, ogni volta che si parla di Nutella, eh ma i grassi idrogenati, l’olio di palma, il 6% di latte, il 60% di zuccheri e grassi, solo il 13% di nocciola, no, no è molto meglio la crema Novi, o la crema salcazzo prodotta dal pasticcere sotto casa mia. 

Signori ci[3] avete rotto il cazzo: fosse anche fatta con gli scarti della lavorazione del petrolio la Nutella è buona, anche la crema Novi è buona, come buono è il prosciutto crudo San Daniele. Cosa c’entra ora il San Daniele con la Nutella? Bah più o meno lo stesso della crema Novi: niente! Del resto anche il fois gras è buono.

Ah ma la Nutella fa male… beh provateci voi a mangiare 4 chili di San Daniele.

[1] Sì lo so che ho parlato più volte di Nutella… è che spero sempre in un assegno della Ferrero o, almeno, nella fornitra gratis per un anno

[2] La Nutella in Francia costa il 20% in meno che in Italia, sperimentato personalmente più volte.

[3] plurale maiestatis

 

Esempio di sciocchezze che gira sui Social Network

Come ogni anno va in scena l’inutile, stucchevole e patetica pantomima conservatrice italiota contro i festeggiamenti di Halloween.  Sì perché questa è la Notte delle Streghe, come recita il pessimo sottotitolo italiano di John Carpenter’s Halloween, la notte delle zucche, la notte di dolcetto o scherzetto e poco importa se già domenica scorsa, in tutti i sermoni pronunciati sugli altari delle chiese, è stato intimato ai fedeli di seguire la retta via e non abbracciare insulsi riti pagani: c’è poco che possiate fare, travestirsi da zombie e andare a fare la questua nel condominio, per un bambino di cinque anni, sarà sempre troppo divertente per potervi rinunciare, quasi quanto per un genitore accompagnarlo nella sua avventura.

Peggio delle disquisizioni religiose sulla Festa di Halloween, però, ci sono  quelle pseudo-culturali. Beh, non lo sapete? Halloween non affonda le radici nelle nostre sane e italiche tradizioni. Ora, si potrebbe replicare in mille modi a questa stronzata affermazione ricordando per esempio l’eterogeneità socio-culturale del Paese dei Campanili o facendo presente che se Halloween si festeggia proprio negli stessi giorni di Ognissanti ci sarà forse un motivo legato, che ne so, al susseguirsi delle stagioni o all’andamento dei raccolti; tuttavia voglio ribattere a tutte le questioni sulle commistioni culturali con un sacrosanto: chi se ne frega!

No, perché io da quando avevo 5 anni ho guardato in TV telefilm americani dove si festeggiava questa mitica notte (sì lo so, anche questo è colpa del Nano munito di ausili idraulici)e Halloween  la sento mia quanto il Natale con la differenza che ad un ciccione vestito di rosso preferisco mille volte uno zombie, una strega o un vampiro, se non altro perché questo aiuta ad esorcizzare le paure. Fosse per me mangerei pure tacchino ripieno il Giorno del Ringraziamento guardando il Super Bowl, altro che dar retta a questi fighetti  delle tradizioni.

Non mi rompete le scatole, dunque, perché io festeggio quel che mi pare e se si tratta di una festa consumistica la festeggio ancora con meno sensi di colpi, almeno, mi dico, faccio girare l’economia. Così oggi mio figlio si è svegliato presto ed euforico sapendo che quello che lo aspettava era un giorno di festa e così è stato, per lui come per me.

P.S. E’ una vergogna che  una giornata così importante non sia stata festeggiata dalle TV generaliste con un palinsesto a tema e con delle rassegne di film horror.

(*) non è colpa mia