Arrivo decisamente in ritardo a parlare di Looper, film di fantascienza del 2012 scritto e diretto da Rian Johnson e interpretato da Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis che interpretano lo stesso personaggio, Joe da giovane e Joe dopo trenta anni.
LA STORIA
Intorno agli anni ’70 del 21esimo secolo viene scoperto un modo di viaggiare nel tempo ma, probabilmente a causa del rischio di generare paradossi, spostarsi lungo la linea temporale viene subito considerato fuori legge. Ciò non impedisce, tuttavia, alla malavita organizzata di fare uso della macchina del tempo per compiere azioni criminali; in un futuro altamente interconnesso, infatti, è virtualmente impossibile uccidere una persona senza che le autorità ne vengano a conoscenza in tempo reale ed è per questo che sono nati i Looper.
Quella dei Looper è un’organizzazione di killer, con base negli anni ’40 e guidata da un coordinatore venuto dal futuro, che ha il compito di fare il lavoro sporco per la malavita organizzata degli anni’70. Quando nel 2074 deve essere eliminato qualcuno, dunque, questo viene spedito indietro nel tempo, in un luogo stabilito, legato e incappucciato e un Looper si occupa di ucciderlo e farne sparire il cadavere. Il lavoro, tutto sommato è facile, il Looper, di fatto, sta ammazzando una persona che non esiste e nessuno verrà a cercarlo per questo mentre in cambio viene ricompensato molto generosamente con dei lingotti d’argento. L’unica clausola del contratto del Looper prevede che, per fare sparire le tracce dell’attività criminale, dopo trenta anni anche lui debba essere eliminato, spedito indietro nel tempo al suo alter-ego più giovane che si occuperà di chiudere il loop intascando una generosa liquidazione in lingotti d’oro.
Tutto bene quindi, ma cosa succede se, dopo 30 anni un loop non vuole essere chiuso? E’ quello che accade al nostro Joe che dopo aver passato la sua pensione a Shangai, integrando la sua liquidazione con altre attività connesse al crimine organizzato, decide di non essere pronto a finire la sua carriera e torna, sì, indietro nel tempo ma per sfuggire al giovane Joe e vendicarsi dell’omicidio della moglie.
CONSIDERAZIONI
Chiariamo subito che Looper è un film di fantascienza, non è un thriller, un poliziesco o un western ambientato nel futuro, come suggerirebbero le armi utilizzate, ma si tratta di una classica trama fantascientifica senza effetti speciali al limite del videogame e senza le esplosioni che la presenza di Bruce Willis nel cast suggerirebbe.
Un trama di fantascienza si basa, generalmente, su una serie di assiomi verosimili su cui incasellare una serie di situazioni improbabili per quanto coerenti. Il punto debole di Looper è proprio nella scarsa verosimiglianza degli assiomi iniziali. Ad esempio: perché usare il viaggio nel tempo solo per far scomparire i cadaveri? oppure: perché non spedire la gente 100 anni prima, in modo da evitare il problema dei loop? Di questi e di altri paradossi potete leggere, ad esempio, in questo ottimo articolo di Germano M. “I Paradossi di Looper“; tuttavia, sorvolando su alcuni buchi di sceneggiatura e su alcune incongruenze e riempiendo i vuoti logici con un po’ di fantasia, personalmente ritengo Looper un buon film di fantascienza come non se ne vedono molti dalle parti di Hollywood ultimamente.
Il finale del film è, per certi versi, scontato ma si apre ad una serie di possibilità che rendono le incongruenze e le singolarità di cui abbiamo parlato ancora più complesse ed intricate. Il regista tende a suggerire, ad esempio, che il protagonista, Joe possa essere il piccolo Cid, non rivelando però niente di probante e dando, anzi, indizi contrastanti; una possibilità del genere, però, porterebbe nella stessa linea temporale tre volte la stessa persona e darebbe origine a tali e tanti paradossi intrecciati fra loro da cui sarebbe davvero difficile districarsi. La stessa mutazione presente nell’umanità legata alla telecinesi, che per certi versi può apparire una superflua forzatura, diviene nel finale del film parte fondante dell’intera trama e, in una possibile interpretazione, potrebbe dare origine essa stessa, insieme ai paradossi derivati dalla fuga di Joe-vecchio, allo Sciamano del futuro.
E’ difficile non fermarsi a ragionare di fronte ad una trama così piena di vuoti, che siano voluti o meno dal regista, ma consiglio comunque, per chi non l’abbia ancora fatto, di guardare questo film e goderselo per quello che è senza farsi troppe domande, se non altro per evitare di farsi venire il mal di testa.
Intanto non mi resta che salutarvi prima di lasciarvi con il trailer.
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