Avevamo lasciato il Regno d’Italia e i Robot di La Marmora combattere i mostri creati dall’ingegneria genetica dei Nekton, esponenti di una potente razza aliena esiliati sul Pianeta Terra a seguito di un incidente della loro nave madre, e avevamo assistito impotenti all’eroico sacrificio del Capitano Goffredo Gambara e del suo Gigante Alteo per salvare il mondo dalla brama di conquista dei Nekton del Gene Sovrano, alleati con gli Asburgo. Il nuovo romanzo di Alessandro Girola ci catapulta nel 1871 nella Francia, di Napoleone III, sul fronte della Lorena, dove gli invincibili Titani, derivati dai Giganti italiani ma più grandi e potenti devono fronteggiare il Terrasque, il più pericoloso abominio creato dai Nekton per gli Asburgo, un mostro alto più di 60 metri creato per distruggere le difese della Francia.
La guerra non volge per il meglio per gli alleati italo-francesi, i Giganti e i Titani riescono a tenere testa agli abomini Nekton ma i costi per la loro costruzione sono proibitivi e le risorse tecnologiche nelle mani degli alleati alieni dell’Italia, i Nekton della Meccanica Evolutiva, sono irrisorie rispetto a quelle della fazione del Gene Sovrano.
Per poter riequilibrare le sorti del conflitto l’unica soluzione sembra essere quella di distruggere la nave madre Nekton e gli unici in grado di poter raggiungere l’obiettivo sono gli uomini del Secondo Plotone di Giganti a cui si aggiunge il tenente francese Lene Lie, alla guida del Gigante Tifone.
Mentre la missione quasi suicida del Secondo Plotone procede fra mille difficoltà il Terrasque e gli altri abomini creati dai Nekton stanno attaccando il fronte francese e solo il coraggio e il valore dei piloti dei Titani e, in particolare, del Conte Antoine De Leur, miliardario, playboy, filant….beh sì una specie di Tony Stark risorgimentale e certamente il personaggio più simpatico e meglio caratterizzato del romanzo, riescono a contenere gli assalti degli asburgo.
Alessandro Girola in questo “I Mecha di Napoleone III” supera se stesso con un romanzo ucronico-steampunk che lascia il lettore senza fiato per tutta la lettura, sembra quasi un videogioco, non si fa in tempo ad esaurire un livello che arriva un mostro più pericoloso e cattivo del precedente. I dialoghi, poi, sono estremamente serrati e meravigliosamente strutturati, spesso divertenti e sempre adeguati al contesto narrativo. Durante i combattimenti, infine, sembra quasi di essere nell’abitacolo del mecha di sentire gli urti, i suoni e gli odori del combattimento contro gli abomini… Go Nagai non ha mai pensato alla puzza dei suoi mostri meccanici,no.
I Mecha di Napoleone III è un ottimo esempio di come, nonostante tutto, la letteratura fantastica sia viva e vitale, anche in questo sfortunato paese dove al successo editoriale del comico del momento o del calciatore miliardario fa da contraltare il vuoto televisivo di trasmissioni ridicole come Masterpiece, un paese dove ai salotti radical chic dei lettori dell’ultimo saggio di Bruno Vespa si contrappongono scrittori come Alessandro Girola che combattono con le unghie e con i denti per ridare una dignità alla letteratura fantastica.
Che altro dire di questo romanzo se non di comprarlo, lo trovate nel Kindle Store a soli € 2,68, fatevi un piccolo regalo di Natale, non ve ne pentirete.
Grazie mille per l’apprezzamento e per la bellissima recensione.
Mi sono divertito molto durante la stesura… credo che si noti anche in fase di lettura :)
E sì, il conte è ritagliato esattamente sulla figura di Tony Stark. Anche il nome ha dei chiari rimandi…
Domanda da amante dei mecha ad amante dei mecha: qual è il tuo Titano preferito?
PS: ci tengo a ribadire che la fluidità e la buona resa dei combattimenti debbono molto anche all’editing di Germano M.
Il titano più bello è indubbiamente il Meti, con tutte le sue armi e i suoi richiami ai miti nagaiani.
Effettivamente nella recensione ho dimenticato di citare l’immenso lavoro di editing di Germano M. e la copertina a cura di Giordano Efrodini, rimedierò al più presto
Il Meti… concordo ;)