Orwell, Ballard, Sheckley e Douglas Adams, insieme, mai avrebbero immaginato un universo più tragicomico e surreale dell’attuale scenario socio-politico italiano e se anche fosse loro venuta in mente una simile distorsione della realtà l’avrebbero immediatamente cestinata perché inverosimile oltre che poco interessante.
La notizia di oggi sono l’apoteosi del surrealismo d’accatto.
Il consiglio dei ministri, per bocca del miglior presidente del consiglio degli ultimi 5 secoli ha rilanciato il reato di prostituzione. In pratica le dichiarazioni del premier sono queste:
“Avendo constatato che il reato di prostituzione che avevamo preparato mesi fa non è andato avanti, abbiamo deciso di riprendere quella norma, riapprovarla una seconda volta e inserirla in questo provvedimento sulla sicurezza”.
Ma a cosa fa riferimento esattamente il presidente del CdM? Ovviamente al disegno di legge presentato due anni fa dal ministro per le pari opportunità Mara Carfagna (*) (che non si capisce bene cosa c’entri col tema della prostituzione che dovrebbe essere trattato dagli Interni) e che è rimasto fermo più o meno come tutta l’attività del parlamento da due anni a questa parte. Ma vediamo più o meno di cosa stiamo parlando; lo spirito della legge sembrerebbe quello di rimpatriare le prostitute clandestine e punire la prostituzione minorile, godiamoci dunque due passaggi di questo strepitoso disegno di legge:
…Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i sedici ed i diciotto anni, in cambio di denaro o di altra utilità, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da euro 1.500 a euro 6.000. Se i fatti di cui al primo e secondo comma sono commessi nei confronti di persona che non abbia compiuto gli anni sedici, la pena è aumentata da un terzo alla metà”.
Dunque, pare, che il costo di un rapporto sessuale a pagamento con una minorenne diventerà quasi improponibile per un cittadino del ceto medio.
…I soggetti minori stranieri non accompagnati che esercitano la prostituzione nel territorio dello Stato, sono riaffidati alla famiglia o alle autorità responsabili del Paese di origine o di provenienza, nel rispetto dei diritti garantiti al minore dalle convenzioni internazionali, dalla legge dai provvedimenti dell’autorità giudiziaria e con modalità tali da assicurare il rispetto e l’integrità delle condizioni psicologiche del minore, attraverso la procedura di rimpatrio assistito…
ecco questo può essere già più problematico a meno che il minore non debba poi rimanere in italia con un permesso di soggiorno temporaneo per motivi giudiziari.
Ora questa normativa sembrerebbe in netto contrasto con alcuni interessi personali del premier, da lui stesso resi noti con le dichiarazioni degli ultimi giorni, dunque, per una volta, andrebbe fatto un plauso al nostro presidente che è riuscito brillantemente a superare il conflitto di interesse. Invece no, perché ho dimenticato di citare l’Art.1 del ddl Carfagna che riduce il tutto ad un problema di arredo urbano:
“Chiunque esercita la prostituzione ovvero invita ad avvalersene in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l’arresto da cinque a quindici giorni e con l’ammenda da duecento a tremila euro. Alla medesima pena prevista al secondo comma soggiace chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione o le contratta”.
Ora resta da chiarire quali possano essere le eventuali “pene” alternative al carcere previste dalla norma, non so il lettore di questo articolo ma io una mezza idea ce l’avrei.
P.S. anche io ho amato la Escort
(*) sì lo so questo è davvero un tocco di classe
Leggi pro anti neutre con ph basico e via con le favole ne abbiamo sentite fin troppe, la realtà non c’è la volontà di regolamentare il settore considerando il grande valore aggiunto che porterebbe a tutti. Le escort poi vanno distinte dalle classiche prostitute o puttane o meretrici usate il termine che vi piace di piu’, in quanto le escort vendono principalmente il loro tempo ed è per questo che chiedono un compenso.