Non ho mai capito perché accidenti un robot alto 18 metri dovrebbe uscire da una piscina per aspettare che una specie di frullatore volante gli si pianti in testa a dargli vita quando basterebbe un hangar e un portello; tuttavia trovo ciò infinitamente più verosimile dell’oziosa vita reale in un paese di 1500 abitanti.

Da sempre sono appassionato di tutto ciò che è in qualche modo futuristico e tecnologico, da bambino amavo guardare le stelle immaginando culture aliene, sognavo con i robottoni dei cartoni animati, e non ho mai perso un episodio di Star Trek; da grande… beh da grande lo stesso. Adoro la fantascienza in tutte le sue forme, libri , cinema, telefilm, fumetti e quando posso li colleziono, soprattutto libri che forse non rileggerò mai.

Nel 1986 convinco mio padre a comprare un Commodore 128 da una televendita di una TV privata, molti miei amici avevano l’allora mitico Commodore 64 o il Vic 20… beh è stata la svolta della mia vita o almeno una delle svolte; digitare listati in basic, provare l’ebrezza di vedere girare il CP/M su un monitor a fosfori verdi con 80 colonne mi ha cambiato la vita. Poi venne MS Dos su sistemi XT, i primi sistemi AT, Turbo Pascal, C, persino il Cobol con le sue schermate color cacchetta dell’interfaccia testuale mi divertivano un mondo fino a quando mi sono reso conto che il computer stava diventando solo uno strumento e come una lavatrice non mi attirava più. Beh ci sono tante altre cose nella vita, gli amici, le amiche, insomma ad un certo punto mi rendo conto che friggersi il cervello per fare cose già fatte forse non ne vale poi lo sforzo. Così invece di assurgere allo stadio di vero geek e passare le giornate a ricompilare il kernel di GNU/Linux per fargli montare in automatico il display a cristalli liquidi del frigorifero adattato per la ricezione del digitale terrestre, intraprendo un percorso di sana(?) normalità.

Nel 1995 conosco all’università una splendida fanciulla e dopo solo(?!?) dieci anni decidiamo di sposarci. Spesso si parla male del matrimonio ma probabilmente nel mio caso poteva andare peggio :-) Intanto mi laureo, naturalmente in Scienze dell’Informazione, e inizio a lavorare come programmatore. Come ho detto non è che la cosa mi entusiasmi più tanto, gestionali poi… ma la verità è che ci sono naturalmente portato. Dopo un paio d’anni però vuoi un colpo di fortuna vuoi che fosse inevitabile cambio lavoro e da programmatore passo ad occuparmi più in generale di gestire tecnologie più o meno innovative, integrazione di sistemi informativi, telerilevamento, videosorveglianza satellitare, e tante altre cose che nemmeno mi ricordo; per alcuni versi un lavoro più stressante per altri meno alienante ma di sicuro più divertente.

Sempre fra il finire degli anni ’90 e i primi anni del 2000 mi riaffaccio alla mondo dell’informatica ludica (nel senso che torno a divertirmi usando un PC) grazie ad internet che si prepara prepotentemente a sconvolgere le logiche culturali ed economiche della società occidentale. Mi avvicino alle comunità virtuali come Neuromante, passo le giornate a scrivere su Usenet, curo una rubrica di telefilm per un portale diventato famoso col boom della new economy e curo anche un vecchio sito old style(senza dinamismi e soprattutto senza animazioni in flash) su cartoni animati e telefilm anni ’70 e ’80.

Oggi le cose nel mondo dell’informatica sono cambiate. Il computer non ha più senso senza una connessione permanente ad internet e, grazie anche alle nuove tecnologie che permettono di produrre contenuti multimediali a costo zero e con una semplicità disarmante, il PC è diventato un media come tutti gli altri dove, però, chiunque può facilmente produrre e distribuire informazioni di qualsiasi genere. Questo rende oggi la Rete un formidabile ricettacolo di informazioni indipendenti che però è sempre più guardato con sospetto dal cosiddetto establishment; si susseguono così tentativi di imbavagliare e demonizzare le comunicazioni telematiche con le scuse più disparate e con tentativi a volte riusciti di far passare normative più o meno liberticide nei confronti di Intenet e dei comportamenti in rete.

Beh io intanto sono ancora qui (sembro Baglioni… argh…) a divertirmi e spero di poter continuare a farlo in futuro insieme a mio figlio, che mentre scrivo è in braccio a me, sia sulla Rete che nella cosiddetta Real Life… come se ci fosse una vera differenza.