Notizia di queste ore è che il grande freddo che sta attanagliando la Scandinavia, fra le altre cose, avrebbe
bloccato la nuova flotta di bus elettrici della capitale norvegese paralizzando la città di Oslo e la sua mobuiità pubblica.
Quando si parla di elettrico, purtroppo, si perde spesso di vista il cuore del problema. Il motore elettrico è infinitamente più efficiente di quello termico, ha un’erogazione più fluida e una coppia più regolare, su questo c’è poco da discutere, tanto che fino all’inizio del 1900 l’orientamento dell’industria dell’automobile stava andando verso l’auto elettrica, con accumulatori al piombo acido, le vetture elettriche erano più semplici da guidare, silenziose e non puzzavano di benzina e fumo. Alla fine del 1800 Londra e New York avevano, persino, un servizio capillare di taxi elettrici.
La “Jamais Content”, la prima vettura a raggiungere i 100km/h, automobile elettrica prodotta in Belgio nel 1899
Sarà nei primi anni del 1900, con il miglioramento dei collegamenti stradali, che la scarsa autonomia delle batterie al piombo diede inizio alla parabola discendente dell’elettrico nell’automotive, ciò unito al miglioramento dei motori a combustione interna e al ridursi del costo della benzina, portò negli anni ’60 e ’70 alla quasi scomparsa del mezzo elettrico, salvo qualche prototipo da esposizione e qualche timido tentativo delle case automobilistiche, mai apprezzato dal mercato.
L’elettrico torna alla ribalta grazie a Toyota e alla sua Prius che, alla fine degli anni ’90, introducono su scala industriale il concetto di ibrido, con una batteria al nichel idruro di metallo che muoveva un motore elettrico che affiancava il normale motore endotermico, aumentando l’efficienza, la potenza e diminuendo i consumi.
Nel 2018, il primo Falcon Heavy di SpaceX ha portato una Tesla Roadstar in direzione Marte
Pian piano arriviamo così al 2003, quando General Motors fonda una startup, Tesla Motor (di cui nel 2004 Elon Musk diviene principale investitore), che produrrà la Roadster, prima autovettura di serie ad utilizzare batterie con celle agli ioni di litio e autonomia di 340km.
Fiat Coupe Turbo 20V del 2000
Il resto è storia recente, l’auto elettrica continua a soffrire dello stesso punto debole delle prime vetture del 1800: stoccare energia elettrica in accumulatori chimici, nonostante l’evoluzione tecnologica, rimane il problema principale a causa del peso delle batterie, della loro scarsa efficienza e dell’eccessiva sensibilità alle condizioni climatiche (come hanno dimostrato i bus di Oslo).
Oggi la “crisi” climatica ci impone di importare “nuova” tecnologia elettrica dalla Cina per garantire a tutti il diritto alla mobilità, ma questo non è stato un passaggio dettato dal mercato e nemmeno derivante da un graduale cambiamento tecnologico, si è trattata di una imposizione calata dall’altro quando la tecnologia non era ancora allo stato dell’arte, una scommessa che non è detto sia destinata ad essere vinta.
Io intanto sto cercando una Fiat Coupe di fine anni ’90 con il giusto rapporto qualità/prezzo da tenere finchè morte non ci separi.