L’Unione Sovietica, dopo l’insuccesso dell’aerotreno degli anni Venti, negli anni Sessanta, emulando analoghe sperimentazioni in corso negli USA, iniziò a lavorare a un treno ad alta velocità, basato sull’elettrotreno ER22 ma equipaggiato con una coppia di motori Ivchenko AI-25 utilizzati negli Yakovlev Yak-40, nacque così l’SVL, o Скоростной вагон-лаборатория
Il prototipo fu completato il 20 ottobre 1970, era lungo 28 m e largo 3,45 m, con un passo di 20,75 m e un peso di 59 tonnellate, sette delle quali serbatoi di cherosene. Il treno era in grado di accelerare da zero a 50 km/h in soli 10-15 secondi e la sua velocità massima era di 249 km/h, la più alta velocità possibile su un binario ferroviario.
Sul tetto del SVL, nella parte anteriore, fu installato una sorta di traliccio a forma di T su cui erano montati i due turbojet dell’AI-25 in grado di fornire una spinta di 1.500 kgf e controllati da una consolle simile a quella di un’aeromobile nella cabina di guida.
I test iniziarono nel 1971 sulla linea Golutvin-Ozery dove fu raggiunta la velocità massima di 187km/h, nel 1972 il banco di prova fu la linea Novomoskovsk-Dneprodzerzhinsk, su cui il treno fu portato a 249 km/h, il massimo possibile per le condizioni dei binari.
Il progetto, per quanto si fosse rivelato un successo tecnologico, non vide mai sviluppi commerciali perché, per questi treni ad alta velocità, erano necessarie profonde modifiche alle infrastrutture ferroviarie, da un lato per evitare che la ghiaia che ricopriva i binari venisse spazzata via dallo spostamento d’aria e poi per la necessità di ubicare le stazioni fuori dalle aree residenziali, a causa dell’assordante rombo dei motori a reazione.
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Dopo un primo tentativo negli anni novanta di portare l’SVL al museo dei treni di San Pietroburgo, solo nel 2008 il muso del treno sperimentale tagliato e ristrutturato è stato installato come stele commemorativa in onore del 110° anniversario della Fabbrica di vagoni ferroviari di Tver dove tutt’ora è possibile ammirarlo.