Dal 2001 al 2011 abbiamo, al governo del paese, un alternanza Berlusconi – Prodi, siamo appena “entrati nell’Euro” e Berlusconi, con Tremonti, fatica a tenere la barra dritta in economia mentre lo stesso Prodi non riesce ad evitare le speculazioni del primo periodo dell’Euro.
Arriviamo al 2011 e Berlusconi, anche a causa dei suoi problemi giudiziari (fomentati, a onor del vero, da una magistratura politicizzata) ci sta per portare al fallimento.
Interviene l’Europa, Monti rimette a posto i conti con manovre amarissime(anche se giuste, vedi la Fornero) e dopo una breve parentesi (inutile) di Letta(Enrico stai sereno anche ora, eh), abbiamo due anni di Renzi cha avvia (troppo velocemente) una serie di riforme che cominciano subito ad avere successo (basta guardare i numeri) ma facendo incazzare tutti. Ovviamente in Italia nulla può cambiare e a causa delle corporazioni (in particolare la scuola), della sua naturale antipatia e megalomania, Renzi finisce in disgrazia.
Nel frattempo si affaccia un movimento populista che nelle piazze raccoglie lo scontento della gente. Come dicevano loro né di destra né di sinistra (chi dice così, ricordatelo, è quasi sempre un fascista). Un polpettone indigesto che grida vaffanculo nelle piazze e cavalca qualunque battaglia complottista per accontentare il proprio burattinaio, un misto fra un venditore di pentole e Ron Hubbard, tale Gianroberto Casaleggio, che da anni cercava un posto al Sole (anche candidandosi con Forza Italia).
NO TAV, NO TAP, NO Trivelle, NO inceneritori, NO alta velocità, NO rigassificatori, la Xylella si cura abbracciando gli alberi… ovunque c’era un cambiamento, ovunque ci fosse da prendere una decisione c’erano loro a bloccare tutto, a dire NO urlando come forsennati nelle piazze e sui social. Tutto ciò fino al 2013 quando i grillini arrivano in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno, minando dall’interno gli assetti democratici del Paese e contrastando quelle riforme che oggi avrebbero portato l’Italia in tutt’altra dimensione.
Arriva il 2018, nel frattempo Renzi è solo un fastidioso punto nero della scena politica, il M5S ottiene la maggioranza in Parlamento e comincia a fare danni, pesantissimi, dentro il governo del Paese. Ancora non ha una dimensione, ha un NON statuto, non si definisce partito, si alle con la destra più becera (non dimenticherò mai il trattamento riservato a Bersani, che non si è più ripreso) e finisce per attuare le peggiori riforme populiste, tutte a debito, erodendo quanto di buono era stato fatto da Monti e Renzi. Il resto è storia recente.
Dopo il disastro in pandemia di Conte che, mentre attuava misure antidemocratiche mai viste dagli anni venti del secolo scorso, elargiva bonus e mancette senza coperture finanziarie per evitare le rivolte di piazza, ancora una volta l’Europa si è dovuta fare garante del nostro Paese, ovviamente chiedendo in cambio un grosso prezzo da pagare: arriva Draghi per traghettare l’Italia verso la Grecia cercando di attutire, per quanto possibile, il doloroso colpo.
In tutta questa storia, chi voleva cambiare la nazione non solo ha distrutto tutto ciò che di buono era stato fatto, ma ha peggiorato la situazione, in maniera esponenziale.
Se oggi dovremo razionare il gas la colpa è di chi ha bloccato i rigassificatori, ha impedito le trivellazioni nel mediterraneo e ha sbraitato contro la TAP, se oggi siamo una barzelletta dell’Europa e del mondo è esclusivamente colpa loro e di nessun altro.
Non dimenticatelo davanti alle urne!