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Quando ha cominciato con la pratica di mambabatok, tatuatore tradizionale di Kalinga, il gruppo etnico del popolo butbut, di cui fa parte, all’età di 15 anni, Whang-od Oggay, tatuava il petto e le braccia dei guerrieri Butbut, terribili combattenti e cacciatori di teste, temuti dagli spagnoli che conquistarono le Filippine nel 1500 e le braccia delle donne più ricche della tribù, la cui famiglia le pagava un tributo, mentre intonava canti tradizionali e praticava arti divinatorie. Oggi, dopo che la pratica dei cacciatori di teste è stata abolita, l’anziana tatuatrice si è dovuta riconvertire ad applicare la propria arte sulla pelle dei turisti. L’ultimo guerriero è stato tatuato nel 1972.
Whang-od Oggay rappresenta un vero simbolo femminista per essere stata, 88 anni fa, la prima donna a rompere la tradizione dei tatuatori “batok” che dovevano essere tutti maschi ed oggi è un punto di riferimento per migliaia di turisti che vengono da lei col desiderio di portare sulla propria pelle un pezzo di quella storia, che solo lei sa raccontare e che sono disposti a percorrere le 15 ore di macchina che separano Manila dal suo villaggio nelle montagne..
La pratica di mambabatok, tradizionalmente, si tramanda per linea di sangue e Whang-od Oggay, rimasta vedova all’età di 25 anni, ha fatto voto di non risposarsi, pur avendo intrecciato relazioni con diversi guerrieri, e non ha figli. Se pure negli anni ’90 ha deciso di insegnare la tecnica di tatuatore ad alcune sue pronipoti in linea di sangue, che la applicano insieme a lei su persone esterne al popolo Kalinga, Whang-od Oggay non ha mai tramandato i rituali tradizionali e divinatori che accompagnano l’arte del mambabatok, che così rischia di scomparire insieme a lei.
Una nota di costume: Whang-od Oggay è, fra le altre cose, famosa per afferrare con le mani il cazzo dei turisti che giungono da lei per farsi tatuare.