Mi fa specie leggere di donne che apprezzano Samantha Cristoforetti quale sovvertitrice del sistema per aver mollato i figli piccoli al marito per andare a fluttuare nello spazio per sei mesi.
Il problema, ragazze mie, è che finché continuerete a farne una questione di genere sarete sempre invischiate in quella trappola del patriarcato che è sempre nella vostra testa.
Nessun uomo (maschio o femmina), sano di mente, ha mai pensato di porsi il problema (poi, certo, il mondo, è pieno di casi umani, ma anche lì non è una questione di genere). Samantha Cristoforetti è un essere umano eccezionale che fa cose eccezionali, se deve addestrarsi per una missione spaziale non si preoccupa di dove sistemare i bambini, o almeno è solo uno dei tanti aspetti da gestire e non certamente quello più complesso.
Samantha Cristoforetti non si è fatta il body painting sul pancione in gravidanza, non ha fatto il gender reveal party con le Frecce Tricolore che passavano con la fumata blu e rosa. Cristoforetti è una donna di 45 anni, che non si è realizzata nel formarsi una famiglia per mettere al mondo un principino o una principessa da mostrare agli amici quale trofeo del proprio successo. Samantha Cristoforetti si è innamorata, ha avuto due figli, ha fatto le sue scemenze come tutti, e ha continuato la propria professione come fosse una cosa normale, perché è una cosa normale tranne ovviamente, nella testa di chi ritiene eccezionale che una donna possa assentarsi sei mesi o un anno per lavoro e che per questo motivo non riuscirà mai a liberarsi delle proprie catene. E no, non è vero che la società non lo permette, che lei è un caso particolare, che lo può fare perché ha i soldi o altre simili amenità, la realtà è che, solo il pensare una cosa del genere, il solo fatto di apprezzare Cristoforetti per queste sciocchezze e non per il suo incredibile curriculum, vi rende schiave del patriarcato, qualunque cosa questo sia.
Potete andare a girare il sugo.
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