Nei giorni scorsi ha suscitato clamore, un po’ in tutto il mondo, l’annuncio di Jeff Bezos di aprire, dopo una prima sperimentazione a Chicago e Seattle, in breve tempo, 3000 supermercati Amazon Go.
Cos’è Amazon Go? Per dirla in breve: la panacea di tutti (beh molti) mali. In pratica si tratta di supermercati dove tu entri, avvicini lo smartphone al lettore e cominci a mettere nel carrello ciò che ti serve, imbusti e te ne vai senza fare code alle casse, senza dover avere a che fare con le imbranatissime cassiere maschio, senza dover rivolgere la parola a sconosciuti, senza dover utilizzare astrusi sistemi di lettura dei codici a barre alle affollatissime casse automatiche presidiate dalla solita acidissima e grassa cassiera. Non ci dovremo preoccupare delle povere cassiere che devono lasciare i bimbi a casa alla domenica, penseranno a tutto telecamere e sensori che, in un modo talmente complicato che non riesco nemmeno a immaginarlo completamente, riusciranno a calcolare esattamente cosa abbiamo messo nel carrello e ci addebiteranno tutto su carta di credito mandandoci lo scontrino via mail.
Ovviamente tutto ciò ha messo in allarme i soliti luddisti che: «oh mamma, quel cattivone di Bezos ci farà perdere millemila posti di lavoro». Ora potrei stare qui a spiegare che non è proprio così, che i processi di automazione non hanno fatto altro che aumentare la qualità del lavoro riducendo l’alienazione dei lavoratori e questo a partire dalla rivoluzione industriale, ma nella realtà non mi interessa discutere con i cretini ed è anche vero che gente non qualificata, gente con la terza media presa per corrispondenza, gente che ha anteposto il divertimento alla propria formazione, finirà in mezzo ad una strada, il fatto è che io credo sia giusto così. Quando fai un lavoro a bassa (nulla) specializzazione hai poco da lamentarti se devi lavorare i giorni festivi dal momento che il tuo potere contrattuale è nullo e non ti devi nemmeno stupire se verrai sostituito da una macchina, la prossima volta studia somaro. Chi difende questa visione del lavoro, legata a canoni settecenteschi, attaccando l’automazione dei processi come fosse un nemico del popolo andrebbe impalato in pubblica piazza, perché “amici” miei, che vi piaccia o no, non potrete fermare la giostra, potete solo saltarci sopra se siete ancora in tempo oppure soccombere e diventarne uno degli ingranaggi da sostituire a breve.
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