Ogni volta che viene portato a termine un attentato terroristico di matrice islamica in uno dei paesi del, così detto, occidente civilizzato, perché poi alla fine di quello stiamo parlando, se muoiono decine di persone a Baghdad non frega nulla a nessuno; ad ogni attentato terroristico come quello dell’altro giorno a Nizza, dicevo, le reazioni sono sempre le stesse.
Leggendo i social network ma anche ascoltando la gente in un bar, che poi oggi è pressoché lo stesso, la prima reazione è «adesso hanno rotto il cazzo», reazione a pensarci bene comprensibilissima, perché quando qualcuno viene a importunarti a casa tua, magari durante una festa, giustamente ti incazzi; il problema è quello che succede dopo, perché il punto è sempre: di chi e cosa stiamo parlando?
Dopo la prima giustificabile reazione a caldo, infatti, da un lato partono le analisi degli esperti di politica estera da bar, che «ah, se ci fosse ancora il mascellone l’ISIS avrebbe i minuti contati» o «Putin dovrebbe lanciare l’atomica sull’ISIS» e dall’altro, quello che realmente mi spaventa, un crescere dell’odio verso il diverso, l’immigrato, il musulmano, quello con la pelle un po’ più scura, anche da parte di persone normalmente moderate e talvolta anche intelligenti.
Il fatto è che questo tipo di reazioni, che portano alla chiusura nei confronti della diversità e sopratutto ad erigere mura a protezione del proprio piccolo orticello è esattamente quello che si propone chi ha deciso di portare il terrore nelle vostre case. L’obiettivo è che vi rinchiudiate nel vostro appartamento con la porta sprangata, che non facciate più uscire i vostri figli se non per andare a scuola e in palestra… multiculturalità? Una parolaccia da cancellare dal vocabolario, oggi anche andare a fare l’Erasmus in Francia può essere mortale.
Dopo l’attentato al Bataclan del novembre 2015, Antoine Leiris, che perse la moglie crivellata dai colpi dei terroristi, scrisse una sorta di lettera che fece il giro del mondo, uno scritto che a prima vista può apparire intriso di buonismo ma che in realtà ci indica l’unica vera strada per combattere il terrore e per poter sopravvivere senza trasformarci, senza rinunciare a quello per cui vorremmo combattere. Vi riporto la lettera di Leiris e cercherò anche di tradurla.
“Vous n’aurez pas ma haine”
Vendredi soir vous avez volé la vie d’un être d’exception, l’amour de ma vie, la mère de mon fils mais vous n’aurez pas ma haine. Je ne sais pas qui vous êtes et je ne veux pas le savoir, vous êtes des âmes mortes. Si ce Dieu pour lequel vous tuez aveuglément nous a fait à son image, chaque balle dans le corps de ma femme aura été une blessure dans son coeur.
Alors non je ne vous ferai pas ce cadeau de vous haïr. Vous l’avez bien cherché pourtant mais répondre à la haine par la colère ce serait céder à la même ignorance qui a fait de vous ce que vous êtes. Vous voulez que j’ai peur, que je regarde mes concitoyens avec un oeil méfiant, que je sacrifie ma liberté pour la sécurité. Perdu. Même joueur joue encore.
Je l’ai vue ce matin. Enfin, après des nuits et des jours d’attente. Elle était aussi belle que lorsqu’elle est partie ce vendredi soir, aussi belle que lorsque j’en suis tombé éperdument amoureux il y a plus de 12 ans. Bien sûr je suis dévasté par le chagrin, je vous concède cette petite victoire, mais elle sera de courte durée. Je sais qu’elle nous accompagnera chaque jour et que nous nous retrouverons dans ce paradis des âmes libres auquel vous n’aurez jamais accès.
Nous sommes deux, mon fils et moi, mais nous sommes plus fort que toutes les armées du monde. Je n’ai d’ailleurs pas plus de temps à vous consacrer, je dois rejoindre Melvil qui se réveille de sa sieste. Il a 17 mois à peine, il va manger son goûter comme tous les jours, puis nous allons jouer comme tous les jours et toute sa vie ce petit garçon vous fera l’affront d’être heureux et libre. Car non, vous n’aurez pas sa haine non plus.
(traduzione)
Non avrete il mio odio
Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio ma non avrete il mio odio. Non so chi siate e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatto a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.
Allora no non vi farò il regalo di odiarvi. E’ quello che cercate ma rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi ciò che siete. Voi vorreste che io abbia paura, che io guardassi i miei concittadini con sospetto, che io sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Avete perso.
L’ ho vista stamattina, dopo notti e giorni di attesa. Lei era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando me ne sono innamorato perdutamente più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei ci accompagnerà ogni giorno e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere al quale non avrete mai accesso
Siamo due, io e mio figlio, ma noi siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Io non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi, mangia la sua merenda come tutti i giorni, andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo ragazzino vi farà l’affronto di essere felice e libero.
Perché no, non avrete il suo odio.
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