Quanto è avvenuto ieri, quando si è diffusa la notizia del malore di Pierluigi Bersani, sul web italiano si presta ad una duplice riflessione sulla crisi profonda di valori che opprime la società italiana e sugli effetti che certi atteggiamenti potranno avere (e certamente avranno) sullo sviluppo e sulla diffusione, nei prossimi anni, degli strumenti di comunicazione telematica nel nostro paese.
Per chi si fosse perso il patetico show online di ieri, a seguito della diffusione della notizia del ricovero dell’ex segretario del PD si è scatenata, praticamente su tutti i social network e sui principali blog di informazione, una sorta di concorso per la ricerca dell’augurio di morte più creativo, violento e sgrammaticato nei confronti di Bersani; attenzione non parlo di satira macabra ma di gente normale che gioiva del male di un altro individuo, senza conoscerlo, senza che questo gli avesse fatto nulla ma solo perché esponente di rilievo dello schieramento politico avversario, parlo di persone ignoranti, analfabeti funzionali direbbe l’OCSE, che auguravano la morte di un loro simile fra le più atroci sofferenze perché ormai ingessate in un senso di inferiorità che lascia spazio solo all’odio e all’invidia, parlo di uomini e donne ottusi e obnubilati da decenni di propaganda mediatica che ha propugnato un tale capovolgimento dei valori da rendere le persone incapaci di accettare la misura del proprio fallimento, dispiace dirlo ma parlo per lo più di simpatizzanti di Beppe Grillo che è riuscito con i suoi toni e i suoi modi ad attrarre attorno a sé tanti, troppi imitatori che giungono spesso ad eccessi ben oltre il limite della decenza.