Guardate questo filmato, l’hanno già fatto in più di tre milioni e mezzo di persone, non ve ne pentirete.
Grandioso vero? Immaginatevelo proiettato sul grande schermo, magari in 3D e in dolby sorround. Fantastico!
Questa è una delle scene iniziali di Gravity, film di fantascienza del 2013 diretto, scritto, montato e prodotto da Alfonso Cuarón con protagonista Sandra Bullock e l’apparizione di George Clooney.
Gravity ha aperto la 70ª mostra Internazionale di Venezia, con un’anteprima mondiale nella Sala Grande del Palazzo del Cinema e ha ottenuto dieci candidature agli Oscar, aggiudicandosi quello per la miglior regia, i migliori effetti speciali, la migliore fotografia, il miglior montaggio, la miglior colonna sonora, il miglior sonoro e il miglior montaggio sonoro. Effettivamente il film è un vero capolavoro visuale, un floriregio di effetti speciali montati ad arte con una colonna sonora potentissima e una fotografia eccezionale, Cuarón, non c’è che dire, ha realizzato quello che si può definire, tecnicamente, un capolavoro.
Tuttavia Gravity non è altro che questo, se avete visto la scena inserita sopra e come se aveste visto tutto il film, il capolavoro di Cuarón, infatti, non solo pecca di una storia e una sceneggiatura praticamente inesistente ma non ha spessore, non induce ad alcuna riflessione se non, come giustamente diceva mia moglie: – cosa diavolo aspettano a definire uno standard ISO per i comandi delle navi spaziali? –
La storia si riassume in poche righe, abbiamo Sandra Bullock nei panni della dottoressa Ryan Stone, un ingegnere biomedico che affronta per la prima volta una missione nello spazio, a bordo dello Space Shuttle Explorer, comandato dal veterano Matt Kowalsky (George Clooney).
Durante un’EVA il controllo missione informa che un missile russo, a causa di un’esercitazione, ha colpito un satellite artificiale e che i detriti si stanno dirigendo verso l’Explorer.
In breve la tragedia: i detriti generano una reazione a catena e si portano dietro lo Shuttle uccidendo tutti gli astronauti tranne Kowalsky e la Stone che cercano riparo sull’ISS a pochi chilometri di distanza. Durante il tragitto, il comandante Kowalsky sacrifica la propria vita per la salvare la dottoressa Stone, ma anche la ISS è condannata ed è già stata evacuata , l’unica soluzione rimane quella di cercare riparo sulla seconda navicella Soyuz che però è danneggiata ma che, se non può rientrare sulla Terra, può portare l’unica superstite dell’Explorer alla stazione spaziale cinese Tiangong 1 (ciò grazie anche all’aiuto dell’apparizione di Kowalski che si materializza alla Stone poco prima della sua morte per ipossia) e da questa tornare sulla Terra col modulo di salvataggio Shenzhou.
Insomma 100 milioni di dollari spesi per confezionare una storia ridicola e che fa acqua da tutte le parti in uno dei più bei pacchetti regalo della storia del cinema. Quanto sarebbe stato bello prendere spunto dalle storie di PlanetES per realizzare una sceneggiatura degna di quel capolavoro visuale che è Gravity? Peccato un’occasione persa ma vale comunque la pena di vedere il film, se non altro, per i meravigliosi effetti speciali.
E’ vero che la trama è gracilina (così come è vero che ci sono imprecisioni tecniche e scientifiche a manetta) tuttavia questo film è riuscito a trasmettermi una specie di “orrore del vuoto” in quanto tutto si svolge dovendo fare i conti con l’ambiente forse più ostile e pericoloso in cui l’uomo si possa spingere.
Per me è proprio quello il problema principale, in un ambiente come quello, senza mezzi e senza un’adeguata preparazione, dove qualunque errore può essere fatale, la Bullock non poteva sopravvivere rientrando nell’atmosfera su una navetta spaziale cinese, suvvia…
C’é anche da dire che è uno dei pochissimi film, che imprecisioni fisiche e scientiche incluse, si attiene quasi fedelmente alle dinamiche dell’ambiente in cui si svolge. Per me è fatto bene. ;-)
il film è tecnicamente fatto bene, l’ho detto, ma ha una storia debole e poco verosimile
fra l’altro film con badget decisamente inferiore ma decisamente fatto meglio dal punto di vista dell’attenersi fedelmente alle dinamiche dello spazio è Europa Report, che ovviamente qui da noi non è nemmeno arrivato.
https://www.ucronia.it/w/2013/09/europa-report
Non posso dire che è brutto, ma un corto sarebbe bastato.
No, è tutt’altro che brutto solo che una sceneggiatura adeguata non avrebbe guastato