Torniamo a parlare delle produzioni di Daniele Spadoni e dei suoi corti. Ancora una volta Daniele si cimenta con un corto di sei minuti basato su uno degli episodi più “particolari” e cupi de “Le Nuove Avventure di Lupin III” (Rupan Sansei), parlo dell’episodio 46, “Lupin Venduto all’Asta” (“Lupin Otakaku Urimasu” (ルパンお高く売ります) ).

 

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L’episodio della serie anime inizia con un Lupin in mutande che si risveglia nella sala aste di Madame Omicidi per essere venduto a 160.000$ ad Anonimo Veneziano. Il compratore, poi, si rivelerà preso essere un malefico scienziato intenzionato ad utilizzare il cervello del celebre ladro per creare un automa con un’intelligenza superiore. Durante la storia il nostro Arsenico si ritrova in rara difficoltà costretto a vedersela, su un’isola che poi si scopre virtuale, con automi potentissimi e cloni cibernetici dei suoi amici dovendo anche proteggere la sua Margot/Fujiko dalla pazzia del folle scienziato.

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Mentre su questa miserabile palla di fango gente sempre più meschina si contorce e si azzuffa in una deprecabile pantomima di sopravvivenza imprecando contro la sfortuna, il fato ed il governo senza fare mai uno straccio di autocritica ma invocando, anzi,una propria presunta superiorità morale per il semplice fatto di consumare indegnamente ossigeno, l’umanità, nonostante tutto, continua a fare passi avanti dimostrando che l’eccellenza di pochi riesce a disinnescare la mediocrità conservatrice e retrograda dettata dall’ignoranza, dalla superstizione e dalla scarsa intelligenza della maggior parte. Il 12 novembre 2014, il lander Philae è atterrato in corrispondenza del sito J sul lobo più piccolo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko dopo un viaggio di oltre 10 anni iniziato il 2 marzo 2004 con il lancio della sonda Rosetta con un vettore Arianne 5G.

Philae_on_the_comet_Front_view

 

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Oggi parliamo un po’ di cosplay. Quello del cosplay è un fenomeno nato in Giappone tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta ed è la pratica di indossare il costume di un personaggio di un anime, di un manga, di un telefilm o comunque in qualche modo famoso e riconoscibile per i fans. Negli anni ’90 il fenomeno del cosplay è letteralmente esploso e, dal Giappone, ha cominciato a diffondersi nel resto del mondo arrivando anche in Italia dove, a partire dal famosissimo Lucca Comics dei primi anni ’90, le fiere di fumetti e videogames si sono moltiplicate portando con se il colore e la bellezza di tantissimi cosplay made in Italy.

 

Già in passato ho parlato di cosplay italiani presentando il cortometraggio di Daniele Spadoni Lupin The Third: The Origins con protagonisti Lupin 3rd e la sua Squadra un gruppo di ragazzi che impersonano magistralmente i personaggi degli anime dedicati a Lupin III.

 

Oggi però vorrei presentarvi una delle più brave, belle e simpatiche cosplayer italiane: Maya Takeuchi.

 

Maya è una cosplayer internazionale che vanta anche origini giapponesi, essendo sua nonna paterna originaria di Kyoto, e fin da bambina ha iniziato a interpretare personaggi di anime e videogames. Io, personalmente, l’ho conosciuta nella sua interpretazione di Ada Wong, la mitica eroina della saga di videogiochi della Capcom, Resident Evil. L’interpretazione di Ada Wong da parte di Maya è impressionante: non ci credete?

Maya - Ada Wong

 

Incredibile la somiglianza vero? Ma Maya Takeuchi non è una semplice cosplayer lei non si limita a copiare le pose del personaggio che ricopre, Maya ne dà un’interpretazione del tutto personale e prova ne è la fantastica Ada Wong in bikini che tanto successo sta avendo sul web e persino nella pagina Facebook di Ucronìa.it.

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Chojin Sentai Jetman, conosciuta anche col titolo inglese Birdman Squadron Jetman, è la quindicesima serie Super Sentai ed è stata prodotta da Toei e Bandai per essere trasmessa su TV Asahi in 51 episodi fra il ’91 e il ’92.  Dopo la serie è stato prodotto anche un manga, Choujin Sentai Jetman: Toki wo Kakete, tuttavia fuori canon.

 

Jetman è chiaramente ispirata ad uno degli anime più famosi prodotti dalla Tatsunoko negli anni ’70, “Kagaku Ninjatai Gatchaman”, conosciuto in Italia come “La Battaglia dei Pianeti”

 

Jetman

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“Chi uccideresti, per primo, tra tuo padre, tua madre e tuo fratello?”.

Questa sarebbe la terribile domanda dettata da due maestre in una scuola in provincia di Ivrea, per lo svolgimento di un tema in una classe di terza elementare.

 

Io in terza elementare avrei scritto qualcosa del genere:

Io voglio uccidere subito  mia sorella che è una grande rompiscatole e non mi permette di vedere i miei cartoni animati in santa pace. Dopo mia sorella voglio uccidere mia madre che grida sempre e non mi lascia mai tranquillo mentre leggo i miei fumetti e se ne esce sempre con questa storia di mettere in ordine i giocattoli.

Mio padre invece no, lui è bravo e mi compra tanti giocattoli e poi mi porta anche a pescare.

Per uccidere mia sorella voglio buttarla dal balcone così quando cade giù  si sente un bel rumore.

 

Sì, in terza elementare usavo poco sia i congiuntivi e che i condizionali.

 

Erika De Nardo

Erika De Nardo

Suvvia quale bambino di nove anni non prova l’impulso di uccidere il fratello e i genitori, pure con buone motivazioni, eh! Di sicuro non si trasformeranno in Erika De Nardo per questo[1] e lo svolgimento di un tema di questo genere oltre a fare in modo che il bambino possa confrontarsi con se stesso, costringendolo a mettere su carta pensieri inespressi e pur provati, potrebbe persino far emergere qualche problema patologico.

 

Ma siamo in Italia, il paese dove per un rimprovero di troppo i genitori sono capaci di aspettare la maestra fuori da scuola per darle una lezione[2], e quindi apriti cielo! Denuncia in procura e ricorso al provveditorato, telecamere nascoste nelle aule[3] e conseguenti provvedimenti disciplinari per le povere insegnanti, oltre che il solito, interminabile, iter giudiziario.

 

L’altro giorno discutevo con un amico circa i metodi educativi. Con i bambini bisogna parlare, lui diceva e parlare e parlare e parlare… io invece penso che uno schiaffo al momento giusto valga più di mille parole. Poi, lo so, l’ipocrita atteggiamento buonista moderno vorrebbe farci credere che in questo modo si legittima il bambino a picchiare i compagni e che il piccolo mostro non commetterà più lo stesso errore solo per non prendere le botte ma, naturalmente, queste sono tutte cazzate i cui risultati, dagli anni novanta in poi, sono sotto gli occhi di tutti.

 

VignettaScuola2011
C’è poco da dire la vignetta sopra riassume tutto. E’ inutile che vi lamentiate della scuola; se ogni volta che un insegnante, nell’atto di educare i vostri figli[4], dovrà preoccuparsi che ogni sua azione possa essere oggetto di un’indagine giudiziaria solo perché c’è una minoranza rumorosa che potrebbe non essere d’accordo con lui ed ha tempo da perdere nell’intraprendere azioni violente nei sui confronti, quell’insegnante, semplicemente, smetterà di compiere il suo dovere perché, tanto, lo pagano lo stesso.

 

Il risultato di tutto ciò sarà che i vostri figli cresceranno come dei debosciati e nella migliore delle ipotesi li troverete in un angolo della strada a fumare hashish coi loro amici punkabbestia mentre, nella peggiore, diventeranno grillini o, comunque, saranno pronti ad immolarsi per il guru di turno.

 

P.S. Intanto  il mio amico Davide Mana mi segnala come ai bei tempi si leggessero i classici…

Come Ammazzare Mappa e Papà - Antonio Amurri

 

 

[1] Intorno alle ore 19:50 del 21 febbraio 2001, Erika De Nardo al’epoca 16enne, con il concorso del fidanzatino Omar Favaro, uccise premeditatamente a colpi di coltello da cucina la madre Susy Cassini e il fratello undicenne Gianluca. Oggi Erika lavora in un negozio di dischi ed è pure diventata una gran bella ragazza.

 

[2] Milano, 12 luglio 2010 – Hanno sbattuto la testa della maestra sul pavimento del bagno lasciando sulle piastrelle ciocche di capelli strappate. Tutto perché aveva rimproverato un’alunna in una scuola media di Quarto Oggiaro.

 

[3] Il giorno che verrà seriamente regolamentato l’uso delle intercettazioni ambientali da parte delle procure sarà sempre troppo tardi (De Magistris docet)

 

[4] Sì, gli insegnanti, oggi più che mai, si devono occupare anche di educare quei piccoli mostri viziati, generati da genitori capaci solo di dire uno svogliato “non si fa” mentre smanettano sullo smartphone