Se quando avevo sette anni mi avessero detto che per andare a lavoro avrei usato ancora un’autmobile del tutto simile alla vecchia NSU Prinz di mio padre, rumorosa, puzzolente ma sopratutto ancorata al terreno… beh non ci avrei mai creduto.

 

The JetsonsDa bambino il mio ideale di mobilità futura non era certo rappresentato dal motore diesel, a dire il vero anche tutte le storie sulla mobilità sostenibile tanto in voga al giorno d’oggi, erano ben lontane dal mio modo di pensare, treni, autobus, auto elettriche mi sembravano già sorpassati la bicicletta poteva essere tutto meno che un mezzo di trasporto. La mia idea di mobilità era perfettamente rappresentata dall’indimenticabile cartone di Hanna & BarberaThe Jetsons” (I Pronipoti) con le auto volanti spinte da onde pulsanti e ripiegabili in una valigetta dopo l’approdo alla destinazione.

 

Davvero, mai e poi mai avrei pensato di spendere 300€ di gasolio al mese per andare tutti i giorni a lavorare con un vibrante e puzzolente mostro di lamiera.

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A dire il vero l’idea di un futuro pieno di macchine volanti non è certo solo mia, la fantascienza ne è piena, basti pensare agli Spinner nel Blade Runner di Ridley Scott o a Quinto Elemento di Luc Besson con autostrade aeree su più livelli e tanto traffico.

 

Insomma, da che esiste il traffico, il desiderio dell’uomo è sempre stato quello di librarsi in volo con la propria macchina. Già nel 1917, Glenn Curtis aveva progettato  l’ Autoplane di Curtis mentre nel 1933  l’U.S. Air Commerce Bureau lanciò un bando rivolto a tutti i progettisti di aeromobili da cui scaturì il prototipo dell’Aerobile di Waterman. Più avanti, nel 1947, fu progettata la sfortunata Convaircar, con abitacolo in fibra di vetro in grado di ospitare 4 persone e dotato di ali rimovibili nella parte

Moller Skycar

Moller Skycar

superiore che precipitò durante il primo test. Nel 1949, invece,  fu  costruita l’Aerocar di Molt Taylor che fu anche certificata ma che non fu mai immessa sul mercato.

 

Fra  progetti più famosi, tuttavia, ricordiamo:

 

– La  Skycar progettata da Paul Moller già nel 1962 e costruita nel 1989. Considerata un flop, la Skycar, una sorta di personal VTOL (vertical take-off and landing) che  ha, in effetti, effettuato un solo volo dimostrativo nel 2003 ed il cui lancio è stato sempre rimandato, da 50 anni. A novembre 2013, Moller, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per finanziare il progetto.

 

– La  Transition, prodotta dall’azienda Terrafugia  creata da giovani laureati al Dipartimento di Aeronautica e Astronautica del Massachusetts Institute of Technology.  La Transition è un piccolo aereo, alimentato con normale benzina

Terrafuga Transition

Terrafugia Transition

verde,  che può viaggiare su gomma, anche a velocità autostradali, direttamente dal garage di casa fino all’aeroporto dove, spiegate le ali, potrà decollare ed atterrare come un normale aeroplano in grado di volare alla velocità massima di 185km/h. Il velivolo è classificato come aereo leggero sportivo e richiede un brevetto di  volo per essere pilotato. La Transition verrà lanciata sul mercato il prossimo anno al prezzo, non proprio economico, di 279 mila euro. Se la Transition, in realtà, è solo un aeromobile con le ali ripiegabili, Terrafugia, sta progettando anche una vera auto volante, la TF-X, un veicolo VTOL in grado di decollare senza bisogno di alcuna pista e che non necessiterà, grazie anche all’automazione di gran parte delle operazioni, di alcun brevetto di volo.

 

Pal-V

Pal-V

– La Pal-V, progettata in Olanda, è acronimo di  Personal Air and Land Vehicle, un veicolo a tre ruote con pale retrattili sul retro, che dovrebbe vedere la luce nel 2014 e  in grado di volare come un elicottero per circa 500 km a 1200 metri d’altitudine. La Pal-V,come la Transition richiede un brevetto di volo e come la Transition non può decollare ed atterrare senza una pista

 

E mentre si progettano improbabili veicoli volanti io resto alle prese con il mio catorcio a gasolio che, se pure con i suoi 270 mila chilometri sul groppone, mi ha recentemente e amorevolmente portato da Bari a Vienna con molte vibrazioni, certo,  ma senza nemmeno un lamento e  penso che, esclusi i mezzi pubblici per ovvi motivi di affidabilità, l’unica alternativa praticabile, per andare a lavoro risparmiando sia una piccola utilitaria con carburanti alternativi. Eccomi, quindi, una volta escluse le auto elettriche e mentre sogno la navicella tutta vetro dei Jetsons a cercare un’Opel Corsa a gpl su “Automobile.it quel che fa per voi” e, mentre scorro gli annunci, vi lascio col bellissimo filmato  promozionale della Transition.

 

Assemblaggio PolyusMentre gli U.S.A. del Presidente Reagan annunciavano l’avvio del progetto “Star Wars” ovvero dello Strategic Defense Initiative (SDI) che si proponeva di usare sistemi d’arma dislocati sulla Terra e nello spazio per difendere gli Stati Uniti da eventuali attacchi con missili balistici armati di testate nucleari, l’URSS si preparava a lanciare il primo prototipo del veicolo Polyus, quella che si presume fosse una piattaforma di armi orbitale in grado anche di difendersi da attacchi ASAT (Anti-satellite weapons).

 

Siamo in piena Guerra Fredda, il timore (motivato) degli URSS era che il progetto “Star Wars”  da un lato  nascondesse la minaccia di attacchi dall’orbita e dall’altro interrompesse il cosidetto concetto di distruzione mutua assicurata che prevedeva che qualunque attacco nucleare di una delle due superpotenze sarebbe stato totalmente distruttivo per entrambe le parti in causa, impedendo di fatto a entrambe le fazioni di schiacciare il pulsante rosso per prima.

 

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