Un modo diverso per fare gli auguri… beh nemmeno tanto. Ma visto che il 2012 è stato l’anno delle groupies e dei tributi a questo blog non mi resta che ringraziare Sandra, la simpaticissima ventiduenne, che si è piacevolmente messa in gioco per augurare a tutti voi Buone Feste.

AUGURI DI BUONE FESTE

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Si avvicina il Natale, tempo di regali, negozi pieni, centri commerciali straripanti di persone alla ricerca dell’offerta speciale in grado di permettere di far comunque fronte, in questi tempi di crisi, al rito consumistico dello scambio dei regali.

Beh per quanto mi riguarda mi sono risparmiato gran parte dello stress (e buona parte dei soldi) acquistando i regali direttamente on-line; c’è poco da fare, il futuro è quello e mi rendo conto che ormai gran parte dei miei acquisti “voluttuari” li faccio direttamente on line, in molti casi risparmiando.

Ma non è solo una questione di comodità è anche un problema di più facile reperibilità. Un paio di esempi.

Mia moglie deve comprare un vestito per il matrimonio della sorella. Entra in negozio lo prova, le piace ma la misura è troppo piccola o troppo grande, chiede di ordinare la taglia intermedia e… signora richiami lunedì; intanto un giro di chiamate ai negozi della zona che distribuiscono quella marca, forse il vestito arriva la prossima settimana, forse no. Conclusione: vestito ordinato on-line direttamente dal produttore arrivato a casa lunedì.

Mia madre ha bisogno di una nuova impastatrice, l’accompagno al classico Media World, sceglie l’impastatrice il prezzo è 200 euro. OK la prendiamo ma… il commesso la porta e si scopre che il cartellino era errato l’impastatrice costa in realtà 250 euro, decisamente troppo. Torno a casa, faccio un giro su Amazon, comprato stesso oggetto(inutile) a 154 euro e consegnato in 36 ore!

Stessa storia per i regali di Natale. Comprati i giocattoli per mio figlio da Amazon con un risparmio del 30% e i regali per mezza famiglia da Mondo Gift un sito internet che vende orologi e bigiotteria delle migliori marche (anche se probabilmente trattasi di oggetti da outlet) a un quinto del prezzo di listino e anche meno e ho anche approfittato delle spese di spedizione già pagate per prendermi un orologio Avatar coi led multicolore a sette euro.

Tutto ciò per non parlare della possibilità di far recapitare i regali direttamente a casa degli amici che probabilmente non riuscirò ad incontrare prima di Natale oltre alle possibilità di utilizzare le wishlist, liste dei desideri che chiunque può costruirsi sulla maggior parte degli store on line in maniera tale da permettere ad amici, parenti e conoscenti di fare un regalo mirato che poi non deve essere riciclato. ;-)

Insomma il mondo del commercio sta cambiando e ovviamente già si sentono le lamentele dei commercianti tradizionali che vedono usurpata la propria facoltà di applicare ricarichi del 2500% su paccottiglia cinese importata per container (2500% non è una percentuale a caso) da parte di eBay o dei vari siti di e-commerce orientali che rivendono gli stessi prodotti al prezzo reale e spesso senza nemmeno le spese di spedizione. Signori fatevene una ragione, il problema non è la crisi, siete voi e più tempo passerete ad invocare misure protezionistiche contro i ragazzini che vendono la vostra stessa merda su eBay prima fallirete e finalmente il mercato potrà trovare un nuovo equilibrio.

P.S. Intanto l’immagine di questo post reca il link alla mia wishlist su Amazon.it, giusto per mia moglie che pare non sappia cosa regalarmi per Natale. :-)

La corsa allo spazio iniziò dopo il lancio dello Sputnik 1 sovietico, il 4 ottobre 1957. Da allora, fino a metà degli anni ’70, è stato tutto un rincorrersi fra USA e URSS alla ricerca di una supremazia fuori dai confini del pianeta che andò di pari passo solo alla corsa agli armamenti che impensieriva chi dal pianeta non aveva modo di scappare.

Il lancio dello Sputnik provocò timori e dibattiti  negli Stati Uniti che portarono Eisenhower ad approvare la costituzione della NASA, che fu il preludio di quella insuperabile impresa che portò nel 1969 il primo uomo a lasciare la propria impronta sulla Luna. Intanto la supremazia nel campo dell’esplorazione spaziale veniva vissuta, nell’Unione Sovietica, come un importante segno della capacità scientifiche e tecnologiche della nazione.
Per un paese che usciva dalla devastazione di una guerra, fu molto importante credere nei progresso scientifico e nell’avvendo di una nuova era: a ciò contribuì anche un’incredibile collezione di poster di propaganda, dai colori vivaci, ideati per essere di ispirazione, per il popolo sovietico, durante la corsa allo spazio e che oggi sono parte della storia della conquista spaziale

Alcuni poster originali, realizati fra il 1958 e il 1963, sono stati recentemente messi all’asta da Mercer & Middlesex Auctions per un valore variabile fra i 400 e i 1500 dollari.

Nella galleria di seguito alcuni di questi magnifici poster.

 

Questa mattina avevo intenzione di scrivere un post su Isabella Ferrari, un po’ come risposta alle polemiche sulla sua partecipazione al film di Paolo Franchi “E la chiamano Estate” dove, come noto, la nostra bella Isabella appare molto poco vestita e un po’ per parlare di una delle più brave e sensuali attrici cinematografiche, teatrali e televisive italiane.

 

Proprio mentre stavo raccogliendo le idee vedo che il mio amico Alessandro Girola, proprio stamattina, aveva fatto la stessa cosa comunque ormai il post e la galleria erano quasi pronte, quindi, tanto vale finire il lavoro.

 

Nata nel 1964 a Ponte dell’Olio, un piccolissimo comune in provincia di Piacenza, Isabella Fogliazza aka Isabella Ferrari vince a soli 15 anni, nel 1979, il concorso “Miss teenager” per essere contattata l’anno successivo da Gianni Boncompagni, con cui avrà una delle storie più discusse degli anni ’80, per partecipare alla trasmissione “Sotto le stelle“. La carriera di attrice di Isabella Ferrari inizia poi nel 1981 quando a 17 anni entra nel cast di “Sapore di mare“, di Carlo Vanzina nel ruolo di Selvaggia, indimenticabile protagonista delle avventure del gruppo di figli della media borghesia in vacanza a Forte dei Marmi.

 

Ancora giovanissima la ritroviamo in decine di fotoromanzi e  ancora al cinema con “Sapore di mare 2, un anno dopo“, “Fracchia contro Dracula“, “Arrivederci amore, ciao“, “Saturno contro” e “Caos calmo“.

 

Isabella torna alla ribalta nel 2000 interpretando Giovanna Scalise nelle prime due stagioni televisive di “Distretto di Polizia“, quando ancora la serie TV era “guardabile”. L’anno scorso all’età di 47 anni viene fortemente voluta per interpretare lo spot della nota marca di biancheria intima Yamamay al posto delle solite 20enni.

 

Divertenti e in un certo senso sensate le sue recenti dichiarazioni su alcuni politici dove definisce  Renato Brunetta «Impossibile, improponibile»,  Gianni Letta  «un muro di ghiaccio, non sai cosa c’è dietro», Giulio Tremonti: «Ormai per me Tremonti non esiste più, è Guzzanti che lo imita. Guzzanti è per sempre più Tremonti di Tremonti» e Nichi Vendola «Di lui mi piace tutto ma penso che abbia poche chance perché quei tre del Partito democratico non lo fanno passare. E fanno male».

 

Nonostante la sua carriera sia fondata sulle polemiche, in cui sembra che Isabella si trovi a suo agio, vedi le ultime vicende con “E la chiamano Estate“, e su produzioni non sempre all’altezza, come attrice la trovo una spanna sopra lo scialbo panorama italiano e per come la vedo io avrebbe meritato più fortuna all’estero. E’ ovviamente indiscutibile la sua bellezza e il suo fascino che la rendono una delle donne più sensuali che abbiano mai calcato le scene in Italia dagli anni ’80 in poi.

 

Ed ecco a voi una piccola galleria fotografica della bellissima Isabella Ferrari.

 

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L’Ultima Thule chiude la carriera musicale di un Francesco Guccini che a 73 anni conclude il suo percorso con la musica con un nuovo album e una conferenza stampa in un circolo Combattenti e Reduci[1] con le luci da balera accese; un incontro con i giornalisti che gli chiedono cosa farà d’ora in poi e a cui risponde esattamente come  mi sarei aspettato:

«Cosa faccio adesso? Leggo. Mi alzo la mattina verso le dieci, dieci e mezza, e leggo. Poi pranzo e guardo i telegiornali e leggo. Ceno e poi leggo»

Cosa volete che faccia uno come Guccini a più di settant’anni.

Non voglio in alcun modo recensire L’Ultima Thule che si riallaccia chiaramente a Stagioni del 2000 e Ritratti del 2004,  secondo un copione che sembra quasi già scritto. L’Ultima Thule è una sorta di testamento musicale con alcuni pezzi anche notevoli ma dove si avverte un Guccini decisamente stanco di cantare, stanco di stare al centro dell’attenzione, stanco di fare il pagliaccio a 70 anni suonato, stanco.

Il primo album di Guccini uscì, praticamente senza alcuna accoglienza di pubblico, nel 1967, 45 anni fa. Guccini, le sue canzoni mi accompagnano dall’adolescenza, più di 25 anni, ahimé. Alcuni pezzi SONO la colonna sonora della mia vita. Guccini con le sue canzoni è stato un faro nella notte, quella notte cantata in Canzoni di Notte; da lui ho imparato molto, i suoi testi mi hanno sempre aiutato indicandomi un punto di vista differente, alternativo (in senso opposto a quello che ci si aspetterebbe) su molti argomenti, su molti aspetti della vita, dell’universo, della società. Ma da Guccini ho  imparato anche, semplicemente, un certo modo di scrivere e di parlare; vi racconto un aneddoto. Dovevo frequentare il terzo o il quarto superiore avevo preso un paio di quattro ai compiti in classe di italiano. Non credo che fossi realmente scarso ma semplicemente scrivere a comando di argomenti di cui non mi interessa non mi ha mai appassionato. Il giorno prima dell’ultimo compito in classe passai tutto il pomeriggio, fino a sera, steso sul mio letto ad ascoltare Francesco Guccini e Fabrizio De Andrè. Il giorno dopo non scrissi un tema, non mi ricordo nemmeno l’argomento, non mi importava, ricordo solo che rielaborai le tre righe della traccia usandole come canovaccio per fare un collage di pezzi delle canzoni che avevo ascoltato per tutto il giorno precedente. A quel compito presi immeritatamente nove, ma anche quello fu un insegnamento: la forma conta più della sostanza specialmente se hai di fronte un imbecille.

La notizia della fine del Guccini cantante giunge praticamente insieme alla morte di mio nonno e ciò un po’ mi fa riflettere se non altro sul fatto che, forse, sto diventando adulto, ma Guccini fa bene a ritirarsi dalle scene musicali l’alternativa sarebbe che morisse per non deludere i fans e francamente non mi sembra il caso (Francesco lo so che ti stai grattando le palle adesso) adesso penso si rimetterà a scrivere romanzi, probabilmente gialli ambientati nella provincia emiliana, che io non leggerò sicuramente… perché Guccini è un’altra cosa, o almeno lo è per me.

[1] Ma quanti “Combattenti e Reduci”, si intente della II Guerra Mondiale, sono ancora vivi?