Eccomi qui a parlare dell’ultima fiamma, è il caso di dirlo, del Dottore, come quale Dottore? Ho capito cercavi le tettone e devi esserti perso.

 

Dicevo eccomi a parlare dell’ultima compagna di viaggio di Doctor Who a partire dalla quinta stagione:  Amelia Jessica “Amy” Pond. Il Dottore incontra Amelia da bambina, subito dopo l’undicesima rigenerazione, le promette di ritornare in cinque minuti, ma il Tardis, a volte, si sa… così il Dottore ritorna sì, ma dopo dodici anni, giusto in tempo per farsi aiutare dalla ventunenne Amy a salvare la Terra dagli ataraxi e andare via solo per tornare di nuovo dopo due anni ed invitarla a viaggiare con lui.

 

Beh, dopo la parentesi di Donna Noble, Amy è esteticamente uno spettacolo per la vista anche se, forse, Karen Gillan, la bellissima rossa scozzese venticinquenne che interpreta la compagna del Dottore, non è sempre all’altezza del ruolo. Comunque se vi piacciono le rosse e volete la conferma che, sotto il regno di Elisabetta II, le donne si truccano male e si vestono peggio, non perdetevi questa galleria.

 

Così recita un antico adagio, probabilmente di origine siciliana; una cosa simile amava dire Giulio Andreotti quando affermava che -il potere logora chi non ce l’ha-. La vicenda nota del Comandante De Falco e del Capitano Schettino, le registrazioni sputtanate dai media delle comunicazioni fra la nave e la Capitaneria di Porto nei drammatici momenti successivi al naufragio della Costa Concordia, sono, come tanti altri aspetti di questa storia, una metafora della nostra società.

Il Comandante De Falco è diventato, dopo quella sera, una sorta di eroe nazionale, di lui ci è piaciuto il tono perentorio con cui impartiva gli ordini al “vile” Capitano Schettino, tutta Italia si è sentita partecipe di quel momento di rivalsa, una sorta di nemesi della drammatica situazione politico-sociale in cui versa il nostro paese.

Cosa è successo veramente? Il Comandante De Falco è un ufficiale di marina, è addestrato, condizionato se vogliamo, ad agire con una logica diversa da quella che avrei io o un comune cittadino, De Falco, ad un certo punto si è reso conto della situazione e ha assunto il comando per fare quello per cui è addestrato: portare a casa un risultato, in questo caso per  salvare delle vite. In questa storia, però, l’ambientazione non è una nave da guerra o una caserma, De Falco si è trovato di fronte quello che era poco più che un civile che, incredibilmente, dal suo punto di vista, non ha nemmeno lontanamente pensato di obbedire agli ordini, ma che da perfetto pusillanime, preso fra il rischio di lasciarci la buccia e quello di finire nei casini, ha cominciato ad accampare scuse e ad inventarsi scenari sempre più improbabili.

Comandare è meglio che fottere, è purtroppo vero nel nostro Paese, dove il ruolo di comando, non è una condanna, non significa mettere le proprie capacità al servizio degli altri, in un Paese dove nessuno ha mai il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, anzi dove il sistema è strutturato proprio per fare in modo che le responsabilità siano talmente diluite, talmente condivise che quando ci sono degli illeciti è impossibile individuare un vero colpevole e al limite si parla di associazione a delinquere. No, comandare non è affatto bello, non vuol dire solo prestigio e una cospicua busta paga, da un grande potere derivano grandi responsabilità, diceva il nonno di Peter Parker :-), non tutti hanno al forza di sostenere il fardello di assumere decisioni che riguardano la vita (e in alcuni casi la morte) di altri individui, quasi nessuno è realmente preparato per farlo, per lo meno è così nel MIO mondo.

Ci lascia ieri, Carlo Fruttero che insieme a Franco Lucentini ha costituito uno dei più splendenti binomi della letteratura italiana, la premiata ditta Fruttero & Lucentini per oltre 50 anni ha firmato saggi giornalistici, traduzioni, antologie e romanzi, soprattutto gialli, opere indimenticabili come la Donna della Domenica o A che Punto è la Notte. Io ricorderò sempre F&L come curatori del più importante periodico di Fantascienza italiano, Urania di Mondadori che è stato da loro diretto dal 1961 al 1986 portando e adattando per l’Italia delle opere incredibili di autori fino ad allora, qui da noi, sconosciuti, come Ballard, Disch, Lovecraft, Matheson, Sheckley, Brown e Frederik Pohl, trasformando Urania, con l’aiuto di Karel Thole,  in una rivista più sofisticata che rimaneva, tuttavia, vicina al lettore e innalzando la fantascienza ad un livello meno fanciullesco, trasformandola in un prodotto più adulto anche se di nicchia.

Carlo Fruttero aveva 85 anni ed è morto nella sua casa di Roccamare, a Castiglione della Pescaia (dopo la scomparsa di Lucentini nel 2002 suicidatosi gettandosi nella tromba delle scale sfiancato dalla lunga malattia) Fruttero era la penna, lo stile del duo e oggi salutiamo per sempre la & più luminosa della letteratura italiana.

Al di là delle indagini sulla causa del disastro e delle speculazioni di questi giorni, perché si sa, gli italiani quando non allenano la nazionale sono tutti comandanti di transatlantici, queste immagini di un bestione di quasi 300 metri per 114 tonnellate così adagiato su un fianco, sono davvero incredibili. Chissà quanti viaggi di nozze saranno stati disdettati in queste ore :-)

Quale miglior tributo per questo blog? :-)

Certo qualcuno dirà che è un po’ volgare, però, dai,  questa ammiratrice ha un notevole davanzale, davvero un grosso spazio pubblicitario! (Sotto le foto in aaaaaaalta definizione)