Lupin III (ルパン三世 Rupan Sansei) nasce nel 1967 da un’idea del mangaka giapponese Monkey Punch, che si ispira, per il suo personaggio, ai romanzi del ladro gentiluomo Arsène Lupin di Maurice Leblanc.

Dal 24 ottobre 1971, dopo il pilot trasmesso nel 1969, va in onda la prima serie di Lupin III (la versione con la giacca verde) in 23 episodi e per la regia di Masaaki Osumi, Hayao Miyazaki e Isao Takahata. La serie ha spopolato in tutto il mondo, anche in Italia dove è stata trasmessa la prima volta sulle TV locali nel 1979 (prima delle versioni variamente censurate trasmesse da Fininvest/Mediaset a partire dagli anni ’80). L’ultima serie animata di Lupin III risale al 1984.

Per festeggiare il quarantennale dalla messa in onda del primo anime, dal 4 aprile. torna in TV, dopo 27 anni,  Lupin in giacca verde con la nuova serie televisiva, “Lupin the Third – Mine Fujiko to iu onna-” (Lupin the Third – La donna chiamata Fujiko Mine) in 13 episodi per la regia di Yamamoto Sayo e con protagonista principale la meravigliosa, conturbante e sogno erotico di tutti gli adolescenti degli anni ’80, Fujiko Mine. Il sito della trasmissione TV: http://lupin40.com/

 

Lentiggini, efelidi  in generale sono macchie cutanee brune; sono più visibili d’estate per via della maggiore esposizione della pelle al Sole. Da bambino io avevo le lentiggini e, ovviamente, ero preso in giro per questo motivo in realtà ero io che avrei dovuto prendere in giro loro, ma tant’è.

Molti cercano un rimedio alle lentiggini, ma queste non sono un problema, nemmeno estetico, anzi rendono una persona unica, speciale, più bella. Quando vedo una ragazza con le lentiggini non posso fare a meno di pensare alla splendida canzone dell’ultimo album degli Ustmamò: “Secondo Incantesimo“, anche ora ovviamente.

Vi lascio quindi prima con il pezzo degli Ust che potrete ascoltare in sottofondo mentre guardate la galleria piena di bellissime ragazze con tante sexy lentiggini.


OK, posso dire di avere dei lettori con ottime qualità. Per la terza volta sono orgoglioso di ospitare un “singolare” tributo a questo blog.  Nella posta di questa mattina ho trovato la mail di Mika ragazza simpaticissima e, a quel che si vede, molto bella. Mika è una studentessa di 23 anni  che si definisce un po’ geek e che afferma di leggere le mie cazzate e mi dice che, dopo aver visto i due post simili a questo, le piacerebbe che  le sue foto fossero  pubblicate qui sopra. Mah, rimango ancora una volta senza parole. Grazie Mika.

P.S. Bah magari c’è qualcuno che si diverte a farmi questi scherzi, però anche questa volta non mi sembra un fotomontaggio :-)

Non è facile rispondere a una domanda come questa, una cosa è certa, se si va a fare un giro in libreria fra vampiri, elfi, draghi e foreste incantate il dubbio viene. Se si guarda il panorama televisivo e cinematografico, poi, ci sono solo supereroi e storie dove la fantascienza è poco più di un labile pretesto, lo stesso Sci-Fi Channel ha cambiato il nome nel ridicolo ed effemminato SyFy quasi a simboleggiare un approccio più morbido al genere.

In realtà la fantascienza non è morta, anzi, in un certo senso, gode di ottima salute, basta cercare sul web, fra e-book e corti autoprodotti si possono trovare concept di qualità persino superiore a qualche produzione professionale. Anche sui media tradizionali, comunque, la fantascienza si ritaglia grossi spazi sia nelle produzioni mainstream che nelle commistioni con altri generi dall’avventura al fantasy (Fringe, Eureka, Terranova, Alphas…)

Quello che davvero manca, dunque, è il pubblico.  Un pubblico abituato a immaginare scenari magnifici di viaggi spaziali su gigantesche astronavi, quel pubblico che seguiva col fiato sospeso i lanci delle missioni Apollo o primi voli dello Shuttle e che amava perdersi nelle avventure di Kirk & co negli anni ’60 e ’70.

La fantascienza, meglio l’hard science fiction, è morta nell’immaginario collettivo, nella mente degli uomini sempre più abituati a fare i conti la realtà, con le bollette da pagare, con la crisi, perché c’è sempre una crisi, nella realtà di quell’umanità che non ha tempo più per sognare e per viaggiare con una fantasia ormai atrofizzata.

Se questa mattina leggere che SyFy ha cancellato  Battlestar Galactica: Blood & Chrome,  senza nemmeno aver trasmesso il pilot, mi ha lasciato perplesso, a farmi riflettere realmente sulla morte della fantascienza è stato quello che ho visto, o meglio che non ho visto, in un centro commerciale oggi pomeriggio. Pierpaolo, mio figlio, ha quasi cinque anni, e fra i suoi giocattoli ci sono tante macchinine, qualche aeroplano ma nemmeno un’astronave. Decido di comprargliene una, ma incredibilmente, su circa 80 metri di corsie riservate ai giocattoli, in un mega centro commerciale Auchan, le uniche astronavi erano quelle della serie Lego Starwars. OK, mi dico, torno a casa e guardo su eBay; tutto ciò solo per scoprire che, anche su internet, non ci sono astronavi giocattolo, ad eccezione di pezzi vintage degli anni ’70-’80 o modellini da collezione di Star Wars e Star Trek.

Maledizione, non fanno più le astronavi giocattolo. 

Torniamo dunque alla domanda originale: la fantascienza è morta? La risposta è: no, ma l’umanità è di molto peggiorata negli ultimi 30 anni.(*)

(*) Non che non lo sapessi già, eh…

 

Dopo Jules Verne e Johannnes Kepler tocca ad un italiano andare a dare una mano agli ospiti della ISS. La scorsa notte, così, dalla solita base spaziale europea di Kourou, nella Guyana Francese, è stato lanciato l’Ariane 5 modificato per trasportare in orbita i moduli  automatizzati ATV (Automated Transfer Vehicle), con a bordo l’ATV-003 “Edoardo Amaldi”

Gli ATV sono delle navi cargo automatizzate dalle dimensioni quasi di due autobus e dal peso di circa 20 tonnellate progettati per sostituire la navetta Progress nelle missioni di rifornimento della Stazione Spaziale ISS. Un ATV è in grado di portare in orbita fino a 9 tonnellate di merce suddivisA in  5500 kg  fra beni alimentari, carichi scientifici e in genere oggetti solidi, fino a 840 kg di acqua potabile, fino a 100 kg di gas (idrogeno, azoto, ossigeno…) e fino a  4700 kg di propellente per i motori di manovra della ISS. L’ATV è un mezzo non riutilizzabile e dopo aver completato il rifornimento della ISS viene sganciato dalla stazione verso un’orbita di rientro bruciando nell’atmosfera insieme ai rifiuti (fino a 6,5 tonnellate) eventualmente caricati a bordo.

Edoardo Amaldi, il cui nome è associato a questo cargo, fu un fisico italiano nato nel 1908, Amaldi  fece parte, insieme a Enrico Fermi,  del gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, gli scienziati che fecero i primi esperimenti sulla fissione dell’atomo culminati nel Nobel per la Fisica attribuito a Fermi nel 1938. Amaldi contribuì inoltre a creare l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e il CERN di Ginevra di cui fu anche presidente.

La missione dell’ATV-003 “Edoardo Amaldi” durerà cinque mesi; per il 2013 è previsto il lancio dell’ATV-004 “Albert Einstein” mentre per il 2014 quello dell ATV-005 “Georges Lemaître”.

Anche a seguito della fine dei viaggi dello Space Shuttle l’ESA sta progettando una versione dell’ATV con equipaggio in grado di lanciare  3 astronauti in orbita bassa terrestre con un razzo Ariane 5. Per completare il progetto si prevede una spesa di circa 2 miliardi di euro.