Qualche considerazione sugli ultimi avvenimenti politici. Buone notizie: ci siamo quasi liberati di cavalier pompetta. Fine delle buone notizie. Eh sì, se è pur vero che il governo Berlusconi sembra ormai avere i giorni contati, il merito non è dell’opposizione né tanto meno dell’inesistente indignazione degli italiani; tutto ciò non ha mai impensierito più di tanto il più grande statista degli ultimi cinque secoli. A pensare a far cadere il governo è stato il consesso internazionale, le risatine compiaciute dei leader d’occidente, che, nel nome dello Spread, hanno decretato, di fatto, il licenziamento del leader maximo, che hanno incrinato il cerone che nascondeva le vergogne di un sistema fragile come un castello di sabbia fatto di intrecci,  favori e interessi convergenti. Adesso più o meno tutti stanno festeggiando la fine di un’era attendendo per motivi diversi un governo non politico, da destra perché le elezioni in questo momento sarebbero una disfatta e da sinistra perché la scontata vittoria li porterebbe a governare il paese che, per di più, ha bisogno di misure impopolari. Ed è proprio questo il problema: le misure che ci si appresta a varare sono pensate dalla finanza UE per il bene dell’Europa e per salvarsi dal baratro, per arginare le speculazioni, l’Europa è pronta a sacrificare l’Italia. Nei prossimi mesi ci saranno, in italia, interventi sul welfare, sul lavoro, sulla sanità, sulla pubblica amministrazione, sugli enti locali, sulla scuola, tutto per alleggerire la pressione sulle borse europee. Credo che questo sia stato davvero il momento peggiore per far fuori Berlusconi e sono quasi certo che l’invasione di un paese straniero o quello che ci piace tanto chiamare default non sarebbero stati poi peggiori di ciò che ci aspetta.

Un gruppo di animalisti fa irruzione in un laboratorio di ricerca per “salvare” alcune scimmie utilizzate per degli esperimenti. Agli animali è stato inoculato infatti, un agente patogeno, una  variante del virus della rabbia, per poi essere sottoposti alla visioni forzata di immagini di violenza.  Appena libere le scimmie mordono uno degli animalisti contagiandoli. 28 giorni dopo Jim, un corriere irlandese in coma dopo un incidente stradale si risveglia in una Londra inaspettata.

Questo film britannico, del 2002, un horror fantascientifico per la regia di Danny Boyle, mi era sfuggito e mi è capitato di vederlo quasi per caso. Mi aspettavo un B-Movie invece, nonostante la tematica un po’ abusata del virus “letale” e i richiami agli zombi sempre troppo sfruttati, la trama si svolge in maniera dinamica e coerente senza mai scadere, come sarebbe facile e prevedibile nel banale e riuscendo ad allontanare il senso di “già visto” che sarebbe lecito aspettarsi da una pellicola come questa; nonostante i pochi mezzi con cui è realizzato nel film, poi, c’è una grande cura della fotografia e ogni scena sembra studiata nei minimi dettagli.

“28 giorni dopo” non spicca, tuttavia, per la capacità recitativa degli attori protagonisti (Cillian Murphy e Naomie Harris) e, in particolare, quello che sarebbe stato il futuro nono Dottor Who (secondo me fra i migliori), Christopher Eccleston, qui nei panni del maggiore di una milizia scampata al virus, non ci fa una gran bella figura.

In definitiva un bel film da vedere.

Da ieri sulla Terra siamo in sette miliardi! Ora le Filippine e l’India si stanno contendendo la paternità del settemiliardesimo nato, resta il fatto che siamo sei miliardi di individui di troppo.

Quando sento l’allarme per la crescita demografica zero in italia mi viene sempre da sorridere, che sia una dei pochi segnali d’intelligenza dell’italico popolo? Il fatto è che l’essere umano, in maniera, in un certo senso, artificiale, si trova all’apice della catena alimentare e questo è un problema: l’uomo non ha predatori e si può riprodurre in maniera indiscriminata. Questo vantaggio, purtroppo, doveva essere riservato ad una specie animale “intelligente” quale non si è dimostrata quella umana.

Il pianeta Terra, semplicemente, non ha le risorse sufficienti a sostenere nemmeno un quinto della popolazione mondiale con un tenore di vita simile a quello occidentale, certo possiamo pensare di modificare radicalmente tutti i modelli di produzione e consumo cercando di utilizzare la tecnologia per compensare il divario con l’attuale sistema produttivo; resta il fatto che siamo troppi e che, con tutti gli accorgimenti che possiamo escogitare, se dovessimo distribuire equamente le risorse non solo  saremmo tutti ben sotto la soglia di povertà (secondo le attuali definizioni) ma in pochi decenni consumeremmo le risorse energetiche e ambientali del pianeta (per conferma basta darsi una scorsa al Living Planet Report del WWF). Allarmismo il mio? No, mica sto dicendo che il mondo finirà domani, sto solo dando una giustificazione per il divario fra i paesi occidentali e quelli del terzo e del quarto mondo. E’ ovvio prima o poi le genti affamate si incazzeranno(come successo in Africa quest’anno) e prima o poi le cose dovranno seguire una rotta diversa (e l’attuale crisi economica è un sintomo di quello che avverrà) resta il fatto che l'”intelligenza”, quella caratteristica che ha portato l’uomo all’apice della catena alimentare non è stata sufficiente per imporgli una certa cautela demografica e questo finiremo per pagarlo democraticamente tutti in un modo o nell’altro.

In questi giorni si parla tanto di redditometro, uno strumento statistico/matematico, messo a punto dall’Agenzia delle Entrate, che scandagliano le voci di spesa degli italiani(già disponibili nei database della Pubblica Amministrazione) e confrontandole con le dichiarazioni dei redditi è in grado di indicare la probabilità di evasione fiscale e indirizzare in questo modo i controlli.
Ovviamente, in italia, uno strumento del genere non poteva che generare polemiche; ma come, noi poveri indignados, mentre la casta guadagna decine di migliaia di euro al mese non possiamo permetterci di avere nemmeno un misero cagnolino che il fisco deve venirci a fare le pulci? Signori, mi dispiace ma devo darvi una notizia, avere un cane in casa, un’automobile, uno scooter, potersi permettere una vacanza NON è essere poveri e mi pare che sia ora che qualcuno definisca cosa si intende per povertà. Povero, per come la vedo io, non è quello che non arriva a fine mese ma quello che non ci arriva dopo aver tagliato dalle spese tutto, ma tutto il superfluo; un povero è colui che non può leggere queste cazzate perché non ha un PC e una connessione a internet, non ha un cellulare e nemmeno il telefono in casa. Non si può continuare a porre l’asticella della povertà dieci centimetri oltre quello che ci possiamo permettere.
Detto questo il redditometro non è moralista, non si pone il problema di quanto sia tenera quella stupida palla di pelo; il redditometro segnala soltanto che il tuo reddito non è compatibile con il possesso di una bestia, poi toccherà a te spiegare alla Guardia di Finanza che questo mese non hai dato da mangiare ai tuoi figli perché hai dovuto spendere 200 euro di veterinario anche se ho il sospetto che non ci crederanno. Ma come non eravate tutti per la lotta all’evasione fiscale?

Tornando ai poveri indignados volevo segnalare dal Corriere.it

Migliaia di persone in coda fin dalle prime ore della mattina. Un caos in tutto il quadrante Nordest di Roma, vetrine in frantumi, liti tra automobilisti, 250 agenti della municipale in campo e arrivano pure i blindati dei carabinieri. Tutto per l’apertura di un centro commerciale che offre a prezzi scontatissimi televisioni, cellulari e aggeggi di elettronica varia. Un caos in pieno giorno lavorativo…

in pratica centinaia di persone hanno dormito in un sacco a pelo per riuscire ad accaparrarsi un iPhone a 299 euro, ecco a voi la nuova povertà.

Algeri 2011 – oppositori al regime
 Tunisi 2011 – oppositori al regime
 Il Cairo 2011 – oppositori al regime
 Libia 2011 – patrioti
 Roma 2011 – black block