Come quasi tutti gli anni, la festa di San Nicola a Bari è stata caratterizzata dall’esibizione delle Frecce Tricolori.
Sarà che ho visto molte volte lo spettacolo della PAN, sarà che mi sono girato le fiere aeronautiche di mezzo mondo, sarà a causa della scarsa lungimiranza di aver chiuso gli accessi ai parcheggi di scambio per chi proveniva da Sud, ho trovato l’esibizione, a cui ho assistito da un campo incolto alla periferia della città, abbastanza noiosa e scontata, anche perché, non ho visto eseguire molte figure verticali, probabilmente a causa delle nuvole basse. Pierpaolo comunque si è divertito tantissimo.

Le Frecce Tricolori sono così famose in tutto il mondo che un MB339 con la livrea della PAN è persino esposto sul ponte dell’Intrepid, portaerei e museo galleggiante ancorata al molo 86 di New York, ed è quello che si vede nella prima foto; le altre foto sono relative all’esibizione a Bari del 8 maggio 2011 e non sono il massimo, visto la distanza del fotografo dal luogo dello spettacolo aeronautico

Dopo la marchetta sanremese di Yanez che gli è valsa il quarto posto nel festival dei fiori è tornato, dopo due anni da Pica!, Davide Van De Sfroos con il suo nuovo album che prende il nome dal fortunato pezzo festivaliero: Yanez.

A me pugliese pare sempre strano parlare di Davide Bernasconi e delle sue canzoni cantate in dialetto laghée, ma continuo a ritenere Van De Sfroos la proposta musicale italiana più interessante degli ultimi 10 anni e ciò indipendentemente dal fatto che per capire un terzo di quello che dice in un pezzo devo ascoltarlo almeno 5 volte. Anche Yanez non tradisce le aspettative: sempre vive le sonorità tipiche del cantautore “padano” che narra storie di provincia rievocanti una strana nostalgia per una dimensione mai vissuta in un modo talmente orecchiabile da meritargli quasi una vittoria al teatro Ariston.

Un altro bel disco per Van De Sfroos.

 

Questa sera sono in grado di annunciare agli americani e al mondo che gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione che ha ucciso Osama Bin Laden, il leader di Al Qaida, un terrorista responsabile della morte di innocenti… (Barak Obama – 2 maggio 2011)

Preso dai ritmi della vita frenetica mi accorgo ora di non aver parlato, ancora, dello spumeggiante inizio della campagna per le presidenziali americane, sì insomma, dell’eliminazione del ricercato numero uno dell’FBI. Dopo  nemmeno dieci anni, finalmente, sono riusciti a stanare Osama Bin Laden. Il pericoloso terrorista che viveva in clandestinità fra una villa con piscina e una suite imperiale,è stato ucciso nella notte fra l’1 e il 2 maggio da un commando americano che ha preso d’assalto la villa ad Abbotabad in Pakistan, dove il capo di Al Quaida si rifugiava, uccidendo tutti i presenti.

C’è materiale per imbastire infinite teorie complottiste e  fare trattati di dietrologia spicciola, per quella che è una delle azioni meno credibili dell’intelligence americana. Resta il fatto che, comunque sia andata,  è stato eliminato un simbolo di unità per l’estremismo islamico e, alla fine dei conti, ci sono riusciti senza nemmeno renderlo un martire, in effetti l’hanno fatto passare come un povero latitante finito ammazzato.

Ad ogni modo, la morte dello sceicco del terrore ha oscurato, sui media, l’insulso matrimonio del secolo e la faccenda del beato papa, e questo potrebbe persino essere considerato il primo miracolo di Bin Laden, tale da renderlo un giorno beato o santo, se decidesse di convertirsi, e comunque gli ha fatto meritare tutte le vergini del suo paradiso.


Ecco cosa succede a non guardare più la TV, ti volti un attimo e come niente ti capitano addosso due eventi mediatici di “rilevanza mondiale”! In una sola settimana lo sposalizio del secolo e la beatificazione del Papa. Cos’hanno in comune i due eventi? Oltre al fatto che milioni di persone li hanno seguiti come inebetiti, intendo… sia il principe azzurro che il Papa polacco fanno parte della storia recente. Io mi ricordo benissimo della nascita di William, com’è possibile che già si sposi? Io mi ricordo perfettamente di quando è salito sulla soglia pontificia Wojtyła, com’è possibile che sia già stato consacrato beato? Certo, l’ipotesi che io stia invecchiando non è sicuramente peregrina, ma ho come la sensazione che ci sia qualcosa di forzato in entrambe le celebrazioni; personalmente non ho seguito nessuna delle due, non sono particolarmente interessato né ai fatti della obsoleta aristocrazia inglese, né tanto meno alle vicende della teocrazia pontificia, però, sarà anche dovuto alla fretta con cui si è arrivati a questi eventi, mi viene da pensare che entrambi gli “avvenimenti mondani” siano parte di una strategia per tentare di rilanciare due istituzioni che, per vari e diversi motivi, sono sempre più in decadenza.

L’unica nota, per me, spiacevole di questi due eventi è che non sia stato invitato Berlusconi a fare un brindisi agli sposi o a ricordare di quella volta che andò a donne con Karol…

Sul finire degli anni ’80, Italia 1 in tarda serata, d’estate, cominciava a trasmettere la prima stagione di Star Trek: The Next Generation. Mentre attendevo con trepidante attesa l’inizio del nuovo episodio della saga creata da Gene Roddenberry, però, veniva trasmessa una strana serie TV, una sorta di incrocio fra una sit-com e un telefilm poliziesco, intitolato secondo l’adattamento italiano “Troppo Forte”.

L’idea del telefilm era di prendere il classico piedipiatti delle produzioni americane degli anni ’70 e ’80 ed esasperarne le caratteristiche di misantropia e senso di giustizia fino alle estreme conseguenze creando così Sladge Hammer.

Sledge Hammer è un ispettore di polizia che affiancato dal suo partner, la strafighissima  poliziotta Dori Doreau compie il suo dovere di tutore dell’ordine dando la caccia ai criminali. Fin qui la descrizione di quello che sembrerebbe un classico telefilm poliziesco se non fosse che Sledge è quello che comunemente verrebbe definito uno psicopatico. L’ispettore Hammer ha un solo scopo nella vita fermare i criminali e per farlo non si cura assolutamente dei metodi utilizzati: lui serve la collettività e non il singolo individuo che è sacrificabile rispetto al fine supremo di difendere la giustizia. Sledge è innamorato del suo lavoro che viene in secondo piano soltanto rispetto alla sua amata 44 magnum che chiama per nome e tratta come un’amante (l’episodio in cui gli viene rubata la pistola è da morir dal ridere). Per fermare un criminale, Hammer non si fa scrupolo a  far saltare in aria un palazzo con un bazooka o sparare fra la folla mentre ripete il suo motto: “Fidati di me, io so quel che faccio”.

La partner Dori Doreau cerca di stemperare i toni bruschi di Sledge, ovviamente,  con scarso risultato l’ultimo episodio della prima stagione, infatti,  termina con l’esplosione di un ordigno nucleare.

CREDITS

Titolo Originale: “Sledge Hammer”
Creato da:Leonard B. Stern
Musiche: Don Davis,Danny Elfman, Ron Grant, Lance Rubin
Prodotto da:Robert Ewing,Thomas John Kane, Robert Lovenheim, Alan Spencer
Episodi: Due stagioni per 41 episodi da trenta minuti andati in onda la prima volta dal 1986 al 1988 sulla ABC

CAST

Sledge Hammer – David Rasche
Dori Doreau – Anne-Marie Martin
Captain Trunk – Harrison Page
Agente Majoy – Leslie Morris
Norman Blates – Kurt Paul (1986-1987)
Agente Daley – Patti Tippo (1987-1988)