Ogni tanto capita. Su consiglio della mogliettina, che l’aveva sentito per caso da Feltrinelli, oggi ho ascoltato per la prima volta Alessandro Mannarino. Forse arrivo buon ultimo a tessere le lodi di questo giovane cantautore (è del 1979) ma fra ritmi pop-folk, pagliacci, atmosfere di periferia, citazioni felliniane e una buona dose di surrealismo sono davvero rimasto sconcertato dal non averlo scoperto prima.
Ad oggi Alessandro Mannarino ha pubblicato due album, “il Bar della Rabbia” nel 2009 e il recentissimo “Supersantos”, entrambi piacevolissimi dal primo ascolto. Dopo essere stato finalista al premio Gaber e al premio Tenco, Mannarino ha fatto diverse apparizioni in TV negli ultimi anni, in particolare a “Parla con Me” della Dandini e Vergassola; beh ogni tanto mi pento di non guardare più la televisione (per quanto rimangono più i pro che i contro).
Monica, questa volta, mi ha fatto davvero un bel regalo per l’anniversario di matrimonio :-)
Uno dei telefilm più belli degli anni ’70-’80, nonostante in italia non abbia avuto il successo meritato e, dopo un fugace passaggio in RAI, sia stato trasmesso solo dalle piccole emittenti private, è certamente “la Squadriglia delle Pecore Nere”. La stranezza è che nello stesso periodo le “fiction di guerra” ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale hanno sempre avuto un notevole riscontro di pubblico.
La storia è tratta dal best seller del maggiore Gregory Boyington, intitolato “Baa baa black sheep”; le vicende si svolgono durante la Seconda Guerra mondiale e narrano delle avventure dello squadrone VMF 214 (tuttora la squadriglia esiste col nome VMFA214) di stanza nel Sud Pacifico per fronteggiare la minaccia giapponese.
Il maggiore Boyngton(Robert Conrad) ha creato una squadriglia di piloti da caccia scegliendo i suoi uomini fra gli “indesiderabili” dei marines; fra coloro, per esempio, che sono stati deferiti alla corte marziale per comportamento riprovevole (tipo colpire un ufficiale o contrabbandare alcolicil…). Questo squadrone da caccia soprannominato “Le Pecore Nere” è di stanza in un isolotto del Pacifico, l’isola di Vella La Cava, e con i loro Chance Vought F4U Corsair sono l’ultimo baluardo contro i formidabili Mitsubishi A6M “Zero” nipponici. A vella La Cava non sempre arrivani ricambi e rifornimenti e gli aerei non ricevono la manutenzione necessaria ma, nonostante ,i ragazzi dell VMF 214 siano in inferiorità tecnologica rispetto ai loro antagonisti giapponesi, Pappy e i suoi piloti ottengono vittorie su vittorie nei cieli del Pacifico abbattendo un numero incredibile di Zero nemici. Boyngton e le sue Pecore Nere sono costretti ad affrontare anche il pregiudizio del Comando dell’Aviazione che non vede di buon occhio questo gruppo di “indesiderabili”; in particolare il colonnello Lard(Dana Elcar), diretto superiore del maggiore Boyngton, cerca di intralciare i nostri eroi in tutti i modi. Niente può cancellare, però, gli incredibili successi militari delle “Pecore Nere”
[spoiler show=”Biografia del Maggiore Boyngton” hide=”Chiudi Biografia”]
Gregory Boyngton nasce a Coeur d’Alene nell’Idaho il 4 dicembre 1912 e si arruola nel corpo dei Marines degli Stati Uniti nel 1930.
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra Boyngton era di stanza all’AVG(America Volunteer Group) fondato da Claire Lee Chennault per combattere a Rangoon in Birmania con i Curtiss P-40. Sempre con la squadrglia di Chennault Boyngton si battè a Mandalay e a K’ouen-ming.
Nel 1942 il pilota americano vantava già sei vittorie ottenute tutte contro piloti giapponesi. Quando l’AVG venne disciolto Boyngton tornò con i marines e fu assegnato su una nave con le mansioni di ufficiale operativo. Dopo molta insistenza riuscì a entrare nello sqadrone VMF-222, impegnato nel settorie di Guadalcanal, di cui fu prima ufficiale in seconda e poi comandante.
Lasciò il VMF-222 senza aver ottenuto nessuna vittoria pur avendo effettuato numerose incrsioni con i Wildcat.
A qusto punto decise di costituire, con piloti in aspettativa, una nuova formazione da combattimento. I superiori diedero la loro approvazione e gli assegnarono il VMF-214 che diventò la squadriglia delle Pecore Nere(Boyngton voleva inizialmente denominare la formazione “I bastardi di Boyngton” ma non gli fu permesso(1)).
Boyngton e le Pecore Nere ottennero vittorie su vittorie abbatendo decine e decino di Zero giapponesi. Il 27 dicembre 1943 nella zona sopra Rabaul, Boyngton soprannominato Puppy dai suoi piloti ottenne la sua 25° vittoria omologata quasi eguagliando il primato di Eddie Rickenbacker l’asso degli assi americani. Il 3 gennaio del 1944 la fortuna voltò le spalle a Boyngton che fu abbattuto da un caccia giapponese dopo aver abbattuto a sua volta tre aerei nemici. Lanciatosi col paracadute fu mitragliato in acqua e creduto morto. Boyngton però, pur gravemente ferito, riuscì a gonfiare il suo battellino di salvataggio e fu raccolto da un sommergibile giapponese.
Fu prigioniero di guerra in Giappone fino al settembre 1945 quando venne liberato e fece ritorno negli Stati Uniti accolto come un eroe e gli fu assegnata la medaglia d’onore del congresso.
Tuttavia Puppy mal si adattava alla vita in tempo di pace e prese a bere. Questo suo comportamento disdicevole lo fece cacciare dai Marines e solo grazie alla sua forza di volontà riuscì a dare una sterzata alla propria vita diventando, nel 1955, un importante uomo d’affari.
Boyngton scrisse il best seller Baa Baa Black Sheep da cui fu tratto il telefilm interpretato da Robert Contrad.
George Boyngton ci lascia l’11 gennaio del 1988 ed è seppelito nel Arlington National Cemetery.(1) nell’episodio “Vento Divino” della serie televisiva “La Squadriglia delle Percore Nere” il tenente Boyle fa cenno ad un cappellano in visita a Vella La Cava del nome che originiariamente si voleva dare alla squadriglia dicendo che non avrebbe fatto un buon effetto nei dispacci ufficiali.[/spoiler]
Nella seconda stagione il telefilm cambia nome e da “Baa baa black sheep” diventa “Balck Sheeps Squadron”, sull’isola di Vella La Cava viene installato un ospedale militare e, probabilmente per far innalzare lo share, ai piloti di Boyngton si aggiunge un nutrito gruppo di avvenenti infermiere fra cui spicca Nancy Gilmore(Nancy Conrad figlia di Robert Conrad).
L”ospedale militare è comandato dal capitano Dottie Dixon(Katherine Cannon) che, ovviamente, non può resistere al fascino del maggiore Boyngton.
Paradossalmente l’introduzione di questo nuovo elemento nella serie ne segna inesorabilmente il declino; gli episodi, infatti, cominciano a diventare troppo melensi e sempre meno rispondenti al soggetto originale.
CURIOSITA’
– Il Mitsubishi Zero rappresentato nella serie in realtà è un Texan T6 (come accade in molte produzioni hollywoodiane)
– Gli aerei utilizzati realmente dal VMF 124 sono dei Vought F4U-1A Corsair
[spoiler show=”Dati tecnici del Corsair” hide=”Chiudi Dati Tecnici”]CARATTERISTICHE TECNICHE
Tipo: cacciabombardiere monoposto progettato per l’impiego imbarcato Lunghezza: 10,2 m Apertura Alare: 12,5m Altezza: 4,5m Superficie Alare: 29,17mq Peso: 4.174kg (6.653kg a pieno carico) Motore: Pratt & Whitney R-2800-18W da 2450hp (il Corsair è il migliore aereo a pistoni mai realizzato) Prestazioni:velocità massima 671 km/h a 6000 m; 509 km/h a livello del mare Armamento: 6 mitragliatrici Browning da 12,7 mm oppure 4 cannoni 4 AN/M2 calibro 20 mm. Il Corsair può trasportare fino a 1.800 kg di bombe oppure 8 razzi da 5 pollici
Il modello di Corsair utilizzato realmente dalle “Pecore Nere” è l’F4U-1A prodotto in 2.030 esemplari prodotti con varie migliorie, come il tettuccio innalzato e un motore ad un certo punto della produzione leggermente potenziato. Furono utilizzate anche F4U-1D che poteva essere dotato di serbatoio ausiliario da 730 litri e due bombe da 907 kg, oppure otto razzi.
[/spoiler]
CREDITS
Titolo Originale:Baa baa black sheep Regia:Alex Beaton (I) Robert Conrad Philip DeGuere Produzione: Stephen J.Cannell – Philip DeGuere Casa di Produzione:Universal Episodi: durata circa 60 minuti. Due stagioni per 36 episodi trasmessi la prima volta dal 1976 al 1978 sulla ABC.
Io mi chiedo quale sia il meccanismo che spinga persone intelligenti e con una cultura superiore a credere ciecamente a cose quanto meno improbabili.
Questo post nasce dalla discussione con un amico sulla possibilità o meno di poter realizzare una centrale energetica in Grecia a partire dalla famosa dimostrazione di gennaio a Bologna dell’Energy Catalyzer inventato da Andrea Rossi con il supporto scientifico del Prof. Sergio Focardi dell’Università di Bologna.
Ora il mio atteggiamento di fronte ad un apparecchio che promette di produrre attraverso una qualche reazione nucleare più energia di quanta gliene venga fornita è quello di chiedermi perché. Io non sono un fisico, non pretendo di scendere nei dettagli ma solo di capire a grandi linee come se c’è una possibilità che il giocattolo funzioni.funziona il giocattolo. Il fatto è che per la macchina di Rossi sappiamo cosa entra, sappiamo cosa esce, non sappiamo cosa c’è in mezzo e questo, per me, mette fine a qualunque discussione in merito dal momento che rende qualunque prova subordinata alla presenza dell’inventore. Certo magari il sistema funziona e ci sono anche dei buoni motivi per tenere nascosto l’ingrediente segreto, non lo metto in dubbio e non è questo il problema; il fatto è che io in un caso di questo genere ragiono in maniera concreta, uso il buon vecchio Rasoio di Occam, per me se una cosa è improbabile che funzioni la spiegazione più semplice è che non funziona finché non si dimostra il contrario e l’onere della prova non spetta a me. Nel caso dell’Energy Catalyzer sarei felice se fosse dimostrata la possibilità di produrre energia attraverso una reazione nucleare a bassa temperatura e senza nessun impatto ambientale e sono sicuro che se ci saranno applicazioni industriali per questa invenzione non solo il suo creatore diventerà ricco ma tutto il mondo ne beneficerà.
La cosa che mi lascia seriamente perplesso, invece, è che ci sono persone (non stupide) che di fronte ad un annuncio del genere ti rispondono che non serve una pubblicazione scientifica perché gli scienziati sono tutti controllati dai poteri forti e, per questo, la rivista Nature avrebbe messo al bando qualunque articolo sulla Fusione Fredda; bastano quindi un paio di interviste di Rai News 24 e un documento interno dell’ENEA(costato un miliardo e mezzo di lire) per decretare con assoluta certezza non solo la possibilità di produrre energia a partire da una reazione nucleare scatenata da un catalizzatore ma anche che tutte le ricerche a riguardo sono ostacolate dalla lobby del petrolio. Sinceramente non capisco, l’unica cosa che so è che ne ho le palle piene di cospirazioni e teorie complottiste.
Nella foto una bella, sana, naturale fusione nucleare!
Un telefilm d’azione e d’avventura che ha per protagonista un super elicottero, questo è Airwolf, uno dei serial cult degli anni ’80.
Sfruttando il successo del film “Blue Thunder” (da cui verra’ anche tratta una serie televisiva), Airwolf viene lanciato con un episodio pilota di quasi due ore dove viene raccontata la genesi di questa super arma del governo americano nome in codice “Airwolf” (per l’adattamento italiota Tuono d’Acciaio). Si scopre così che il prototipo di questa nuova generazione di macchine da guerra è stato trafugato dal suo creatore e portato in Libia per essere venduto a forze straniere ostili. I servizi segreti americani vengono, ovviamente, mobilitati per il recupero della nuova arma ipertecnologica e, per l’occasione, viene richiamato in servizio uno dei migliori piloti di elicotteri delle forze armate, Stringfellow Hawke (in Italia Stradivarius Hawke), l’unico con qualche chance di portare a termine con successo la missione.
Hawke, dopo aver combattuto nella guerra del Vietnam e aver visto morire tanti suoi commilitoni, è tutt’altro che felice all’idea di tornare in servizio attivo, ma ha bisogno dell’aiuto del governo americano per riuscire a salvare suo fratello, St. John Hawke, ancora disperso in Vietnam, dunque, suo malgrado, accetta la missione.
Il riferimento di Hawke, nei servizi segreti, è Michael Coldsmith Briggs III “Archangel” che acconsente a rivelargli tutte le informazioni in possesso del Governo una volta recuperato il prototipo dell’Airwolf. Stringfellow, dunque, parte col suo amico Dominic Santini copilota e meccanico nella missione di recupero del velivolo segreto. Il recupero dell’Airwolf, ovviamente, riesce ma Hawke, che conosce le trame dei servizi segreti, decide dei non riconsegnare l’elicottero agli Stati Uniti e lo nasconde in una località segreta nel deserto, impegnandosi a restituirlo solo dopo aver avuto notizie del fratello ma accettando di utilizzare il velivolo, insieme al suo copilota Dom, per compiere alcune missioni riservate per conto del governo.
CURIOSITA’
– Della fiction “Airwolf” sono state girate due serie una di tre stagioni e una successiva, “Airwolf II”, di una sola stagione in cui cambiano i personaggi e il posto di Stringfellow Hawke viene preso dal fratello maggiore St. John Hawke. Airwolf II non è mai stata trasmessa in Italia e, negli USA,è stata sospesa dopo una stagione a causa dei bassi ascolti.
– L’elicottero Airwolf come detto non è un elicottero normale, viene designato come a long-range supersonic multirole helicopter. L’elicottero è, infatti, in grado di operare su una distanza di 1450 miglia e viaggiare a una velocità superiore a Mach 1 grazie a due potenti turbine.la cui spinta può essere anche invertita permettendo al velivolo di rallentare quasi istantaneamente. L’Airwolf è rinforzato con materiali speciali che lo rendono invulnerabile alle armi leggere.
– L’elicottero usato nella serie è un bell 222 appositamente modificato.
– Il titolo originale della sere è “Airwolf” ma la serie è conosciuta in USA anche come “Lonewolf”. In spagna il titolo invece è stato cambiato in “Lobo del aire” mentre nella prima trasmissione in Italia il titolo era “Supercopter”
CREDITS
Titolo Originale:“Airwolf” Creato da: Taenha Goodrich, Jake West Produttore: Burton Armus, Lester Wm. Berke, Clyde Ware, Rick Kelbaugh, Alan Godfrey Produttore Esecutivo: Donald P. Bellisario, Bernard L. Kowalski Musiche: Sylvester Levay, Udi Harpaz Casa di Produzione: Belisarius Productions Episodi: durata circa 60 minuti. 56 episodi in tre stagioni dal 1984 al 1986 trasmesso la prima volta sulla CBS. 24 episodi per la serie Airwolf II prodotta nel 1987
CAST
Stringfellow(Stradivarius) Hawke – Jan-Michael Vincent (1984-1986) Michael Coldsmith Briggs III ‘Archangel’ – Alex Cord (1984-1986) Dominic Santini – Ernest Borgnine (1984-1986) Marella– Deborah Pratt (1984-1985) Caitlin O’Shannessy – Jean Bruce Scott (1984-1986) St. John Hawke– Barry Van Dyke (1987) Jason Lock – Anthony Sherwood (1987) Jo Santini – Michele Scarabelli (1987) Major Mike Rivers – Geraint Wyn Davies(1987)
Il Wrestling ha segnato un’epoca della televisione italiana. Prima diffuso sulle TV private con gli incontri dei lottatori giapponesi e successivamente dalle reti Fininvest, con i match della World Wrestling Federation, commentati dalla voce di Dan Peterson, questo sport/spettacolo è stato un appuntamento fisso per tutti i ragazzini degli anni ’80.
Il Wrestling è un grande circo mediatico/sportivo che vive di icone, di personaggi: Hulk Hogan, Andrè The Giant, The Underteker, fino al più recente John Cena; uno di questi divi della lotta è stato Macho Man Randy Savage.
La storia di Macho Man Randy Savage, nel Wrestling, è stata caratterizzata, oltre che dai suoi sgargianti costumi, da una lunga serie di faide con tanti incontri e scontri con l’amico/rivale Hulk Hogan e persino con un matrimonio sul ring con Miss Elizabeth, vera prima diva della WWF.
Randy Savage, più volte campione del mondo della WWF, ci lascia, purtroppo, all’età di 59 anni per le ferite riportate a seguito di un incidente stradale a Tampa, in Florida, dovuto, pare, alle conseguenze di un infarto mentre era alla guida.
https://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2011/05/savage1.jpg420333Arcangelohttps://www.ucronia.it/w/wp-content/uploads/2021/08/ucronia.pngArcangelo2011-05-21 06:46:562012-03-11 22:37:13Addio Macho Man