Nel post di ieri parlavo delle polemiche suscitate dal manifesto pubblicitario di Giallo Oro che, utilizzando il più scontato degli approcci, quello che vuole l’accostamento di una ragazza seminuda a qualunque prodotto, e aggiungendo il carico da undici della frase umiliante “tu dove glielo metteresti?”, avrà aumentato il fatturato del mese di agosto di almeno il 400%.

Ovviamente il manifesto ha fatto il giro di media fino a scuotere la politica con il Minstro(?) delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, che annuncia di aver segnalato lo spot all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.

Nel frattempo la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato il via libera alla legge sul divieto di burqa e niqab, con gran soddisfazione delle stesse persone che vogliono la rimozione dei manifesti definiti sessisti.

Dunque: le donne nude, no umiliano tutto il genere femminile, le donne troppo coperte, no umiliano tutto il genere femminile e  nel nome di “in medio stat virtus” le donne non devono essere ne’ troppo scoperte ne’ troppo coperte, se una donna, quindi, vuole coprirsi il volto o vuole mostrare le tette in giro, non può perché umilierebbe il proprio genere: in medio stat virtus. Eh ma la legge non è contro le donne ma contro chi le umilia in questo modo… certo come no(*). In italia esistono un sacco di leggi, ci sono leggi che regolamentano la “pubblica decenza” e leggi che tutelano dalle violenze delle imposizioni anche di quegli uomini che obbligano la donna a vestire in un certo modo. Tutte queste leggi possono essere utilizzate per proteggere le donne o chiunque altro(**) senza andare a colpire il comportamento dei singoli. Ma no, così è troppo difficile, meglio estirpare “il male” alla radice e mandare le libertà individuali a farsi fottere. E’ come se ai veri fedeli della Chiesa del Mostro di Spaghetti Volante fosse impedito di indossare uno scolapasta in testa per celebrare degnamente il proprio culto.

Nella foto l’emblematica protesta della pornostar Laura Perego che manifesta nuda sotto il burqa per i diritti delle donne davanti all’ambasciata afghana.

(*) A quelli per i quali la legge nasce con lo scopo di tutelare la sicurezza pubblica dagli attentati fatti dalle donne velate consiglio  di rinchiudersi in casa e restare a tremare sotto le coperte oppure, alternativamente, spararsi un colpo in testa e smettere di soffrire.
(**) Per questo stesso motivo sono assolutamente contrario a qualunque legge per “tutelare” i gay. Le leggi contro la violenza ci sono già, se servono aggravanti che si aumentino le pene per tutti (ammesso che ciò abbia senso)

Questa mattina mentre andavo a lavoro con la mia macchinina col pensiero rivolto alla manifestazione dei migranti(*) del CARA di Palese che hanno paralizzato mezza città, mentre andavo a lavoro, dicevo, mi trovo di fronte questo cartellone pubblicitario. Subito nella mia mente si affollano tanti pensieri e il mio cervello, non ancora del tutto sveglio, elabora le seguenti domande:

– Poveracci ma non potevano chiudere almeno la settimana di ferragosto?

– Chi è quel ciospo photoshoppato  in costume da bagno?

– Cosa cazzo vuol dire la pubblicità?

Ho dovuto accostare l’auto e riguardare più volte il manifesto per capire che “dove glielo metteresti?” si riferiva al logo di Giallo Oro SUL corpo della ragazza piuttosto che ad imprecisati particolari anatomici  NEL corpo di lei.

Ad ogni modo complimenti a Giallo Oro, da quello che vedo di questo cartellone ne stanno parlando dappertutto (TV, giornali, internet) e se pure domani, i soliti puritani perbenisti, faranno rimuovere il 6×3 l’obiettivo è stato raggiunto con poca spesa e io mi ricorderò, nel caso dovesse servirmi, che Giallo Oro non chiude a Ferragosto.

(*) non più extracomunitari ma  migranti… se c’è una cosa che non sopporto è questo modo di usare le parole per cercare di cambiare la realtà, sia che ciò venga da destra, sia che venga da sinistra. Chiamateli come cavolo volete ma questa, in gran parte, è povera gente che scappa dalla guerra in cerca di lavoro e libertà e non viene  in italia per essere chiusa in gabbia a pane e acqua. Che poi, almeno, a loro è rimasto il coraggio di ribellarsi.

Qualche tempo fa avevo preannunciato l’uscita di Space Battleship Yamato, il live movie di uno degli anime più famosi degli anni ’70, Uchū Senkan Yamato. 

Questo anime, il primo di science fiction, realizzato da Leiji Matsumoto fu trasmesso sulla TV Svizzera Italiana nei primi anni ’80 riadattando la versione distribuita sul mercato statunitense con nomi di fantasia made in USA. Così il capitano Jūzō Okita diventa Avatar e Susumu Kodai diventa Derek Wildstar (fra l’altro in italiano pronunciato esattamente come si scrive).

Furono prodotte tre serie La ricerca di Iscandar (26 episodi, 1974)L’Impero della Cometa (26 episodi, 1978)Le guerre di Polar (25 episodi, 1981) tutte trasmesse nel nostro paese; in seguito furono prodotte cinque pellicole cinematografiche d’animazione e il live movie del 2010 che riprende le vicende della prima serie: la Terra dopo un conflitto col pianeta Gamilas nel 2199 è totalmente devastata dalle radiazioni e solo un dispositivo,  offerto dalla regina Starsha del pianeta Iskandar, denominato Cosmo DNA, è in grado di riportare l’atmosfera e il suolo del pianeta alle condizioni originarie. L’unico problema è che il pianeta Iskandar dista dalla Terra qualcosa come 148.000 anni luce e che il nostro pianeta ha solo un anno di vita prima di essere devastato in maniera irrecuperabile. Niente paura, Iskandar fornisce anche i piani per un motore in grado di fornire l’energia sufficiente ad effettuare i balzi interstellari; viene recuperata, così, la nave da battaglia Yamato affondata durante la Seconda Guerra Mondiale e modificata in modo da poter viaggiare nello spazio e diventare una vera e propria astronave, l'”Astronave Argo”. La Argo è equipaggiata da varie batterie di cannoni a raggi oltre che dal  cannone a onde moventi un arma micidiale in grado di emettere un potentissimo raggio di energia che si sprigiona da una bocca di fuoco  al centro della nave. Per emettere il raggio la Argo deve collegare al cannone il motore interstellare (bella la sequenza animata in cui si vede il motore connesso al cannone) e il consumo di energia è tale che la nave ne resterà priva per un’ora, La nave Argo è equipaggiata inoltre con varie squadriglie di caccia leggeri in grado di combattere nello spazio. La Argo viene affidata ai “Guerrieri delle Stelle” con al comando il capitano Avatar(Ammiraglio Juzo Okita). Altri personaggi sono Derek Wilstar(Sasumu Kodai, che diventa capitano nella 2a serie), Mark Venture (Daisuke Shima), dr. Sane (dr. Sado), Nova (Yuki Mori). Ovviamente il viaggio della Argo non sarà facile e sarà ostacolato dal Leader Supremo Desslock. Tuttavia la nave riuscirà nella sua missione anche se alla fine il capitano Avatar soccomberà e Derek Wilstar prenderà il comando.

Il film del 2010  non è molto diverso dalla trama originale della prima serie. Siamo sempre nel 2199, dal pianeta Iskandar giunge una capsula con i piani per la costruzione di una nave alimentata da un motore ad onde moventi in grado di compiere balzi interstellari. La capsula racchiude in se la promessa di ripulire il mondo dalle  radiazioni generate dalle bombe dell’impero di Gamilas, apparso dal nulla 5 anni prima, per attaccare la Terra (si scoprirà in seguito che le bombe sono solo un metodo di Gamilas-formazione del nostro pianeta per adattarlo alle loro forme di vita in fuga dal proprio pianeta morente).

La Terra e ormai alo stremo e Iskandar è l’ultima speranza dell’umanità, ridotta ad elemosinare cibo, fra le macerie e la distruzione. Viene costruita, così,  l’astronave Yamato, riprendendo il nome della famosa corazzata della Marina Imperiale Giapponese affondata dagli americani nel 1945, che viene lanciata verso il pianeta Iskandar alle coordinate del messaggio presente nella capsula. Sulla Yamato si arruola, fra i volontari, Sasumu Kodai, più che altro per conoscere il capitano Okita, secondo lui responsabile della morte del fratello durante una battaglia contro i Gamilas su Marte.

La Yamato si fa strada fra salti interstellari e battaglie con i Gamilas, a colpi di cannone a onde moventi, fino al pianeta Iskandar solo per scoprire che Iskandar e Gamilas sono due facce della stessa medaglia, due correnti di pensiero nate in una forma di vita altamente interconnessa su un pianeta morente. Iskandar è disposta ad accettare il proprio destino di morte, Gamilas vuole impossessarsi della Terra e adeguarla alla propria forma di vita. Iskandar darà, dopo una dura battaglia fra i Gamilas e i Terrestri, ai superstiti della Yamato, gli strumenti per salvare la Terra. La Yamato, così, dopo essersi sacrificata insieme al suo capitano Sasumu Kodai(che durante il viaggio aveva preso il posto di Okita malato terminale) nella sua ultima battaglia con Gamilas e con Deslar alle porte della Terra porterà a termine la sua missione di distruggere gli alieni e riportare il nostro pianeta agli antichi fasti.

Beh guardare questo film non è stato facile, dura 130 minuti e per me è difficile stare tranquillo per due ore consecutive. Nonostante, dunque, l’abbia guardato “a puntate”, se non ci si aspetta un capolavoro, il film è godibilissimo e anche gli effetti speciali tutto sommato non sono malaccio; il fatto stesso di poter vedere la Yamato combattere in un film mi ha fatto rimanere tutto il tempo con un sorrisino idiota stampato sulla faccia. Ovviamente non esiste (ancora?) una versione italiana del film.

Il film è stato diretto da Takashi Yamazaki e scritto da Leiji Matsumoto.

Ho sempre invidiato chi ha fede in un dio o in qualcosa di sovrannaturale. E’ così bello dare la colpa a qualcosa o a qualcuno per quello che ti succede o che accade nel mondo ed è meraviglioso poter sperare che ci sia un ente divino, sempre nel giusto, che in un modo o nell’altro è lì pronto a toglierti le castagne dal fuoco.
Alla soglia dei quaranta anni e con due figli a carico, così, ho deciso di guardarmi intorno in cerca di qualcosa in cui credere, ma per un motivo o per un altro nelle religioni tradizionali trovo sempre un senso claustrofobico e masochistico di estraniamento dalla realtà, una rincorsa a voler essere diversi, migliori che porta i fedeli ad atteggiamenti che talvolta sfociano nel razzismo fino al becero integralismo.
La mia ricerca però non poteva arenarsi di fronte alle prime difficoltà, ad un certo punto mi sono convinto che deve esserci qualcosa dietro il disegno universale, deve esserci una qualche entità che ha generato l’uomo e la donna con le tette grosse; così durante le notti insonni, perse a badare al piccolo cotechino con le gambe, ho cercato di approfondire i diversi testi sacri e, finalmente, sono approdato alla vera religione, finalmente anche io sono diventato un vero credente della Chiesa del Flyng Spaghetti Monster, un pastafariano.
Non so come abbia fatto a non rendermene conto fin’ora quando è così evidente che l’Universo sia stato creato dall’invisibile e non rilevabile (con le moderne apparecchiature) Mostro Spaghetti Volante, un giorno che era in preda ad una sbronza colossale. Come non dare ragione alla Chiesa del Flyng Spaghetti Monster quando fa osservare che l’aumento del riscaldamento globale è in netta correlazione con la diminuzione del numero dei pirati; guardate la Somalia: un livello di emissioni serra bassissime e le sue acque sono infestate dai pirati che nemmeno i un film di Johnny Depp.
Volete mettere i comandamenti, poi… un giorno, mentre il Pirata Mosey vagava sul Monte Sugo in cerca di una nave pirata, il Mostro Spaghetti Volante gli si palesò e, affinché egli rivelasse al mondo il suo volere, gli consegnò le dieci tavole con i “I’d Really Rather You didn’ts” (“Io preferirei davvero che tu evitassi”)

  1. Io preferirei davvero che tu evitassi di comportarti come un asino bigotto “più-santo-di te” quando descrivi la mia spaghettosa bontà. Se qualcuno non crede in Me, pace, nessun problema! Dico davvero, non sono mica così vanitoso. E poi non stiamo parlando di loro, quindi non cambiare argomento!
  2. Io preferirei davvero che tu evitassi di usare la Mia esistenza come motivo per opprimere, sottomettere, punire, sventrare, e/o, lo sai, essere meschino con gli altri. Io non richiedo sacrifici, e la purezza è adatta all’acqua potabile, non alle persone.
  3.  Io preferirei davvero che tu evitassi di giudicare le persone per come appaiono, o per come si vestono, o per come camminano, o, comunque, di giocare sporco, va bene? Ah, e ficcati questo nella tua testa dura: donna = persona. Uomo = persona. Tizio noioso = Tizio noioso. Nessuno è meglio di un altro, a meno che non stiamo parlando di moda e, mi spiace, ma ho dato questo dono alle donne e a qualche uomo che capisce la differenza fra magenta e fucsia.
  4. Io preferirei davvero che tu evitassi di assumere comportamenti che offendano te stesso, o il tuo partner consenziente, maggiorenne e mentalmente maturo. Per chiunque avesse qualcosa da obiettare, penso che l’espressione corretta sia “Andate a farvi f******”, a meno che tale espressione non sia ritenuta troppo offensiva. Nel qual caso, per una volta, possono spegnere la TV e andare a farsi una passeggiata, tanto per cambiare.
  5. Io preferirei davvero che tu evitassi di sfidare, a stomaco vuoto, le idee odiose, bigotte e misogine degli altri. Mangia, e solo dopo prenditela con gli s******.
  6. Io preferirei davvero che tu evitassi di erigere chiese/templi/moschee/santuari multimilionari in onore della mia spaghettosa bontà, perché tali soldi potrebbero essere meglio spesi per (fai la tua scelta) sconfiggere la povertà, curare le malattie, vivere in pace, amare con passione, e ridurre il prezzo delle pay-Tv. Posso anche essere un essere onnisciente dai carboidrati complessi, ma apprezzo le cose semplici della vita. Dovrei saperlo, No? Io SONO il Creatore!
  7. Io preferirei davvero che tu evitassi di andare in giro raccontando alla gente che ti ho parlato. Non sei mica così importante. Finiscila! E poi ti ho detto di amare il tuo prossimo, mi capisci o no?
  8. Io preferirei davvero che tu evitassi di fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te se sei uno che apprezza, ehm, cose che fanno largo uso di pelle/lubrificanti/Las Vegas. Se anche l’altra persona le apprezza (purché si rispetti il punto 4), allora dateci dentro, fatevi foto, e, per l’amor di Mike, indossate un preservativo! In tutta onestà, è un pezzo di gomma. Se non avessi voluto che fosse piacevole farlo, avrei aggiunto delle spine, o qualcos’altro.

Come dite? I comandament… ehm i condimenti sono solo 8? Certo, Mosley fece rompere, sbadatamente, le altre due tavole; perchè diavolo credete che gli adepti del FSM siano così licenziosi?!?

Comunque la storia ci racconta che il Pastafarianesimo è nato quando il profeta Bobby Henderson, per protestare contro la decisione del consiglio per l’istruzione del Kansas di insegnare, in alternativa alle teorie evoluzionistiche,  il creazionismo nei corsi di scienze,  parodiò il concetto di disegno intelligente professando la fede in un creatore sovrannaturale molto somigliante a degli spaghetti con le polpette. E’ tutto falso! Il Flyng Spaghetti Monster è il vero creatore; le persone toccate dalla “Sua Spaghettosa Appendice” (His Noodly Appendage)  venerano da millenni il signore pastoso anche se si sono rivelati da pochi anni. Del resto, da sempre, il Flyng Spaghetti Monster tarocca  tutti i risultati delle rilevazioni al carbonio 14.

Il Senato ha appena approvato un legge bi-partisan ideata dal Senatore Levi(Pd), che vi si è dedicato per due anni(???), e promossa da Franco Asciutti (Pdl). In pratica le nuove norme limiteranno gli sconti sui libri al 15% salvo rarissime eccezioni. L’idea sarebbe quella di salvaguardare, in questo modo, le piccole librerie dalla concorrenza delle grosse catene che, per i forti volumi di vendita, possono praticare maggiori sconti.
Beh, è d’uopo qualche riflessione.
1) NON esistono più le piccole librerie. Non ve ne siete accorti? I libri da anni si vendono in edicola, al Centro Commerciale un po’ ovunque e la figura della libreria polverosa e straripante di volumi con il proprietario che sapeva consigliarti su qualunque cosa è quasi scomparsa! Le poche librerie sopravvissute si estingueranno insieme ai proprietari, si sono “settorizzate” o hanno diversificato l’attività diventando, alcune volte, dei meravigliosi centri di aggregazione culturale.
2) Come corollario del punto 1) questa legge nasce, evidentemente, per difendere i grandi dell’editoria (che hanno praticamente acquisito l’intera catena di distribuzione) dalla concorrenza della vendita on-line. L’avvento di Amazon in Italia ha praticamente sbaragliato la concorrenza; eh sì, chi sa leggere un libro, che non sia la raccolta delle barzellette di Totti, è tendenzialmente in grado di usare internet e una carta di credito e di fare i suoi acquisti on-line… oh mica l’ho soprannominata io, questa, la legge Anti-Amazon.
3) La legge Levi, mi sembra, vada contro una filosofia economica di tipo “liberista” di cui tutti i politici si riempiono la bocca e in ogni caso non tiene conto del mercato globale. Cosa impedisce, domani, ad Amazon di spostare l’intero catalogo di libri in italiano su Amazon.com e fatturare direttamente dagli Stati Uniti mantenendo i magazzini e la logistica in italia? Che fanno, dicono agli ISP di bloccare l’accesso ai siti di e-commerce stranieri come fanno per quelli di gioco d’azzardo… un po’ difficile.
4) L’editoria è in procinto di attraversare un momento di cambiamento epocale. Gli e-reader ormai sono sempre più leggeri, sofisticati ed economici. Gli e-book costano meno e sopratutto non occupano spazio sulla libreria. Certo i nostalgici, come lo sono io, preferiranno i libri di carta per un po’, ma c’era(c’è?) anche chi preferiva il vinile ai Cd e chi i Cd agli Mp3… ma ci ha pensato la selezione naturale. Questa legge non farà altro che spingere i siti di e-commerce a puntare ancora di più sugli e-book e Amazon a vendere il Kindle anche in Europa piazzando poi gli e-book senza nemmeno avere più dei magazzini fisici in italia. Chi proprio avrà bisogno del libro cartaceo se lo farà stampare dai servizi appositi che diventano ogni giorno più economici e accessibili.
5) Questa legge colpisce pesantemente i consumatori che, secondo le intenzioni, saranno costretti a spendere di più per avere accesso alla cultura contenuta in un libro ciò solo per tentare di salvare un settore che, come sta accadendo per le case discografiche, non accetta il cambiamento.

Beh che dire, per quanto mi riguarda già avevo ridotto di molto gli acquisti in libreria sostanzialmente per un paio di motivi. Non sopporto la commistione fra libri e dischi, tipica di tutte le librerie moderne, per quanto mi riguarda sono due media profondamente diversi e di difficile convivenza. Il vero motivo per cui non frequento più certi postacci, tuttavia, è un altro. Non sopporto la massa di pseudo-intellettuali da salotto che infestano quegli enormi centri commerciali travestiti da librerie con la loro insulsa aria saccente di superiorità mentre sorseggiano qualche schifoso intruglio omeopatico-vegano al bancone del bar… della libreria!!! Ad ogni modo, dopo questa legge, i miei acquisti letterari (che sono tanti), passeranno solo per le bancarelle dove si trovano delle autentiche chicche e se proprio sentirò la necessità di comprare un titolo in particolare lo farò ESCLUSIVAMENTE per il tramite di Amazon, IBS et similia. Un saluto al caro estinto.