Lo so che oggi l’hanno fatto in tanti, tuttavia non voglio esimermi da ricordare la morte di Steve Jobs. I giornali, le TV, internet è piena di elogi per il genio, per l’uomo che avrebbe rivoluzionato l’informatica moderna. Sciocchezze, Steve Jobs era un visionario precursore e un grande uomo d’affari, era il sogno di ogni tecnico, era l’uomo che ha saputo vendere le sue passioni e i suoi sogni alla massa. Steve Jobs non era un genio, non ha inventato nulla, non ha inventato il PC, non ha inventato i lettori mp3, lo smartphone e nemmeno il tablet ma ha il grande merito di averli resi usabili e sopratutto appetibili al grande pubblico, ha il merito indiscusso di aver contribuito a rivoluzionare le abitudini e i costumi del mondo intero con i suoi bellissimi gadget. R.I.P.
No, Presidente, stia calmo, pensi alle coronarie, lo so che già spende un patrimonio per la patonza ma io sto parlando della patata danese… fritta!
Eh sì pare che in Danimarca, primo paese al mondo, sia stata introdotta una norma anti junk-food, una nuova tassa che si applichera’ su tutti i prodotti contenenti grassi saturi e che prevede un aumento di 16 corone (2,15 euro) al chilo su tutti i cibi che contengono un valore di grassi saturi superiore ad una certa soglia.
In Danimarca, in attesa che venga approvata la nuova legge i cittadini stanno facendo incetta di burro, margarina, merendine, biscotti, patatine e schifezze varie prima che i prezzi schizzino a valori da mercato nero.
Ormai in tutti i paesi occidentali è scoppiata la guerra contro i cibi grassi, il colesterolo e l’obesità e se fino a qualche anno fa il nemico era il fumo oggi è la volta dei grassi saturi. Per come la vedo io, in questo che è il giorno in cui si celebra la Giornata Mondiale dei vegetariani, ognuno dovrebbe sentirsi libero di farsi del male come vuole e se, da non fumatore, sono stato sempre contrario ai divieti di fumare, da consumatore, anche, di junk food penso che ancora una volta, oggi nel nome di un salutismo d’accatto ci si stia privando di qualcosa, di una libertà per quanto piccola e che procedendo di questo passo…
«Mia mamma mi manca da morire. Vorrei tanto che fosse qui con me. Io sono spaventata. Ho perso mia mamma e mio fratello, ancora non riesco ad accettare che non ci siano più»
Queste le dichiarazioni di Erika De Nardo quando si avvicina il giorno della sua scarcerazione dopo aver scontato la pena per l’omicidio di sua madre e di suo fratello 10 anni fa.
Per i più giovani e per chi non se lo dovesse ricordare, riassumo le vicende che scossero l’Italia dieci anni fa. Erika e Omar, i due “fidanzatini” di Novi Ligure progettarono l’omicidio dei genitori di lei, probabilmente rei, ai loro occhi, di essere dei tremendi rompiscatole. L’idea era di farli fuori e dare la colpa a qualche extracomunitario o zingaro. Il piano però non riuscì fino in fondo, il padre di Erika non c’era e i due omicidi si ritrovarono fra le scatole il fratellino della ragazza, scomodo testimone, che fu trucidato insieme alla madre, a coltellate.
La ragazza, riconosciuta colpevole insieme al fidanzato, fu condannata a 16 anni di carcere (nonostante all’epoca dei fatti non avesse ancora compiuto 17 anni) ed oggi, a ben 10 anni di distanza, all’età di 27 anni, Erika, beneficiando degli sconti di pena per buona condotta può finalmente rifarsi una vita indipendentemente dai sentimenti ipocriti e giustizialisti dei miei connazionali.
Erika ha ucciso la madre e il fratello, per questo è stata riconosciuta colpevole e ha ricevuto una pena tutt’altro che lieve considerando la sua giovane età; oggi esce di prigione, che si suppone serva a rieducare e non a punire. Esce dal carcere sicuramente diversa da quando aveva 17 anni, ciò indipendentemente dalla possibile funzione rieducativa delle nostre case circondariali. E’ ancora un pericolo per la società? Bah, fossi il padre qualche preoccupazione ce l’avrei visto anche l’umorismo involontario(?) della sua ultima dichiarazione “Mia mamma mi manca da morire”, ma sinceramente credo che Erika non sia mai stata davvero un pericolo per la società e in un mondo ideale sarebbe stata aiutata da subito e non sbattuta in galera per far tacere la coscienza giustizialista del paese. Ad ogni modo prevedo per la bella Erika un futuro radioso, fatto di lustrini e ospitate TV e, a ben pensarci, per lei la partecipazione al “Grande Fratello” sarà una passeggiata.