Un telefilm d’azione e d’avventura che ha per protagonista un super elicottero, questo è Airwolf, uno dei serial cult degli anni ’80.

Sfruttando il successo del film “Blue Thunder” (da cui verra’ anche tratta una serie televisiva), Airwolf  viene lanciato con un episodio pilota di quasi due ore dove viene raccontata la genesi di questa super arma del governo americano nome in codice “Airwolf” (per l’adattamento italiota Tuono d’Acciaio). Si scopre così che il prototipo di questa nuova generazione di macchine da guerra è stato trafugato dal suo creatore e portato in Libia per essere venduto a forze straniere ostili. I servizi segreti americani vengono, ovviamente, mobilitati per il recupero della nuova arma ipertecnologica e, per l’occasione, viene richiamato in servizio uno dei migliori piloti di elicotteri delle forze armate, Stringfellow Hawke (in Italia Stradivarius Hawke), l’unico con qualche chance di portare a termine con successo la missione.

Hawke, dopo aver combattuto nella guerra del Vietnam e aver visto morire tanti suoi commilitoni, è tutt’altro che felice all’idea di tornare in servizio attivo, ma ha bisogno dell’aiuto del governo americano per riuscire a salvare suo fratello, St. John Hawke, ancora disperso in Vietnam, dunque, suo malgrado, accetta la missione.

Il riferimento di Hawke, nei servizi segreti, è Michael Coldsmith Briggs III “Archangel” che acconsente a rivelargli tutte le informazioni in possesso del Governo una volta recuperato il prototipo dell’Airwolf.  Stringfellow, dunque,  parte col suo amico Dominic Santini copilota e meccanico nella missione di recupero del velivolo segreto. Il recupero dell’Airwolf, ovviamente, riesce ma Hawke, che conosce le trame dei servizi segreti, decide dei non riconsegnare l’elicottero agli Stati Uniti e lo nasconde in una località segreta nel deserto, impegnandosi a  restituirlo solo dopo aver avuto notizie del fratello ma accettando di utilizzare il velivolo, insieme al suo copilota Dom, per compiere alcune missioni riservate per conto del governo.

CURIOSITA’

– Della fiction  “Airwolf” sono state girate due serie una di tre stagioni e una successiva, “Airwolf II”, di una sola stagione in cui cambiano i personaggi e il posto di Stringfellow Hawke viene preso dal fratello maggiore St. John Hawke. Airwolf II  non è mai stata trasmessa in Italia e, negli USA,è stata sospesa dopo una stagione a causa dei bassi ascolti.

– L’elicottero Airwolf come detto non è un elicottero normale, viene designato come a long-range supersonic multirole helicopter. L’elicottero è, infatti, in grado di operare su una distanza di 1450 miglia e viaggiare a una velocità superiore a Mach 1 grazie a due potenti turbine.la cui spinta può essere anche invertita permettendo al velivolo di rallentare quasi istantaneamente. L’Airwolf è rinforzato con materiali speciali che lo rendono invulnerabile alle armi leggere.

– L’elicottero usato nella serie è un bell 222 appositamente modificato.

– Il titolo originale della sere è “Airwolf” ma la serie è conosciuta in USA anche come “Lonewolf”. In spagna il titolo invece è stato cambiato in “Lobo del aire” mentre nella prima trasmissione in Italia il titolo era “Supercopter”

CREDITS

Titolo Originale: “Airwolf”
Creato da: Taenha Goodrich, Jake West
Produttore: Burton Armus, Lester Wm. Berke, Clyde Ware, Rick Kelbaugh, Alan Godfrey
Produttore Esecutivo: Donald P. Bellisario, Bernard L. Kowalski
Musiche: Sylvester Levay, Udi Harpaz
Casa di Produzione: Belisarius Productions
Episodi: durata circa 60 minuti. 56 episodi in tre stagioni dal 1984 al 1986 trasmesso la prima volta sulla CBS. 24 episodi per la serie Airwolf II prodotta nel 1987

CAST

Stringfellow(Stradivarius) Hawke – Jan-Michael Vincent (1984-1986)
Michael Coldsmith Briggs III ‘Archangel’ – Alex Cord (1984-1986)
Dominic Santini – Ernest Borgnine (1984-1986)
Marella – Deborah Pratt (1984-1985)
Caitlin O’Shannessy – Jean Bruce Scott (1984-1986)
St. John Hawke – Barry Van Dyke (1987)
Jason Lock – Anthony Sherwood (1987)
Jo Santini – Michele Scarabelli (1987)
Major Mike Rivers – Geraint Wyn Davies(1987)

Il Wrestling ha segnato un’epoca della televisione italiana. Prima diffuso sulle TV private con gli incontri dei lottatori giapponesi e successivamente dalle reti Fininvest, con i match della World Wrestling Federation,  commentati dalla voce di Dan Peterson, questo sport/spettacolo è stato un appuntamento fisso per tutti i ragazzini degli anni ’80.

Il Wrestling è un grande circo mediatico/sportivo che vive di icone, di personaggi: Hulk Hogan, Andrè The Giant, The Underteker, fino al più recente John Cena; uno di questi divi della lotta è stato Macho Man Randy Savage.

La storia di Macho Man Randy Savage, nel Wrestling, è stata caratterizzata, oltre che dai suoi sgargianti costumi, da una lunga serie di faide con tanti incontri e scontri con l’amico/rivale Hulk Hogan e persino con un matrimonio sul ring con Miss Elizabeth, vera prima diva della WWF.

Randy Savage, più volte campione del mondo della WWF, ci lascia, purtroppo, all’età di 59 anni per le ferite riportate a seguito di un incidente stradale a Tampa, in Florida, dovuto, pare, alle conseguenze di un infarto mentre era alla guida.

R.I.P.

Inaugurata il 18 maggio scorso questa statua, realizzata dall’artista Oliviero Rainaldi, è stata collocata davanti alla Stazione Termini per commemorare il beato Giovanni Paolo II. Coro di critiche negative, da tutte le parti politiche e sociali, nei confronti di quest’opera d’arte, l’Osservatore Romano ci fa sapere che il lavoro dell’artista

“pecca di una scarsa riconoscibilità e sembra un enorme monumento indistinto più che un immediato e inequivocabile omaggio a Giovanni Paolo II”

In linea di massima io ho scarsissima considerazione per l’arte moderna e considero alcuni disegni di mio figlio decisamente più degni di essere esposti nei musei della maggior parte di quei così detti capolavori(*);  devo ammettere, tuttavia, che Rainaldi con la sua opera ha saputo rappresentare la vera essenza di questo papa.

 

(*) quanto mi stanno sul cazzo quelli che vanno in un museo di arte moderna e stanno lì a contemplare, con espressione saputa, un cumulo di immondizia commentando seriamente la grandezza dell’artista.

Sarà la crisi economica e occupazionale, sarà che c’è un sacco di gente in giro senza arte né parte (non perché abbiano, magari, scelto una facoltà universitaria “inutile”, come piace far credere, ma perché non hanno un minimo di talento o di passione), a queste elezioni amministrative, ancora più che alle precedenti,  ho davvero visto nelle liste i candidati più improbabili; parlo di conoscenti (perciò conosco il loro livello di stupidità) piazzati nelle varie liste di partito a ricoprire ipotetici ruoli di consigliere comunale o circoscrizionale. E’ pur vero che un po’ di nomi in lista i partiti devono pur metterceli, ma sfogliando i giornali di oggi e guardando i risultati spiccano immediatamente tantissimi candidati che hanno ottenuto tre, due e persino un voto; ma non è ancora la cosa peggiore. Se, infatti, un candidato che abbia ottenuto due voti dovrebbe ripensare bene al giro delle sue amicizie e un  candidato che di voti ne abbia ottenuto solo uno dovrebbe considerare la possibilità di avere le corna, che dire di quelli, non pochissimi, che hanno avuto ZERO voti? No, perché qui la cosa è drammatica. Capisco che uno possa credere che seguire il modello del tipo nella foto, che ha sbagliato a piegare la scheda (e che spero poi sia stata annullata), alla lunga paghi ma, per come la vedo io, se un candidato è talmente idiota o analfabeta dal non saper scrivere correttamente il proprio cognome su un pezzo di carta pre-piegato non può avere credenziali per poter nemmeno immaginare di amministrare la cosa pubblica, anzi, una volta accertata la sua incapacità, al di là di ogni ragionevole dubbio, andrebbe seriamente valutata l’ipotesi di una  totale interdizione dai pubblici uffici.

E’ partita oggi alle 8:56 dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in direzione Stazione Spaziale Internazionale, l’ultima missione dello Shuttle Endeavour. Rimane un ultimo lancio degli Space Shuttle, quello dell’Atlantis programmato per giugno.

La missione STS-134 porterà sulla IIS l’Express Logistics Carrier (ELC) e l’Alpha magnetic Spectrometer, apparati progettati, con la collaborazione italiana, per lo studio dei raggi cosmici, della materia oscura e dell’anti-materia. A bordo dello Shuttle anche il nostro connazionale, Roberto Vittori, che si porterà dietro una bandiera italiana per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia.

I lanci degli shuttle hanno accompagnato la mia vita, pensare che fra poco tutte le navette saranno  in pensione, chiuse nei musei aerospaziali e ripresi dalle fotocamere dei turisti, mi intristisce non poco.

La foto (cliccabile) non rappresenta l’Endeavour ma volutamente il Columbia alla sua prima missione, STS-1.

Buon viaggio.